Terni, vicino lo sforamento del patto di stabilità. Confartigianto: ”Comune e Provincia non pagano aziende”

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Nessuna possibilità di accedere ai mutui mettendo a serio rischio quei progetti dove è prevista una quota di finanziamento comunale; aumento automatico dell’addizionale comunale dell’Irpef dello 0,30%; blocco delle assunzioni, anche di personale che transita da altri enti; ulteriore taglio ai trasferimenti statali e dei gettoni dovuti ai consiglieri comunali, così come delle indennità assessorili, nella misura del 30%. Per il Comune di Terni sarebbero queste le conseguenze di un, sempre più probabile, sforamento del Patto di Stabilità.

La fine di dicembre si avvicina, ma allo stato attuale la liquidità presente nelle casse comunali non permette di avere la possibilità di essere dentro i parametri stabiliti. Paura sempre più crescente tra la Giunta visto le possibili conseguenze a cui andrebbero incontro.

Molte sono le cause che stanno portando a questa possibile debacle del Comune, come  già annunciato non molto tempo fa dal vice sindaco Paci: dagli effetti del decreto Spending Rewiew, che hanno portato ad un ridimensionamento dei trasferimenti statali, alle mancate alienazioni dei beni immobili di proprietà comunali. Oltre a questo, come riferisce il Giornale dell’Umbria, si aggiunge la pressante richiesta di pagamento da parte delle aziende creditrici nei confronti del Comune, che da mesi non vedono l’ombra di un euro. Nonostante Palazzo Spada, nel periodo compreso tra il 2011 e il primo semestre di quest’anno, abbia versato oltre 40 milioni di euro alle imprese, allo stato attuale mancano ancora all’appello tra i 15 e i 20 milioni. In questo senso si aggiunge l’invito da parte della Confartigianato Terni, nelle persone del presidente Flamini e il direttore Medori, di sforare volontariamente il patto se non venga trovata una soluzione, insieme alla possibili ingiunzioni di pagamento che verrebbe avanzata dalle aziende creditrici.

I due vertici di Confartigianato avevano infatti nei giorni scorsi lanciato l’allarme e annunciato eventuali azioni: “Il blocco dei pagamenti di Comune e Provincia stanno portando al collasso il sistema produttivo ternano. La situazione è drammatica. Capiamo che Comune e Provincia sono ‘strangolati’ dal Patto di Stabilità, ma questa situazione è davvero paradossale. La verità – avevano aggiunto Flamini e Medori – è che la possibilità di incassare le fatture nei tempi naturali sono ridotte a zero e i nostri iscritti, piccole Imprese che nel frattempo si sono indebitate al fine di poter eseguire i lavori commissionati dalle pubbliche amministrazioni per essere in regola con il Durc, con i propri dipendenti e per mantenere un elevato livello di sicurezza sul lavoro, sono ormai allo stremo e stanno valutando azioni giudiziarie per poter ottenere ciò che è spettante e legittimo, costringendo Comune e Provincia a pagare”. La proposta di Confartiginato era quindi l’invito a Comune e Provincia di Terni, “pur consapevoli dei rischi e delle sanzioni previsti, con senso di responsabilità e consapevoli del collasso del sistema produttivo locale, a seguito dei mancati pagamenti, prendano decisioni politiche difficili, come quella di sforare gli obblighi del Patto”.

Il Comune ha così ha lanciato un mayday alla Regione affinché aderisca al patto di stabilità verticale, che le consentirebbe di modificare in parte i criteri del Psi (patto di stabilità interno) in funzione delle necessità dei singoli enti, in modo tale da poter ricevere all’incirca 10 milioni di euro, liquidità vitale per Palazzo Spada. Una richiesta già avanzata dal Comune a Palazzo Donini insieme ad altri 28 comuni umbri. Se così non fosse, per la Giunta, la base dell’albero di Natale in piazza Europa si presenterebbe avaro di regali ma ricco di brutte sorprese da parte del Governo centrale.

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