Ast, formata la cordata Aperam, Marcegaglia e Arvedi. In corsa anche 5 fondi di investimento

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Thyssen Ast acciaierie TerniMentre a viale Brin cominciano a far visita i potenziali acquirenti, Aperam, Arvedi e Marcegaglia hanno annunciato di aver siglato un memorandum di intesa per creare una joint venture italiana con l’obiettivo di partecipare alle trattative per le acciaierie di Terni, messe in vendita dal gruppo finlandese Outokumpu. La cordata italo-francese ad oggi è considerata in pole position e l’altro ieri lo ha fatto capire anche il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani (qui l’articolo).

In un comunicato delle tre aziende viene spiegato che “l’esperienza combinata e le risorse del consorzio sarebbero poi messi a frutto per migliorare la competitività e la redditività della fabbrica italiana nel mercato europeo dei prodotti in acciaio inossidabile” (qui il comunicato originale in inglese). Secondo i termini dell’accordo, la francese Aperam avrà la maggioranza, mentre le due italiane Arvedi e Marcegaglia deterranno eguali partecipazioni di minoranza.

Nessun commento da parte dei vertici Ast alla formazione della cordata mentre la portavoce di Outokumpu, Saara Tahvanainen ha commentato a Bloomberg: “Accogliamo con favore questo interesse. Ci sono molti candidati in questa fase del processo di vendita, e il consorzio di Aperam è uno di questi”, senza però aggiungere nulla sugli altri potenziali offerenti o sulle cifre. La vendita, ha spiegato Tahvanainen, sta andando avanti come previsto e si prevede di chiudere nel secondo trimestre. In Borsa a Helsinki il titolo della multinazionale finlandese guadagna il 4,7% a 73,2 euro.

Ieri intanto a far visita agli stabilimenti ternani sono stati i rappresentati di un fondo di investimenti, il One Equity Partners di proprietà della banca statunitense Jp Morgan. Si tratta, come noto, della tipologia di potenziale acquirente meno gradito dai sindacati. One Equity non è l’unico fondo di investimento interessato ad acquistare Ast, per Reuters sarebbero almeno cinque i grandi gruppi finanziari interessati agli stabilimenti di viale Brin.

Per quanto riguarda le cifre, l’analista Johannes Grasberger ha dichiarato a Reuters: “E’ difficile dire quale sarà il prezzo in questa situazione di mercato debole ma guardando le finanze di Outokumpu, loro avrebbero bisogno di 500 milioni di euro”.

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