Ast, Liberati: “Emissioni incontrollate, una storia lunga un secolo. Sicurezza sanitaria non tutelata”
Ha suscitato clamore la nuvola di polvere grigia che ieri pomeriggio si è alzata dalla discarica dell’Ast e, sospinta dal vento, si è diffusa nel centro di Terni ed in altre zone della città. Oggi il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, diffonde il video registrato da un cittadino e denuncia “emissioni incontrollate da oltre un secolo” riportando anche una testimonianza di 104 anni fa.
Il comunicato di Andrea Liberati:
“Le dispersioni incontrollate in atmosfera di inquinanti siderurgici (nuovo video allegato) non sono purtroppo una novità a Terni. La seguente lettera è stata scritta qualche estate fa alle Acciaierie:
Nell’interesse di mia moglie, signora Amalia Piacentini, espongo alla S.V. che in conseguenza dell’impianto dei nuovi forni Martin costruiti da codesta Spett.le Società, il fumo che si sprigiona dai camini si riversa, specialmente nelle giornate ventose, abbondantemente sulla collina dominante lo Stabilimento, arrecando non lievi danni alle proprietà ivi esistenti fra cui è compresa quella di mia moglie in vocabolo L’Eremita.
Di ciò presento regolare reclamo alla S.V. perché siano accertati i detti danni fino ad ora verificatisi, ma anche per tenere responsabile codesta Società di ogni e qualsiasi danno futuro.
In attesa di riscontro,
Vincenzo Nucci, via Fratini, 31, Terni.
Era un giorno d’estate, 104 anni fa, quando tale missiva venne inoltrata all’Onorevole Signor Direttore delle Acciaierie.
La ricercatrice ternana Maria Cristina Garofalo, studiando le carte presso l’Archivio di Stato, ha recuperate svariate lettere di analogo tenore, collazionandole nel libroGli impolverati, edizioni Thyrus, di fresca stampa. Tralascio qui l’ipocrisia secolare della ‘Società’ e dei periti di parte nel rispondere a cittadini e proprietari preoccupati dello stato dei vegetali, del foraggio, degli animali stessi.
100 anni dopo, le ragioni della produzione restano preminenti. E il fenomeno registrato a Terni ieri, 10 luglio, si ripete da tempo alla Metal Recovery, come altrove. Visibile e meno visibile. Di giorno e di notte.
E che importa se, secondo le statistiche, pure qualche operaio (quanti?) perderà la salute sull’altare del progresso: dinanzi al colosso siderurgico, ancor oggi, chi conta –buona parte di politici, sindacalisti, magistrati, medici ‘distratti’- pare arreso allo schema novecentesco.
La situazione è infatti ab origine fuori controllo. Lo è in modo plateale: basta leggere le denunce di 100 anni or sono.
Tragicomico è il fatto che tuttora resti impossibile esigere a Terni il rispetto della legge, che pure esiste a garanzia di tutti. Lo speciale ius teutonicum-interamnensiumè ben più forte del diritto romano di cui siamo orgogliosi figli.
Tutto sembra congiurare affinché nulla cambi, fino al prevedibile esito, quando, in forza di normative europee sempre più rigorose, i costi per la riqualificazione saranno miliardari e, dunque, davvero insostenibili, anche perché gli investimenti andavano fatti come a Duisburg: costantemente. E soprattutto seriamente, senza ruberie di lunga data, senza trasversali furbizie da strapaese.
Pertanto l’impressione è che i costi di corruzione e future ristrutturazioni euro-asiatiche saranno scaricati nuovamente sulle maestranze locali.
Nell’attesa, un’orchestrina continua a suonare. Più Titanic che Umbria Jazz”.