Ast, frenata dei livelli produttivi. In programma un incontro all’Europarlamento
Aumenta la preoccupazione negli stabilimenti di viale Brin. Crisi del mercato dell’inox e incertezza aziendale infatti frenano ancora i livelli produttivi dell’Ast di Terni: a giugno la produzione dell’area a caldo si fermerà infatti a 93.500 tonnellate, sui livelli di maggio ma lontana dalle potenziali 120 mila. E’ quanto emerso da un incontro che si è svolto oggi tra i vertici dell’azienda e le rsu del gruppo. Queste difficoltà del mercato si vanno ad aggiungere alle ben note vicende della cessione dell’Ast da parte di Outokumpu: di questo si parlerà domani all’Europarlamento di Strasburgo, dove è in programma un incontro sul futuro dell’industria siderurgica europea cui parteciperanno i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle Istituzioni umbre. L’incontro è stato organizzato dai vicepresidenti del Parlamento europeo Roberta Angelilli e Gianni Pittella e il Presidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, Amalia Sartori.
Tornando alle difficoltà del mercato, per il reparto Acc, a giugno, la fermata degli impianti dovrebbe attestarsi a cinque giornate, salendo a sette per il reparto Lac (89.400 tonnellate). La fermata più lunga riguarda invece la produzione a freddo: per la linea 4 sono previsti 23 giorni di fermata, mentre gli altri impianti dovrebbero lavorare in maniera regolare. Per luglio, secondo quanto si apprende da fonti sindacali, l’azienda ha già annunciato un riempimento dell’area a caldo, con una produzione che dovrebbe attestarsi intorno alle 102 mila tonnellate di acciaio. Ma la produzione aumenterà grazie a un anticipo di commesse inizialmente previste per agosto, per il quale si preannuncia quindi una fermata degli impianti piuttosto lunga.