Ast, Di Maio in visita a Terni: ”Lo Stato salvi acciaieria. Se Tk va via ci prendiamo stabilimento”
Di Maio ha affermato: “Dobbiamo essere uniti per difendere questa fabbrica. Non bisogna pensare che l’unica strada sia quella della proprietà, ma Governo e istituzioni regionali devono collaborare per trovare stanziamenti affinché l’industria rimanga sul territorio. Bisogna dire alla proprietà: ‘se tu te ne vuoi andare noi ci prendiamo lo stabilimento’. In questi casi lo Stato può intervenire con il Fondo Strategico Italiano”.
“Mi auguro – ha aggiunto Di Maio – che la questione dell’Ast sia all’interno del decreto Sblocca Italia, qualora non fosse così presenteremo in Parlamento emendamenti per sostenere questo stabilimento. Lo Stato salvi e ammoderni questo stabilimento. E metta in atto un piano nazionale per l’acciaio che punti a far acquistare alle aziende italiane l’acciaio prodotto in Italia. Ci sono gli strumenti per intervenire in questo senso. Il problema della siderurgia non è uno dei problemi nazionali, è il problema”.
Il vicepresidente della Camera ha annunciato che il 4 settembre sarà presente al Mise, per l’incontro con Thyssenkrupp: “O fuori la porta o dentro la stanza io ci sarò. A quel tavolo non si potrà parlare di licenziamenti e ammortizzatori sociali, ma di sviluppo dell’acciaieria”. Di Maio ha infine sostenuto che “di questa vertenza si parla troppo poco e io sono qui con telecamere e microfoni anche per contribuire ad una maggiore visibilità. Oggi stesso scriverò una lettera sul caso Terni a tutti i deputati ed ai senatori”.
All’incontro con Di Maio erano presenti anche parlamentari e eurodeputati del M5S eletti in Umbria, consiglieri comunali del M5S Terni, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e il sindaco di Narni Francesco De Rebotti. Al termine il vicepresidente della Camera aveva espresso l’intenzione di pranzare in mensa insieme agli operai ma l’azienda ha posto il rifiuto per motivi di sicurezza.
PRC TERNI Il Partito della rifondazione comunista di Terni saluta con grande favore la proposta di nazionalizzare Ast avanzata da Di Maio: il Prc spinge per questa soluzione da diverso tempo. Il comunicato del Prc Terni:
“Nella sua visita alle acciaierie di Terni, il Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha fatto propria la proposta di ricorrere al Fondo Strategico Italiano per procedere alla nazionalizzazione dell’AST. Si tratta di un impegno importante, che consente di porre finalmente al centro della discussione l’individuazione degli strumenti necessari per garantire la tenuta della siderurgia ternana, a fronte della palese volontà della multinazionale di procedere alla progressiva dismissione produttiva ed alla svendita di AST.
Al contrario di quanti si attardano ancora nella ricerca di una soluzione attraverso il mercato, fingendo di non vedere che proprio in ragione del mercato gli oligopoli che sovrintendono la siderurgia continentale vogliono sacrificare Terni e la sua industria, quella della ripubblicizzazione si rivela sempre di più un’opzione strategica inderogabile, per salvaguardare i livelli produttivi ed i lavoratori dalla penetrazione di prodotti siderurgici di provenienza estera e dai conseguenti fenomeni di dumping sociale e produttivo.
Come Rifondazione Comunista abbiamo sostenuto questa necessità da tempi non sospetti. Che adesso anche altri si scoprano ripubblicizzatori è un fatto positivo, che tuttavia non può rimanere episodico o peggio ridursi ad un mero intento. Per questo chiediamo al Vicepresidente Di Maio ed a quanti rappresentano il Movimento 5 Stelle nelle istituzioni locali e nazionali di gettare le basi per un progetto di legge per l’acquisizione da parte dello Stato dell’AST, magari con l’istituzione di un ente preposto alle partecipazioni statali nei settori strategici dell’economia, recuperando gli aspetti positivi dell’esperienza dell’IRI e rinnovandoli nel segno del controllo democratico delle produzioni e delle attività aziendali. L’obiettivo non può che essere quello di creare un Sistema Italia per la siderurgia, che raccordi e coordini le attività dei maggiori poli siderurgici italiani, quali appunto Terni, Piombino e Taranto, tutti esposti a processi di ristrutturazione e dismissione di inedita gravità. Una proposta di legge che coinvolga tutti coloro che sono disponibili a sostenere il conseguimento di tale obiettivo, a partire dai lavoratori minacciati dal ricatto occupazionale perpetrato dalle multinazionali nel nostro territorio.
Terni, da vittima sacrificale del neoliberismo e dell’austerità, può e deve divenire il cantiere di un nuovo modello di sviluppo”.