Ast, scontri e vertenza, Renzi e Guidi incontrano sindacati. Alfano: ”Nessun input di manganellare”
Renzi ha garantito che sugli scontri “faremo verifiche e poi gli atti saranno conseguenti”. Poi il presidente del Consiglio ha detto: “Non vogliamo fare a meno del sindacato nelle trattative sindacali. L’imperativo morale è portare a casa la vertenza Ast. Le discussioni politiche le lasciamo fuori da qui”. Renzi ha aggiunto che la vertenza “va separata dal confronto politico. Non consentirò di strumentalizzare Terni”.
Aggiornamento ore 12,45: Al termine dell’incontro con i sindacalisti Guidi ha detto: “Ast si è detta disponibile a rafforzare il piano industriale. Contando le mobilità volontarie, circa 140, restano sul tavolo circa 140-150 esuberi”. Un nuovo incontro sarà convocato la settimana prossima. Guidi ha anche aggiunto che “serve lo sforzo di tutti, dobbiamo mantenere produttivo il sito” e rispondendo a una domanda ha detto “io credo nel piano industriale”.
Nella conferenza stampa dopo l’incontro di palazzo Chigi, Landini ha dichiarato: “Partivamo da un piano industriale giudicato inaccettabile, dopo l’informativa del Governo di questa mattina, invece c’è la nostra disponibilità a riprendere la trattativa. L’azienda confermi però il nuovo piano industriale e il piano di investimenti e tolga dal tavolo quello che ci ha diviso fino ad oggi”. Per quanto riguarda gli scontri, Landini ha detto: “Non abbiamo chiesto dimissioni di nessuno, chiesto che venga accertato ciò che è avvenuto e decisioni che impediscano che possa risuccedere ciò che è avvenuto ieri perché ogni giorno lavoratori a Roma che difendono il loro futuro”.
Aggiornamento ore 13,35: Ha affermato Guidi: “Dopo che si era interrotto il tavolo abbiamo continuato a lavorare per trovare alternative, ora l’azienda si è detta disponibile a un piano che mantenga l’integrità produttiva del sito, che consenta di avere due forni operativi e che limiti al massimo il numero di esuberi”. In realtà, come più volte ricordato, ciò che secondo il ministro ha accetto l’azienda, è sostanzialmente ciò che la stessa Thyssenkrupp aveva autonomamente proposto già un mese fa.
In merito agli scontri, Landini ha detto: “Non è vero ciò che sostiene la questura di Roma, nessuno ha mai detto di andare verso la stazione e lo testimoniano i video, tutti nella piazza lo sapevano che volevamo andare al ministero perché c’era incontro tra azienda e Governo. Siamo stati aggrediti e non abbiamo fatto niente. Grazie a intelligenza lavoratori non è successo nulla. Noi abbiamo feriti che sono ancora in ospedale e abbiamo impedito che succedesse qualcosa, c’erano 1500 licenziamenti e non è successo nulla”.
Aggiornamento ore 15,30: Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha riferito in Senato sugli scontri. Dopo le premesse, Alfano ha sostenuto che alcuni funzionari di polizia avevano raccolto la voce che il corteo volesse andare alla stazione Termini. Benché, aggiungiamo noi, i video mostrino che la carica è partita mentre i lavoratori andavano in direzione opposta a quella della stazione.
Iniziando la sua esposizione, Alfano ha detto: “Esprimo personale solidarietà ai lavoratori dell’Ast e della polizia feriti ieri. Serve un senso di responsabilità di tutti per evitare una scintilla che rischierebbe di innescare pericolose derive” ed ha affermanto di provare “amarezza” per il fatto che “una questione centrale come il lavoro stia diventando scenario di contrapposizione tra lavoratori”.
Ha proseguito Alfano: “Dall’insediamento di questo Governo si sono svolte 5.934 manifestazioni di rilievo e la stragrande maggioranza ha avuto un corso assolutamente tranquillo. Circa la metà (2.350) hanno avuto alla base problematiche sindacali e occupazionali. Se il Governo avesse voluto dare alla polizia linee di estrema durezza sui manifestanti avrebbe avuto migliaia di occasioni per farlo, Non l’ha mai fatto. Anzi, l’input dato è l’esatto opposto. Vogliamo istituire un tavolo permanente di confronto al Viminale con i sindacati per gestire al meglio le manifestazioni. E’ lontana anni luce da noi l’idea di manganellare gli operai, così come penso sia lontana dagli operai la volontà di scaricare tensioni occupazionali sulla polizia”.
Il ministro dell’Interno ha proseguito affermando che “ieri sono state ore delicate per Roma” con 6 diverse manifestazioni e questo ha richiesto una “doverosa regolamentazione” dei cortei “per evitare criticità”. “A poche centinaia di metri di distanza gli uni dagli altri”, c’erano oltre ai lavoratori di Terni, anche quelli di Marcianise, degli enti di ricerca di Roma, gli Lsu della regione Lazio e due presidi a Montecitorio. Tutti, ha sostenuto il ministro, volevano andare al Mise e al ministero del Lavoro.
Ha detto ancora Alfano: “I fatti di ieri sono stati oggetto di referto all’autorità giudiziaria, nel quale nessun manifestante è stato denunciato. E’ pieno diritto dei lavoratori manifestare, anche in modo aspro, ma sempre nei limiti della legalità”.
Il ministro è poi giunto al punto focale della questione. Secondo Alfano, che il corteo per l’Ast di ieri a Roma volesse andare verso la Stazione Termini “è una voce che hanno raccolto alcuni funzionari di polizia”.
Infine il ministro ha chiuso sostenendo che “il diritto a manifestare è sacro”: ma la “libertà di chi manifesta non deve comprimere e ledere la libertà degli altri cittadini” e “l’incolumità fisica degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine che ogni giorno corrono dei rischi” aggiungendo anche che “nessuno immagina che nel pieno di vertenze difficili” i lavoratori attendano gli esiti senza scendere in piazza, “anche in modo aspro”.
Aggiornamento ore 15,45: Ha detto Alfano: “La mia è una rigorosa e oggettiva ricostruzione dei fatti: ho scelto di venire immediatamente qui a dichiarare che è stato un brutto giorno per tutti”. Nella sua ricostruzione, il ministro ha riferito che “nella mattinata di ieri dalle 9 in poi si sono concentrati circa 500 manifestanti dell’Ast davanti all’ambasciata di Germania, nei pressi di piazza Indipendenza. Una parte di loro è stata ricevuta ed al termine dell’incontro l’ambasciata ha emesso uno scarno comunicato, che non ha soddisfatto i lavoratori”. A questo punto, ha proseguito il ministro, “c’è stata la richiesta della Fiom di autorizzare un corteo verso il ministero dello Sviluppo economico, che non è stata immediatamente accolta perchè presso il ministero erano in corso analoghe iniziative sindacali e quindi c’erano difficoltà logistiche e di gestione dell’ordine pubblico”.
Aggiornamento ore 18,50: Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha convocato per giovedì prossimo, 6 novembre, alle ore 10, azienda e sindacati.