Ast, riprende confronto tra azienda e sindacati: riorganizzazione dopo uscite volontarie
Ancora ai sindacati non sono stati comunicati i numeri ufficiali ma sarebbero circa 400 le persone che hanno lasciato il posto di lavoro aderendo all’uscita volontaria incentivata da 80 mila euro lordi (61 mila euro netti) e altre si starebbero aggiungendo anche in questi giorni (la possibilità resta aperta per tutti i lavoratori fino ad aprile). Oltre alla riorganizzazione dei reparti, c’è da risolvere la questione degli impiegati, in numero eccessivo rispetto agli operai: ad accettare l’uscita volontaria sono infatti stati soprattutto quest’ultimi. Per i colletti bianchi non si esclude lo spettro del demansionamento.
La situazione resta complicata, sottolineano le rsu, anche sul fronte dei volumi, ancora lontani dal milione di tonnellate promesso dall’azienda, tanto che a febbraio potrebbero essere necessari quattro o cinque giorni di cassa integrazione. Da valutare, infine, anche la questione del settore commerciale, visto che numerosi venditori avrebbero abbandonato l’azienda dopo il lungo stop dell’attività dovuto allo sciopero dell’autunno scorso. Insomma, per l’acciaieria di Terni il 2015 si apre con moltissime incognite.