La Giunta provinciale ha stato presentato lunedì scorso il bilancio di previsione 2013. Nelle scorse settimane si era parlato del rischio di un possibile dissesto finanziario, poi scongiurato. L’Ente provinciale fa sapere di aver tagliato numerose spese, comprese quelle per le odiate auto blu (rimane soltanto quella del presidente Polli che pesa comunque per oltre 50 mila euro l’anno). Illustrando la manovra, il vice presidente con delega alle Finanze, Vittorio Piacenti d’Ubaldi, ha sottolineato come Terni sia tra le 21 Province italiane a presentare un bilancio in equilibrio, e tra le 10 Province a rispettare il patto di stabilità.
La Giunta ha spiegato che nonostante i tagli operati con il meccanismo dei “consumi intermedi”, previsto nella spending review (bocciata, tra l’altro, dalla Corte costituzionale), abbiano fortemente penalizzato Province come quella di Terni, che eroga molti servizi delegati o decentrati, “il bilancio 2013 garantisce ugualmente la continuità e il mantenimento dei servizi stessi e le iniziative innovative per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio”. La manovra è di 66 milioni di euro e “concentra le modeste risorse per gli investimenti su scuola, viabilità, ambiente e formazione”.
Il complesso dei tagli ai trasferimenti da Stato e Regione negli ultimi anni ha superato il 42% (- 14,3 milioni di euro), mentre nell’ultimo biennio 2011-2013 i tagli sono stati del 27,4%. In particolare in cinque anni (dal 2008) le spese correnti sono diminuite di 12 milioni e 700mila euro, cioè di circa il 25%. In virtù di questo, spiega l’Ente provinciale, sono stati ridotti drasticamente gli incarichi esterni, il cui costo è passato da oltre 500 mila euro del 2008 ad 80 mila nel 2013 (- 83,5%). “Fortemente ridotto anche il numero delle auto di rappresentanza con un solo mezzo a disposizione e con costi che sono passati da oltre 62 mila euro del 2009 a 15 mila del 2013 (-75%)”. Il solo mezzo a disposizione è la contestata auto blu del presidente Polli (qui l’articolo).
“Le spese di rappresentanza sono state ridotte, dal 2008 ad oggi, del 75% (da 22.226 euro a 4.700), le spese per convegni sono passate da 12.600 euro del 2009 a 700 euro (-95%), mentre sono state azzerate quelle per la pubblicità. Diminuito anche il numero dei dirigenti e dei dipendenti passati da 411 a 351 con una minore spesa di oltre 1 milione e700mila euro (- 11%). Drastica riduzione anche per i costi generali della politica che insieme all’eliminazione della figura del direttore generale hanno determinato altri consistenti risparmi di risorse. Salvaguardati i diritti dei lavoratori, già penalizzati dal blocco della contrattazione nazionale e dalle incertezze sulla riorganizzazione istituzionale”.