Area di crisi complessa Terni-Narni, i commenti di Pd, FdI, Sel-Spt
CAVICCHIOLI Il capogruppo Pd Andrea Cavicchioli commenta: “L’approvazione dell’atto di indirizzo da parte dei Consigli comunali di Terni e Narni in seduta comune che ho presentato anche su mandato dei gruppi di maggioranza dei due Enti, rappresenta indubbiamente un atto positivo e l’inizio formale e sostanziale del percorso per ottenere il riconoscimento di area di crisi industriale complessa, che ha registrato la fondamentale condivisione delle associazioni di categoria, delle forze sociali e della Presidente della Regione dell’Umbria”.
“Il contesto economico ternano-narnese – continua Cavicchioli – presenta i requisiti richiesti dalla normativa di riferimento, caratterizzati dalla “crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetto sull’indotto e/o da una crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione del territorio” e pertanto anche il confronto che sarà attivato con il MISE si baserà su elementi oggettivi che legittimano la richiesta dei territori interessati per accedere all’unico sistema di incentivazione attualmente previsto dalla legislazione vigente. E’ evidente che il percorso attivato rappresenta una sfida per tutte le componenti attive del territorio e per la loro capacità progettuale e di proposta e che lo stesso si inserisce in una collaborazione che deve essere organica e strategica fra le aree di Terni e Narni per quanto riguarda la programmazione urbanistica, la gestione dei servizi e le infrastrutture”.
CRESCIMBENI Paolo Crescimbeni, consigliere del gruppo misto, ha espresso perplessità sullo strumento, che potrebbe essere “assimilato ad una sorta di bollino nero per il nostro territorio, oggi punteggiato da realtà in pieno sviluppo come ad esempio Eskigel, Fucine Umbre, Bernardini, Alcantara, Bayer, SGL/Elettrocarbonium, ex Meraklon, Novamont ed altri”.
CECCONI Marco Cecconi, consigliere di Fratelli d’Italia, commenta: “Nell’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale nel settembre scorso, lo strumento dell’area di crisi complessa, ipotizzato come eventuale, era subordinato – testuale – ad un preventivo ‘confronto con il governo’: ma non risulta che questo confronto finora ci sia mai stato. Per quanto riguarda Terni, sempre in quel documento si indicava testualmente come presupposto del riconoscimento dell’area di crisi complessa ‘l’inadeguatezza del piano industriale Tk presentato a luglio’. Dopo la firma dell’accordo del 3 dicembre scorso, le cose stanno ancora così? E allora come si spiegano i giudizi, di tenore opposto, che le Istituzioni locali Regione in testa – cofirmatari di quell’accordo – hanno sempre dato di quell’accordo romano? Come si spiegano i quasi 7 milioni di euro che, proprio in questi giorni, la Regione ha annunciato di aver messo a disposizione per dare attuazione a quell’accordo?”.
Prosegue Cecconi: “Oltre ai progetti per finanziare i quali sarebbero state stanziate queste ingenti risorse (ricollocamento dei dipendenti dell’indotto che hanno perso il posto, risanamento ambientale) – ed oltre alle risorse pubbliche che, ha assicurato Di Girolamo, sarebbero già disponibili per le infrastrutture a cominciare dal completamento della Orte-Civitavecchia – quali altri progetti concreti sono stati messi insieme dalla Regione in questi mesi per chiedere, con il riconoscimento dell”area di crisi complessa’, aiuti di Stato? Riuscirà la Regione a fare in pochi giorni (di qui al blocco imposto dalle imminenti elezioni) quello che, da settembre ad ora, non ha fatto o non ha voluto fare? Riuscirà ad avanzare al Ministero dello sviluppo economico, come prevede la legge, una proposta completa e credibile? Queste sono le domande che abbiamo posto al Presidente Marini: le stesse domande che avrebbe posto qualunque cittadino di buon senso, estraneo ai riti della politica. In assenza di risposte concrete e convincenti, il nostro ‘no’ a soluzioni contraddittorie e pasticciate – nient’altro che uno spot elettorale per ottenere un po’ di prebende di Stato – è, come sempre, forte e chiaro”.
SANTIROSI-RICCI Il capogruppo di Sel Narni Daniele Santirosi e il capogruppo di Sinistra per Terni Silvano Ricci, in una nota congiunta scrivono: “Ancora una volta Terni e Narni sono accomunati dal destino della propria economia, intrecciando i destini delle proprie industrie chimiche e siderurgiche. Più di cento anni in cui il paradigma di due comunità che misurano la loro esistenza nel rapporto molto intimo tra industria e ambiente circostante. Da Nera Montoro, passando per Narni Scalo, le zone industriali ed artigianali di Sabbioni e Maratta, attraversando le aree delle industrie chimiche della ex Polymer e delle Acciaierie, della fabbrica d’Armi, dello jutificio Centurini delle industrie chimiche di Papigno, la stazione elettrica di Villa Valle, fino alla Cascata delle Marmore, forza motrice di tutto il sistema a valle ed emblema delle 16 centrali idroelettriche che si dispiegano lungo il corso dei fiumi Nera e Velino, si può tracciare una linea immaginaria che concentra in un tratto di pochi chilometri tutta la storia moderna del movimento operaio, e della lotta per l’emancipazione culturale, nel passaggio dalla cultura rurale contadina a quella del lavoro della fabbrica moderna. A ridosso di questa linea immaginaria, insieme alle fabbriche sorgono rigogliose splendide mura, chiese e costruzioni medioevali, con scorci di epoca romana, in mezzo a resti fossili di epoca preistorica, immersi nel paesaggio unico della verde Umbria. Uno spettacolo unico da salvaguardare in tutti i suoi aspetti, ripensandolo complessivamente in un nuovo equilibrio tra l’ambiente e gli insediamenti abitativi ed industriali in una nuova chiave di sostenibilità. Un lavoro complesso, articolato e difficile, che deve muovere proprio dal recupero dei residui lasciati sui terreni da più di cento anni di storia industriale, ed al tempo stesso il ripensamento in chiave moderna e sostenibile di città urbane costruite sull’onda della necessità abitativa contingente”.
Proseguono i due consiglieri comunali: “Nel momento in cui la Regione dell’Umbria insieme ai comuni di Terni e Narni decidono, finalmente di attivare l’iter per il riconoscimento dell’area di crisi complessa, dal piano complessivo dovrà emergere un punto ineludibile: l’uscita del territorio dall’emergenza ambientale, considerando tale operazione come grande opportunità economica ed occupazionale. La complicata crisi industriale in cui versano i due settori chimico e siderurgico, segnata dal ritiro delle partecipazioni statali dell’ENEL, ENI ed IRI, dalle grandi e continue lotte dei lavoratori che nell’ultimo decennio hanno evitato il depauperamento del patrimonio industriale, attende una risposta chiara e decisa non più rinviabile, attraverso il contributo delle istituzioni locali e del governo nazionale. Le risposte costruite attraverso il salvataggio e la ripartenza dell’Elettrocarbonium, il segnale in controtendenza della Bayer, la nuova vita della Meraklon, le opportunità derivanti dalla chimica verde della Novamont, della Tarkett ed anche dell’Alcantara, insieme alla Tk Ast, stanno a dimostrare che il cuore pulsante delle industrie ternana e narnese è ancora lì, pronto a scrivere la storia del terzo millennio. Una storia che però deve essere scritta al contrario della precedente, ossia è l’industria che deve essere al servizio del territorio. È necessario partire dalla priorità ambientale, quindi bonificare le aree della discarica dell’AST, l’area NARNI 1 all’interno della proprietà dell’Elettrocarbonium, l’area della ex ADICA di Nera Montoro, per le quali aree vanno subito elaborati progetti tempestivi. E’ assolutamente necessario partire con la realizzazione dell’impianto di trattamento delle scorie correnti e quelle depositate nelle discariche di Pentima, in modo che si possano recuperare, attraverso la separazione metalli, carbonato di calcio e inerte che diventeranno nuove materie prime, in grado di garantire un nuovo valore economico aggiunto e occupazione. L’impianto di trattamento va realizzato in un luogo in cui è possibile il collegamento ferroviario con l’acciaieria, come ad esempio il polo chimico, così da evitare un andirivieni di autoarticolati che andrebbero a gravare sul bilancio ambientale della conca. Ciò permetterebbe anche un agevole trasporto dell’inerte verso il mercato romano delle costruzioni, in grado di assorbire tutta la quantità. Non possiamo trascendere dal trasporto su rotaia. Chiaramente per la riuscita complessiva di tale progetto, l’acquisto delle aree di Basell diventa un prerequisito irrinunciabile, da perseguire utilizzando anche le risorse derivanti dallo status di area di crisi complessa. Al tempo stesso andrebbero avviati i progetti previsti per il trattamento dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata del territorio. Tutto questo farebbe nascere un polo di importanza nazionale per la ricerca sulle bonifiche ambientali e sul recupero della materia prima seconda e sulle bioproduzioni in una nuova collaborazione tra università di ingegneria, istituzioni, imprese, anche attraverso l’autofinanziamento del sistema”.
Continuano Santirosi e Ricci: “Necessaria inoltre una seria rivisitazione della mobilità urbana con l’ausilio dei mezzi elettrici, a partire dal trasporto pubblico e dalle merci. Così come va rielaborato un progetto complessivo per l’utilizzo della centrale energetica della Edison, all’interno del polo chimico, attraverso un suo più ampio coinvolgimento nel riscaldamento/ raffrescamento, dell’area urbana vicino allo stesso polo, con un saldo dei valori di inquinamento assolutamente positivo. È necessario poi governare il processo di bonifica e reindustrializzazione dell’area Elettrocarbonium, in linea con il progetto PAES del comune di Narni e della Smart City di Terni e Narni. Così come sono necessari interventi urgenti a Nera Montoro, nell’area ex Adica, cercando di valorizzare anche la nascita di attività di filiera o di conto lavorazione nei confronti di Alcantara. La messa in sicurezza del territorio, a quel punto, permetterebbe di promuovere nuove iniziative di marketing territorialevalorizzando le bellezze ambientali e culturali del nostro territorio, sviluppando nuove attività; le infrastrutture che verranno costruite devono essere in linea con il tema della sostenibilità ambientale. Un ambiente ripensato complessivamente come valore aggiunto e sinonimo del buon vivere, della buona occupazione. Per fare tutto ciò, è ora di accelerare il percorso dell’area di crisi complessa, a partire dalla riunione odierna. Noi crediamo fortemente che Ambiente e Lavoro possano e debbano andare di pari passo”.