Autovelox, un atto di indirizzo del ”popolo delle machinette” per chiedere l’annullamento delle multe
Nelle premesse dell’atto di indirizzo si fa cenno all’illegittimità della collocazione degli autovelox: per il popolo delle macchinette sono installati in strade catalogate “di quartiere” sulle quali non è possibile il controllo elettronico della velocità con postazioni fisse. I due occhi elettronici sarebbero inoltre inidonei a contrastare l’incidentalità. E’ poi denunciata la mancanza di buon senso e la mancata percezione di equità delle sanzioni da parte dei cittadini. Nell’atto di indirizzo il popolo delle macchinette ha anche inserito degli estratti di un nostro editoriale.
Qui sotto l’atto di indirizzo riportato integralmente:
Un Decreto prefettizio del 26 maggio 2011, su richiesta avanzata dalla Provincia di Terni e dai Comuni di Arrone, Montefranco e Ferentillo (non del Comune di Terni), autorizza il posizionamento di postazioni di controllo della velocità da remoto (Autovelox), tra le altre, su alcune strade urbane: Via Aleardi – Via Alfonsine – Viale Gramsci – Viale dello Stadio – Via M.L. King – Viale Di Vittorio – Viale Turati – Via Bramante
Gli apparecchi sono posizionati dal Comune di Terni alla fine del 2011 e successivamente attivati, presso Via Alfonsine e Viale dello Stadio. Il limite di velocità consentito è di 50 km/h con una fascia di tolleranza di 5 km/h.
Dopo pochi mesi degli oltre 15.000 verbali emessi per violazioni dell’art. 142 CdS (eccesso di velocità) oltre l’85 % oltrepassa il limite di meno di 10 km/h.
OSSERVAZIONI
1. Le strade sulle quali sono posizionati gli autovelox, sebbene abbiano le caratteristiche strutturali delle strade urbane di scorrimento sono individuate come strade urbane di quartiere (sulle quali ai sensi dell’art.4 L. 168/2002) non è possibile collocare postazioni di controllo fisse, (VEDEREANCHE SENTENZA DELLA CASSAZIONE n. 3701/2011)
2. Gli apparecchi sono posizionati, secondo quanto affermato dai tecnici comunali per motivi di distanze della necessaria segnalazione e pre-segnalazione, a metà dei rettilinei piuttosto che nell’approssimarsi alle aree di incrocio, rotonde o curve.
3. In sede di emissione del parere di natura obbligatoria e vincolante da parte dell’Ente proprietario delle strade (il Comune) andrebbero favorite modalità flessibili di comunicazione e di dialogo tra Amministrazioni quali la conferenza permanente per la sicurezza stradale (come suggerito dalla Direttiva Maroni parte II par. 4.2). Ciò non è stato fatto.
4. Al di là delle inopportune esternazioni in merito all’elevato numero di multe elevate ed al beneficio per le casse comunali, a nostro parere le modalità di applicazione delle disposizioni (direttiva Maroni – Decreto Prefettizio) lascano forti perplessità oltre che per l’illeggittimità delle stesse anche per la coerenza con la logica, sottesa alle stesse, dell’azione di contrasto mirato all’incidentalità stradale.
5. Un principio di buon senso valido anche nella sicurezza stradale: il valore educativo di una misura sta anche nella percezione di equità della stessa da parte di chi deve rispettarla e di chi, trasgredendola, ne subisce la “giusta sanzione”. In caso contrario, e tenendo presente la situazione di contesto, il messaggio può finanche produrre effetti controproducenti.
Come Riportato da un giornalista di Terni Oggi << In conclusione il Sindaco difende la scelta di multare in massa i ternani. E difende due maledette macchinette elettroniche che stanno costringendo migliaia di persone a trasformarsi in novelli azzeccagarbugli ,nella speranza di trovare una scappatoia – un profilo di illegittimità degli autovelox – sono infatti obbligati a leggersi articoli e sentenze ad ascoltare consigli legali, a rivolgersi ad associazioni di tutela dei consumatori alla ricerca di cavilli giuridici. Tutto per evitare di pagare sanzioni ingiuste e insostenibili per le proprie tasche già svuotate dalle conseguenze della crisi economica.
Nel corso dell’apologia delle scelte della sua amministrazione in materia di autovelox Di Girolamo riconosce che la segnaletica è da migliorare. Il primo cittadino dovrebbe allora cercare una soluzione (disporre una sanatoria) per chi ha preso decine di multe tramite autovelox da lui stesso considerati poco visibili. Un’irremovibilità che denota una grave miopia politica e che, nelle ultime dichiarazioni, sfocia nell’implicita offesa a migliaia di cittadini: gli automobilisti multati a 56 chilometri orari non possono accettare di essere bollati come pericoli stradali. Soprattutto non possono tollerare di essere messi in relazione ai tremendi incidenti avvenuti nel recente passato in cui si sono spente giovani vite. Un accostamento offensivo e nauseante, prima ancora che fuori luogo ed irragionevole. Non è sanzionando chi percorre a circa 60 chilometri orari (il 90% delle multe) viale dello Stadio e via Alfonsine che si può sperare di prevenire altre terribili sciagure. Il sindaco dovrebbe sapere che i veri idioti che amano percorrere le strade cittadine ad alta velocità, inchioderanno all’altezza dell’occhio elettronico per poi ripartire a tutto gas; e magari sfracellarsi contro qualcuno o investire un pedone trecento metri dopo l’autovelox.
Tra l’altro gli incidenti mortali che il sindaco cita nella sua apologia sono avvenuti in piena notte. Se davvero l’obiettivo fosse quello di evitare il ripetersi di simili tragedie, sarebbe stato logico attivare gli autovelox nelle ore notturne (e non in quelle di punta in cui la possibilità di andare a folle velocità è ostacolata dal traffico) ed in prossimità del luogo in cui gli incidenti sono avvenuti, non a centinaia di metri di distanza e in altre corsie.
Ben più utili alla sicurezza sarebbero stati gli speedcheck come quelli di viale Trento. Scatoloni arancioni altamente visibili, dislocati su l’intera strada, che costringono l’automobilista a moderare la velocità per l’intero tratto stradale. In questo caso si sarebbe potuto parlare di prevenzione e non di imboscata nei confronti degli automobilisti. >>
Infatti il posizionamento degli autovelox doveva essere preceduto da un attento studio dei flussi viari e delle statistiche sull’incidentalità di ogni strada , studio che non c’è stato ed anzi ad oggi il Comune di Terni risulta essere l’unico Comune della Provincia di Terni a non essersi attivato per il Bando della regione Umbria che prevedeva fondi per oltre un MILIONE DI EURO per finanziare piani, programmi e interventi per migliorare la sicurezza stradale nelle aree urbane ad elevata incidentalità, individuazione delle tratte stradali extraurbane che presentano le maggiori concentrazioni di vittime per incidenti stradali, miglioramento della sicurezza della mobilità ciclopedonale, misure per la messa in sicurezza della mobilità su due ruote a motore, progetti pilota e interventi per la messa in sicurezza degli spostamenti casa-lavoro.
Solo dopo uno studio accurato sarebbe stato possibile attuare un SISTEMA DI GOVERNANCE DELLA SICUREZZA STRADALE che poteva prevedere anche degli autovelox posizionati e tarati in modo tale da colpire effettivamente chi poteva rappresentare un pericolo e non un’intera cittadinanza.
Tutto queste considerazioni non possono non far pensare che la strenua difesa della attuale gestione degli autovelox sia motivata esclusivamente dall’esigenza di difendere il gettito finanziario garantito dalla stessa a danno dei cittadini multati ingiustamente e pertanto ,
FORMULIAMO LE SEGUENTI RICHIESTE:
1. CONSTATO L’ILLEGGITIMITA’ DEL POSIZIONAMENTO ED APPURATA LA NON CORRETTA SEGNALAZIONE DEGLI AUTOVELOX IL COMUNE DEVE ADOTTARE UN PROVVEDIMENTO IN AUTOTUTELA CHE CONSENTA L’ANNULLAMENTO DI TUTTE QUELLE MULTE ELEVATE IN QUESTO PERIODO.
2. IL PROVVEDIMENTO IN AUTOTUTELA EVITEREBBE CHE MIGLIAIA DI CITTADINI SIANO COSTRETTI A RICORRERE AL GIUDICE DI PACE CON UN ESBORSO IN TERMINI FINANZIARI DI TEMPO ED ENERGIE CHE IN QUESTO MOMENTO DI CRISI SAREBBE OLTREMODO DANNOSO PER L’ECONOMIA CITTADINA.
3. INSERIRE NEL BILANCIO DI PREVISIONE DEL COMUNE RIFERITO AL 2012 FRA LE SPESE LA VOCE RELATIVA AL 50% DEL GETTITO PREVISTO DALLE MULTE DESTINATO COME PER LEGGE AD INTERVENTI SULLA SICUREZZA STRADALE INDIVIDUANDO GLI STESSI DI CONCERTO CON L’ACI .
4. PRESENTARE UN PIANO DI INTERVENTI DI SICUREZZA STRADALE FINANZIATI CON IL 50% DEI PROVENTI INCASSATI CON LE MULTE NEL 2011
Il Codice della strada, a cui il primo cittadino fa appello per motivare l’installazione degli autovelox, prescrive che almeno il 50% dei soldi incassati dalle multe siano investiti in segnaletica, potenziamento delle attività di controllo, manutenzione stradale, piste ciclabili. Sarebbe il caso di non tirar fuori dal cilindro il Codice della strada per giustificare interventi punitivi nei confronti dei cittadini e poi riporre frettolosamente nel cilindro lo stesso Codice non appena si scorgono sgraditi doveri a carico degli amministratori comunali.
Il sindaco non potrà ignorare ancora a lungo il malessere e i profondi disagi economici provocati dagli autovelox; prima o poi si troverà a fare i conti con l’odiosa percezione, sempre più diffusa tra i cittadini, di un’amministrazione comunale che si preoccupa solo di aggredire il portafogli dei cittadini per mantenere in vita un bilancio ricco di sprechi, a cominciare dalle spese per le auto blu e dalle perdite economiche delle farmacie comunali.