Furono investiti 6 milioni di euro per restaurare alcuni storici edifici come palazzo Catucci e il chiostro di Santa Cecilia ma, dopo il trasferimento della Facoltà di Economia all’ex monastero di San Valentino, ora sono abbandonati. Collescipoli, piccolo borgo del Comune di Terni, oggi somiglia ad un contenitore vuoto e chiede progetti per sopravvivere. A tuonare nuovamente contro l’attuale Amministrazione comunale è l’associazione Astrolabio che chiede che fine abbia fatto il bando per l’assegnazione di quelle strutture.
In un comunicato Astrolabio scrive: “Il Consiglio di intercorso della Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, sede di Terni nella giornata del 22 ottobre 2012 ha espresso parere favorevole sul possibile trasferimento della sede da palazzo Catucci (Collescipoli) all’ex monastero di San Valentino (Terni). La notizia non era inaspettata in quanto due anni prima il magnifico Rettore di concerto con il Comune di Terni aveva deciso di trasferire a Pentima l’intero corso al fine di ridurre i costi fissi. La nostra associazione alla notizia di trasferimento all’ex monastero di San Valentino è rimasta letteralmente basita, in quanto mancavano pochi mesi alla consegna dei restauri del chiostro di Santa Cecilia, quindi il corso di Economia poteva usufruire di vasti spazi restaurati con criteri moderni ed un indubbio risparmio di locazioni. Questa scelta contrariamente all’ubicazione di Pentima non ha portato ad alcun risparmio economico per l’Università e per il Comune, visto che rimane inutilizzato un enorme investimento”.
Una piccola svolta si è avuta la scorsa estate, quando nel piccolo borgo ternano fu organizzata la prima edizione del Jazzit Fest, che portò a Collescipoli circa 400 artisti e 6 mila spettatori provenienti da ogni parte d’Italia. Proprio sulla scia di questo successo, l’associazione Astrolabio, come anche il Movimento 5 Stelle, avevano proposto all’amministrazione la creazione di una cittadella della musica, dove avrebbero potuto avere sede importanti associazioni musicali locali, come Accademia Hermans e Araba Fenice. “Nei mesi scorsi, dopo il clamoroso successo di Jazzit fest (6 mila spettatori 400 artisti venuti da ogni parte d’Italia) abbiamo appreso sulla stampa, che il Movimento 5 Stelle ha deciso di mutuare la nostra idea di creare nei palazzi vuoti lasciati dall’università una cittadella della musica. Da anni la nostra associazione ha inviato agli assessori competenti ed alla circoscrizione Sud questa proposta di riutilizzo senza avere alcun riscontro. Spazi prestigiosi per cui avevamo ipotizzato un utilizzo come sede di associazioni musicali (Jazzit, Accademia Hermans , Araba Fenice…) e di istituzioni musicali (liceo musicale, Briccialdi) al fine di creare intorno al primo organo barocco italiano attività che potessero rivitalizzare il borgo”.
La risposta del Comune è arrivata, con l’annunciazione dell’emanazione di un bando pubblico per l’assegnazione dei palazzi del borgo inutilizzati che però è rimasta lettera morta: “Il Comune di Terni subito dopo la proposta dei ‘pentastellati’, ha annunciato un bando pubblico per l’assegnazione dei palazzi iniziativa meritoria anche se in forte ritardo. Sono passati mesi e del bando non c’è traccia, anzi il problema delle manutenzioni è esploso, ne è un esempio palazzo Catucci (progettato nel 500 da Sebastiano Cipriani) che ad ogni acquazzone ha le finestre che, non avendo avuto manutenzione da oltre 12 anni, fanno penetrare acqua all’interno. Gli abitanti del borgo di Collescipoli sono letteralmente frastornati, non comprendono perché, anziché attivare un ‘piano Marshall’ (dopo la nefasta decisione di chiudere il corso di Economia), non hanno visto nessuna iniziativa per rivitalizzare il borgo. Le pavimentazioni sono ferme agli anni 90 (mancano oltre metà borgo) con le asfaltature colorate a pezzi, gli interventi sulle mura sono iniziati all’inizio del 2000 ed ancora manca d’intervenire nella parte più degradata, in definitiva mancano tutte le politiche per un’azione di riqualificazione del borgo”.
“Questa fotografia desolante – conclude l’associazione – è quella di un borgo magnifico abbandonato dall’amministrazione comunale e che, viceversa, ha rapito i 6 mila spettatori di Jazzit Fest ed ora, anche la stampa statunitense”.