Ast, nuovo ad a sindacati: ”Tutto sarà discusso insieme, Terni è realtà diversa da Berco”
Un incontro che i sindacati (preoccupati per questo, inaspettato, cambio alla guida di Ast) definiscono “interlocutorio”, e nel corso del quale Morselli ha precisato che Terni è una realtà industriale, economica, produttiva ed occupazionale diversa da altre realtà nelle quali lei ha già operato. Il nuovo ad ha voluto ribadire ai sindacati che il suo lavoro in Ast sarà “completamente diverso da quello fatto, ad esempio, in Berco (dove aveva inviato circa 600 lettere di licenziamento senza grandi confronti con i sindacati, ndr) e che tutto sarà discusso e condiviso con la rappresentanza dei lavoratori”.
Alla Morselli, i sindacati hanno rilanciato le loro richieste per conoscere qual è il progetto industriale che Thyssenkrupp vuole attuare su Terni e per il coinvolgimento dei sindacati stessi “nella discussione e preparazione del nuovo piano industriale”. Piano che la multinazionale tedesca ha annunciato sarà presentato entro luglio. I sindacati hanno inoltre sostenuto che “dal punto di vista dei sacrifici abbiamo già dato e questo tessuto industriale non può perdere ulteriori posti di lavoro”.
In conclusione i sindacalisti misureranno “sul campo, attraverso le azioni che il nuovo ad promuoverà, l’effettiva coerenza di quello che ci è stato detto verbalmente e quello che concretamente realizzerà”.
IL PRECEDENTE Ad allarmare non sono soltanto le voci e le ipotesi sul piano industriale (rumors parlano della chiusura di un forno fusorio e del ridimensionamento dell’area commerciale) ma anche un inquietante precedente. Nel 2004 infatti la sostituzione dell’amministratore delegato coincise con la chiusura del reparto magnetico in cui erano impiegati circa 350 operai. In quell’occasione per fare il lavoro sporco, Thyssenkrupp nominò come ad Michael Rademacher che rimase pochi mesi alla guida di Ast, venendo sostituito da Harald Espenhahn.