Il dibattito politico sull’odiato provvedimento del blocco del traffico a Terni si è infiammato a poche settimane dalla sua scadenza (termina il 31 marzo). Ieri se ne è parlato in Consiglio comunale per via di un atto di indirizzo con cui il consigliere di Fratelli d’Italia Marco Cecconi ne chiedeva la revoca. Richiesta che però è stata bocciata anche con l’astensione di Forza Italia (nonostante in un comunicato giudichi il blocco del traffico “iniquo e inefficace”).
Oggi Cecconi in una nota scrive: “A causa del voto contrario del Pd e dell’astensione di Forza Italia, nella seduta del 2 marzo il Consiglio comunale ha bocciato l’atto di indirizzo a mia firma, con il quale (già dal gennaio scorso) avevo chiesto la revoca del blocco delle auto disposta dall’Amministrazione Di Girolamo per due giorni a settimana: e questo è molto grave”.
Prosegue il consigliere di FdI: “Con questo atto di indirizzo, avevo chiesto di ricondurre simili provvedimenti in un contesto più ampio, ovvero un monitoraggio generale di tutte le vere criticità ambientali del nostro territorio: ma questa richiesta è stata respinta.
Avevo chiesto (sempre nel mio documento) di tener conto dei gravi danni arrecati alle attività commerciali a causa del blocco: ma il problema è stato ignorato. Avevo chiesto di convocare al più presto quella conferenza sull’ambiente, aperta a tutta la città (ad iniziare, come ho scritto, dal mondo del commercio), che il sindaco aveva promesso quando in Consiglio comunale nei mesi scorsi abbiamo discusso di emissioni inquinanti, inceneritori e via dicendo: ma, bocciando il mio atto di indirizzo, la Giunta ha evitato per l’ennesima volta di doversi impegnare”.
Conclude Cecconi: “Giocando con le procedure e le ipocrisie, tutti coloro i quali (di qualunque schieramento) hanno impedito l’approvazione di questo atto di indirizzo hanno, di fatto, rinnovato a Di Girolamo una cambiale in bianco che gli consente di perpetrare la sua politica degli annunci e delle pseudo-soluzioni che non aggrediscono mai le cause del problema, oltretutto senza tenere in alcuna considerazione gli interessi e le esigenze di quelle forze vive della città che ancora sopravvivono”.