“Per favore rispondi. Offro i miei genitali maschili (pene, testicoli, scroto) come pasto per 100.000 yen (circa 1.000 euro, ndr). Li preparerò e cucinerò seguendo le richieste del compratore”. Il 13 aprile Mao Sugiyama, un artista giapponese di 22 anni che si definisce asessuato, aveva postato questo messaggio nel social network Twitter. Sembrava uno scherzo o, al massimo, una provocazione. Invece, si trattava di un’offerta incredibilmente seria, tanto che il 13 maggio l’incredibile cena è stata servita a 5 commensali. L’organo è stato cucinato con funghi champignon e prezzemolo, nell’ambito dell’appuntamento che ha riempito una sala a Tokyo, nel quartiere di Suginami, con circa 70 persone allo scopo di accontentare i numerosi curiosi.
La notizia è stata raccontata dall’autorevole Huffington Post che ha pubblicato anche le foto. Articolo originale in inglese e foto le trovate a questo link: http://www.huffingtonpost.com/2012/05/24/asexual-mao-sugiyama-cooks-serves-own-genitals_n_1543307.html Vi avvertiamo: non si tratta di immagini da visionare prima di un pasto, aprite il link a vostro rischio e pericolo.
Pochi giorni dopo il suo 22esimo compleanno, Sugiyama si è sottoposto a un intervento chirurgico per l’asportazione dei genitali, conservandoli poi nel freezer per due mesi. L’artista ha assicurato che tutto “era stato rimosso correttamente da un medico e che i suoi organi genitali erano privi di infezioni”. Il piatto è stato preparato sotto la supervisione di un cuoco professionista, con tanto di foto e spiegazioni a corredo, mentre i clienti hanno dovuto firmare un certificato di consumo consapevole di carne umana. Di più: Sugiyama si è scusato perché voleva includere nel menù anche i suoi capezzoli, ma il tentativo di bruciarli con idrossido di sodio non ha prodotto ‘pezzi’ commestibili. In un tweet del 18 maggio, l’artista ha voluto rassicurare ulteriormente spiegando di aver preso ogni precauzione nel rispetto della legge, compresi il divieto di vendita di organi, il trattamento dei rifiuti medici e le norme sanitarie. Sugiyama, secondo quanto riferito dalla stampa locale, aveva pensato inizialmente di consumare “da solo” la cena e di aver deciso poi di “metterla in vendita” per far fronti ad alcuni costi, anche chirurgici. La polizia di Tokyo, viste le proteste anche feroci nate sul web, ha dichiarato di essere a conoscenza dell’accaduto, ma che nulla poteva essere contestato in quanto “le leggi erano state rispettate. Non vi è alcun motivo di avviare procedure di controllo o di tipo penale”. Ebbene: il cannibalismo non è illegale in Giappone, patria ideale, a questo punto, di Hannibal Lecter.