Ast, Renzi: ”Saremo in prima fila per il rispetto degli accordi”
INCONTRO MARINI-SINDACATI Proprio sull’Ast, ieri si è svolto il controverso incontro tra Marini, il sindaco di Terni Di Girolamo e i sindacati. Questi ultimi, Cgil, Cisl e Uil, al termine hanno spiegato di aver nuovamente chiesto riconvocazione del tavolo al ministero dello Sviluppo economico. In una nota i tre sindacati hanno spiegato di aver sollecitato anche un’accelerazione “da parte del Governo al fine di concretizzare il progetto per la difesa dell’occupazione e delle professionalità che ha una copertura finanziaria disponibile di 1,7 milioni di euro”. Inoltre è stata chiesta l’apertura di un tavolo regionale sul sistema degli appalti che coinvolga le aziende, per stilare un protocollo regionale, e la costituzione di una task-force per affrontare l’eventuale emergenza delle aziende, anche in sub-appalto, che hanno chiuso o stanno chiudendo e che non riescono a far fronte alle spettanze delle lavoratori. Questa task-force potrebbe prevedere l’impegno degli uffici regionali e del sistema del credito umbro. “Sindaco e il presidente della Regione – concludono Cgil, Cisl e Uil – hanno preso atto della profonda e particolare crisi che sta investendo i lavoratori dell’indotto Ast proprio in queste ore”.
CECCONI Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi, che fin dall’inizio aveva criticato l’iniziativa giudicandola “una buffonata”, commenta l’esito con la seguente nota:
“Alla fine la montagna ha partorito il topolino, anzi… la promessa del parto di un ratto futuro: ‘dirò’, ‘farò’, ‘parlerò’ (con Renzi), ‘gli spiegherò’ (quello che succede all’AST, che lui ancora non è che l’abbia capito tanto bene…).
Come volevasi dimostrare, l’inutile sortita ternana della Presidente uscente della Regione Catiuscia Marini ha prodotto un bel nulla, anzi meno. Solo due sindacati presenti dei tre confederali invitati (le rappresentanze del terzo magari erano impegnate altrove e può succedere, se uno viene ‘convocato’ solo poche ore prima, neanche fosse un taxi dal quale scendere e salire a chiamata…). Altri due sindacati più che presenti in fabbrica, ma lasciati fuori della porta. E, per il resto, nient’altro che una sfilza di scarpe sinistre – modello Achille Lauro – con l’implicita promessa di poter avere magari anche la destra dopo il voto di domenica prossima.
Che la Regione in primis dovesse rappresentare al governo la strategicità delle Acciaierie ternane e l’inaffidabilità – rispetto agli interessi del territorio e dell’Italia – del suo management made in Germany, glielo andiamo ripetendo da quasi un anno, ovvero da quando è esplosa l’ultima dirompente vertenza: ma, evidentemente, il messaggio finora è stato così debole – o il messaggero così reticente – che, mentre a Terni cresceva l’allarme, a Roma e altrove il ministro Guidi è diventata il portavoce ufficiale della proprietà.
E allora, adesso, a cinque giorni dalle regionali, che altro dovrebbe fare la città se non indignarsi di fronte all’ennesima promessa di portare all’attenzione del premier quello che il premier non ha voluto intendere neanche alla Leopolda…? Perché Renzi dovrebbe essere più attento mercoledì, in pieno comizio elettorale pro-Marini, di quanto lo sia stato al suo tavolo di lavoro romano? Che pensava di fare, la Presidente uscente, con questa comparsata, con questo spot elettorale malriuscito…? Trattare i ternani per quello che a Perugia pensano che siamo?
La Marini stia serena. Le scarpe? Ci teniamo le nostre: meglio scalzi, che imbecilli”.