Ast, Outokumpu serve lo spezzatino: totale fallimento del Governo. Sindacati: mobilitazione in vista

Un incontro che i rappresentanti istituzionali si sforzano diplomaticamente di non bollare come “inutile” (qui l’articolo). In realtà il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, non ha fatto cambiare di una virgola le intenzioni del ceo di Outokumpu, Mika Seitovirta, che è volato a Roma, nella sede del ministero, a ribadire l’intenzione di saccheggiare le acciaierie di Terni dei pezzi più pregiati per poi tentare di vendere ciò che ne rimane. I circa 300 operai Ast che hanno dato vita ad un presidio sotto la sede del ministero non hanno invece nascosto la propria rabbia ed hanno invocato lo sciopero. All’orizzonte si vede un autunno di lotta in difesa dell’industria più importante dell’Umbria.

Ora è però inutile nascondere il colossale flop dell’azione del Governo la cui tanto sbandierata autorevolezza internazionale si è rivelata impalpabile, inesistente. E’ accaduto che un amministratore delegato di una multinazionale finlandese sia volato a Roma per confermare vis-à-vis quello che aveva già deciso nel proprio ufficio. Non c’è stata alcuna trattativa, nessun vero dialogo, nessun pugno sul tavolo. Il Governo italiano si è limitato a prendere atto che in questo perverso risiko economico, gli unici a lanciare i dadi sono Germania e Finlandia che indisturbate decidono dove smontare e rimontare parti produttive delle secolari acciaierie di Terni. Che decidono della sorte di migliaia di lavoratori e, in sostanza della vita di un’intera città italiana.

Sta accadendo che una multinazionale finlandese, senza nemmeno tentare di nascondere i propri intenti, decida di spogliare un intero territorio della capacità produttiva, senza che il Governo italiano alzi un dito, minacci ritorsioni, proponga vie d’uscita. Un’assemblea di azionisti decide l’impoverimento di una regione italiana mentre il Governo Monti, calcolatrice alla mano, abbassa l’Irpef per aumentare l’Iva.

Se i rappresentanti politici tentano di abbozzare, confidando in ulteriori tavoli taumaturgici, i sindacati non riescono invece a nascondere la propria rabbia e frustrazione. Fiom, Fim, Uilm e Ugl Metalmeccanici, che hanno incontrato i vertici della multinazionale nel primo pomeriggio, giudicano “negativo” anche il loro incontro, così come quello avvenuta tra multinazionale e rappresentanti istituzionali. Dopo averlo fatto con il ministro Passera, i vertici di Outokumpu, infatti, hanno ribadito la propria posizione anche ai sindacati. Dal canto loro i rappresentanti nazionali e locali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl hanno ovviamente riaffermato la netta contrarietà al piano di dismissione prospettato da Outokumpu. Un muro contro muro che porterà ad una nuova mobilitazione da parte dei sindacati. Nelle prossime ore si svolgeranno assemblee di fabbrica e le rsu valuteranno ulteriori iniziative da intraprendere in difesa del sito. Inoltre domani le segreterie di Cgil, Cisl, Uil, insieme ai sindacati di categoria delle stesse sigle, chiederanno ufficialmente al Governo di convocare un incontro al quale verrà richiesta la presenza non solo della dirigenza di Outokumpu ma anche di quella della ThyssenKrupp, al momento ancora proprietaria dello stabilimento Ast di Terni.

Le dichiarazioni dei sindacalisti mostrano meno diplomazia e più disillusione e richiesta di concretezza. Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm parla di “un incontro deludente con momenti assolutamente imbarazzanti. Ci sentiamo presi in giro e reagiremo per quanto ci riguarda con determinazione e durezza. Con sfrontatezza quasi a sfiorare l’arroganza, la delegazione finlandese ha confermato l’intenzione di dismettere il sito siderurgico dell’Ast di Terni privandolo di parti fondamentali come il tubificio e la linea di laminazione dell’acciaio brillante. Inaccettabile e contro ogni logica di serio investimento sul territorio nazionale”. Quindi l’esponente della Uilm si è rivolto al Governo: “E’ ora che la smetta di stare a guardare la desertificazione che la concorrenza estera determina sulle nostre realtà industriali. Agli occhi dell’opinione pubblica internazionale l’Italia è il luogo dove chiunque interessato all’industria può fare self service a basso costo e senza ostacoli. La siderurgia è il drammatico esempio di questo consolidato atteggiamento. Il ministro Passera compia degli atti degni del dicastero che guida: se non riesce con lo sviluppo al momento eserciti almeno una degna azione di salvaguardia. In caso contrario è evidente che l’Esecutivo sta esaurendo la funzione per cui è stato chiamato a governare”.

Il Segretario Generale della Fismic, Roberto Di Maulo, invita il governo a intervenire in maniera decisa e senza indugi per salvaguardare un ”settore primario del comparto manifatturiero che sta conoscendo una crisi senza precedenti’. ‘Mi chiedo – afferma Di Maulo – a che cosa possa mai servire il patto sulla produttività sventolato e auspicato dal ministro Passera se poi la produzione portante dell’industria italiana corre il rischio di venire smantellata. In Italia il settore siderurgico, il settore inox e quello dei laminati sono sull’orlo del baratro. Siamo di fronte a una situazione drammatica che rischia di provocare anche fortissime tensioni sociali, ma il governo sembra rivolgere la sua attenzione ad altri problemi”.

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