Ast, Melasecche racconta gli scontri in piazza e chiede: ”Andiamo a Roma in 10 mila”
La nota del consigliere comunale Enrico Melasecche:
“Vivendo in prima linea con gli operai dell’AST, minuto per minuto la giornata di ieri, in tutte le fasi, da quelle drammatiche della mattina a quelle istituzionali in Parlamento, traggo la conclusione che occorra uno sforzo ben diverso, di tutti, dalle istituzioni regionali, dal primo all’ultimo cittadino, per sbloccare una situazione che si sta incancrenendo e rischia di diventare la pietra tombale del futuro di Terni.
AMBASCIATA TEDESCA. Dopo tre ore e mezza di stazionamento della manifestazione, bloccata dalle forze dell’ordine in assetto di sommossa (con un dispiegamento di forze e di mezzi mai visto) all’inizio di Via San Martino della Battaglia, onde evitare che gli operai potessero avanzate davanti all’ingresso dell’ambasciata, l’unico comunicato che esce dalla sede diplomatica è di una nullità disarmante. Non c’è scritto ci che alcuni speravano ci fosse (un giudizio sulla vertenza ed un impegno ad affrontarla) ma neanche mezza parola sull’inoltro a Berlino della manifestazione.
PIAZZA INDIPENDENZA. Delusi ed in parte esasperati per la freddezza burocratica della diplomazia ci dirigiamo nella piazza per avviarci verso il Ministero dello dell’Industria e dello Sviluppo Economico. Tutte le uscite sono bloccate dalla Polizia per impedire che il corteo avanzi. Inizia il primo contatto fra manifestanti e polizia davanti ad una banca. Urla degli operai, grida di risposta con l’ordine di fermarci. Ad un certo punto, inspiegabilmente, una delle squadre inizia a manganellare. Non credo ai miei occhi e, sinceramente ho tenuto per la mia incolumità, visto che ero a pochi metri dallo scontro. Comportamento assurdo. Non c’era alcuna ragione per colpire. Errore grave di chi ha dato quell’ordine. Solo dopo per reazione sono volate qualche decina di bottigliette di plastica dell’acqua…non di sa pietrini. Nessun danno da parte dei manifestanti a persone o cose. Tutti a volto scoperto. Feriti, gente a terra, autoambulanze. Minuti di tensione fortissima. Ad un certo punto, forse qualcuno si è reso conto della idiozia di aver ordinato la carica, la polizia arretra e consente al corteo di procedere. La presenza di Landini che urla le ragioni dei lavoratori conferisce allo scontro una valenza politica forte, anche alla luce delle notizie che si rincorrono sulla possibile formazione di un partito alla sinistra del PD. Il corteo procede speditamente, si giunge in Via XX Settembre davanti al Ministero dell’Economia ma lo si lambisce appena velocemente. I canti da stadio dei partecipanti attirano l’attenzione di tutti, dalle finestre dei palazzi ai passanti. Si giunge infine al MISE dove il Ministro Guidi riceve una delegazione. Sono le 13,30 e quei pochi che intendono entrare a Montecitorio per le 15 per assistere in diretta alla relazione che farà il Ministro Guidi debbono organizzarsi.
PIAZZA DEL PARLAMENTO. Alle 14,30 siamo in pochissimi a partecipare ai controlli di sicurezza per entrare, compresa la vestizione della cravatta indispensabile per salire alle tribune. Con me il consigliere Marco Cecconi e qualche ternano interessato. Successivamente entrano circa venti operai con i consiglieri Pasculli, Pococacio e Trenta. Consiglieri comunali solo in cinque. Di assessori neanche l’ombra nell’intera giornata, forse appartengono ad un altro mondo. La Guidi espone la relazione dalle 16,05 fino quasi alle 16,50. Una delusione profonda. Non si muove dalla mediazione a tutti già nota, 290 licenziamenti nei due anni favoriti dagli incentivi aziendali, il secondo forno dovrebbe funzionare nei cinque giorni feriali (non si sa bene come, alla luce dei licenziamenti confermati). Soprattutto dà l’idea di volersi arrampicare sugli specchi perché, in estremo imbarazzo, ripete concetti quattro o cinque volte, dando la dimostrazione di non sapere cosa dire di nuovo. Non un cenno alla nazionalizzazione, velleitaria, ma neanche all’intervento del Fondo Strategico della Cassa DDPP. Solo 10 milioni di incentivi per l’energia elettrica che ridurrebbero da 40 a 30 milioni il taglio al contratto aziendale. Non un impegno nel voler confrontarsi con la nuova Commissione Europea per reclamare nuove decisioni dopo la vergogna dei comportamenti fin qui seguiti, assumendosi le responsabilità del No a Outokumpu e la successiva arrendevolezza rispetto ai comportamenti della TK. Una politica europea palesemente filo tedesca che fa capire qual’è la considerazione nel gruppo dirigente europeo del nostro Paese. Seguono gli interventi dei gruppi. Alcuni banalmente polemici, altri più interessanti ma inascoltati dalla Guidi.
RIENTRO A TERNI. Tre operai mi chiedono un passaggio in auto per Viale Brin. Discutiamo in modo costruttivo. I giudizi coincidono, purtroppo anche le moltissime preoccupazioni. In particolare emerge la paura vera degli operai che hanno sottoscritto la transazione per l’esodo volontario, molti giovani che temono di perdere tutto e si aggrappano ad una manciata di soldi per farne non si sa bene cosa: “andremo all’estero per aprire un’attività!”. Triste e confuso presagio.
STATO DELL’ARTE. Dopo questa giornata lunghissima l’unica conclusione che graffo è che, se ancora una c’è una possibilità di sbloccare in qualche modo questo stallo, occorre fare molto di più e molto meglio. Tutti.
SINDACO. Domani deve partecipare alla conferenza dei capigruppo e dare finalmente ascolto alle proposte originali che verranno dai gruppi, con un ordine del giorno UNITARIO ma forte e chiaro. Occorre ben altro coraggio, ben altra lucidità. Deve pretendere da Renzi che onori l’impegno che ha preso alla Leopolda, se quelle parole non sono una presa in giro nei confronti non tanto del sindaco quanto dell’intera città. Deve pretendere dalla Marini che assolva al ruolo che le compete. Chiaro e forte. I balbettii non sono più concessi a chi si è candidato e pretende di continuare a guidare la città in questo rafting in cui occorre carattere e lucidità. Non aggiungo altro per carità di patria.
CONSIGLIERI COMUNALI. Coesione su obiettivi forti. Partecipazione massiccia a tutte le manifestazioni prossime.
CITTÀ INTERA. Ieri cinquecento manifestanti per le strade di Roma erano troppo pochi. Sembravano un manipolo di disperati. Bravi, bravissimi, coesi, cori urlati, ma troppo pochi. La prossima manifestazione, a Roma, dobbiamo essere in 10.000. Tutti devono fare uno sforzo. Non c’era un solo rappresentante delle associazioni di categoria, quegli imprenditori che piangono e strillano quando le commesse si riducono ma quando occorre metterci la faccia e se necessario il cranio……..nulla e nessuno. Non c’era un pretendente alla Presidenza della Camera di Commercio nè alcun rappresentante del Consorzio di Bonifica Tevere Nera. Lo so, a loro spetta fare altro, ma sono ternani? Vivono quelle realtà i problemi di Terni o sono totalmente avulsi dal contesto in cui tutti viviamo?
Occorre una cabina di regia: maggioranza e minoranze, possibilmente poca demagogia ma cervello e decisioni operative, con sindacati e RSU. Il problema non è solo degli operai ma di tutti coloro che vivono in questa Conca e dintorni. Non c’era una fascia tricolore di altri Comuni. O si rovescia questo tavolo bloccato o è la fine. Discuteremo dopo delle responsabilità o, mi auguro, dei risultati positivi, se ci saranno”.