Oggi l’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, si è presentata in audizione davanti alla commissione Industria del Senato. Le sue parole sono state tutt’altro che banali. Ha detto tra l’altro: “Se dovesse tonare anche una tensione piccola o leggera non avremmo mai più ordini: la credibilità dell’azienda è legata a un filo”.
Morselli ha sostenuto che il problema “non è a livello industriale ma i grandi operatori preferiscono un acciaio meno sofisticato ma che arriva. La mia più grande preoccupazione ora è dare una credibilità commerciale e di marketing a questa azienda: lo sciopero ha inflitto una grande ferita al mondo industriale europeo e ora la preoccupazione più grande che abbiamo è di dimostrare sul mercato che è stata difficile ma i momenti di tensione sono finiti e l’accordo firmato si applica e le tensioni sono finite”. Morselli ha infatti spiegato che “c’è stato uno degli scioperi più lunghi della storia d’Italia che ha creato forte preoccupazione nelle più grandi aziende italiane e europee che ora sono spaventatissime dal fatto che si possa ripetere”.
Rispondendo ad una domanda di un senatore, l’ad ha detto: “Ora stiamo recuperando quote di mercato e ordini cancellati quando l’azienda era chiusa. Prevediamo di arrivare a un milione di tonnellate di produzione di acciaio verso aprile, non prima di aprile”.
Ha detto inoltre Morselli: “C’è un grande problema legato all’elettricità, se a dicembre non verrà esteso lo sconto sul costo dell’energia per i grandi consumatori come chimici, carta e acciaierie, saranno grossi guai”. Rispondendo a una domanda del presidente Massimo Mucchetti, Morselli ha spiegato: “Noi ora paghiamo 120 milioni di euro l’anno, più del costo del lavoro, se non ci fosse lo sconto questa spesa aumenterebbe di 20 milioni l’anno”.
L’amministratore delegato ha anche detto: “La linea produttiva che stiamo spostando da Torino a Terni sarà operativa circa a metà del prossimo anno. Si tratta di un processo lungo che prevede anche un miglioramento tecnologico, il processo è già in corso ma prevediamo che ci vorranno ancora tra i dodici e i quattordici mesi”.
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