Tre manichini impiccati nel centro di Terni: CasaPound torna a ripetere quanto già compiuto nel recente passato con l’obbiettivo di denunciare la difficile situazione dei lavoratori. Questa volta l’azione è stata infatti messa in atto in occasione del primo maggio, data in cui, secondo il movimento politico neofascista, non c’è niente da festeggiare. I tre fantocci dislocati nelle vie cittadine simboleggiano infatti tre lavoratori: “Roberto, un operaio di 45 anni licenziato dall’azienda che ha scelto di delocalizzare la propria sede, Francesca, 39 anni e titolare di un’attività del centro di Terni vittima delle scelte scellerate del comune e del carico di tasse locali e nazionali, e Marco, lavoratore ‘atipico’ a partita Iva in un call-center, venditore precario di contratti telefonici senza fisso, senza contributi e senza speranza”.
Piergiorgio Bonomi, responsabile di CasaPound Terni e candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative del 25 maggio, scrive in un comunicato: “Anche quest’anno il primo maggio è stato l’occasione per far festeggiare i soliti noti e per arricchire i soliti sindacati. Noi invece per questo primo Maggio abbiamo voluto denunciare le condizioni dei lavoratori del centro, vittime della crisi e delle scelte fatte a braccetto da sinistra e centrodestra, giovani che quando va bene si trovano per le mani lavori con le stesse condizioni di fine 800, senza tutele, senza fisso o senza contributi pagati. Decisamente una pagliacciata quindi festeggiare quella che più che una festa ormai, dovrebbe essere un momento di riflessione sul mondo del lavoro; e se ci fermiamo a riflettere, considerando anche il numero crescente di suicidi legati al mondo del lavoro, viene fuori chiaramente il messaggio della nostra azione, un messaggio forte, ma tristemente attuale”.