Bobby Roots for president
“I shot the sheriff
But i swear it was in self-defence
I shot the sheriff
And they say it is a capital offence”
“Ho sparato allo sceriffo
Ma giuro che è stata per legittima difesa
Ho sparato allo sceriffo
E loro dicono che è un delitto capitale!”
Parlare di Bob Marley non è mai facile. Oltre a lottare per i diritti umani della sua gente, egli ha trasformato il suo genere musicale in una vera e propria cultura. (Rastafaresimo) Il suo pensiero ha raggiunto ogni angolo del globo, e la sua immagine è un vero e proprio totalitarismo della pace in terra per gli uomini di buona volontà. “I Shot the Sheriff” secondo il mio punto di vista è una delle sue canzoni più rappresentative. La canzone di Marley è molto semplice. Parla di un valore di assoluta importanza e rilevanza sociale: la giustizia. In questa canzone Marley ammette di sparare allo sceriffo, ma di non aver ucciso il vice-sceriffo. Vi è ordunque nei confronti del protagonista, una persecuzione della giustizia dei potenti e non da una giustizia paritaria ed egalitaria che sia terza con i giudicati. Come pensa di combattere Marley questa ingiustizia sociale? Ballando e cantando la sua canzone, scimmiottando il potere costituito. Canzone che insieme ad altri successi come No Woman no Cry,Stir it up, Could you be Loved non gli ha fatto solo guadagnare la testa delle chart, ma dopo la sua morte lo hanno reso immortale e onnipresente negli immaginari collettivi di chiunque si senta libero.
Nonostante ami altri generi ed artisti musicali, questa canzone nata nel 1973, è ancora dannatamente attualissima. Mi viene da pensare anzi, che mai come in questo momento, ci sia bisogno di codeste vibrazioni positive. Bobby Roots l’ha intuito questo, vi allego una diapositiva del soggetto per rendervi edotti sul personaggio:
Conscio della povertà musicale di questo genere a Terni si è reso promotore di una serata dai connotati incredibili dove si sono succeduti molti artisti di rilevanza nazionale.
Ha affidato il dj set aperitiviggiante ad ANDY L’ORBA dj hip-hop che insieme ad un altro importante dj ternano ALEXJ hanno curato tutta la fonica dell’evento. Dopodichè l’attenzione è stata monopolizzata dai KAWA SOUND SYSTEM che hanno intrattenuto i presenti con i loro vinili reggae. Hanno inoltre usufruito del palco anche la ONDE ROOTS, band romana che coverizza pezzi di Bob Marley rendendo un’onorevole tributo al re delle good vibes. Il piatto forte della serata però è stato sia dal punto di vista tecnico ma soprattutto dal punto di vista scenico il calcare il palco dell’Ala d’Oro di Gualdo dalla band di Bobby Roots. Tale band si chiama JAMMING BAND e nella loro esibizione del 25 ultimo scorso hanno avuto come special guest Adriano Bono ex cantante delle Radici nel Cemento. Hanno performato assieme alcuni pezzi delle Radici come Cicileu ed Ansai come ce piace. La Jamming è stata supportata dai Mammaliga alla batteria e ci ha fatto vibrare con i loro pezzi inediti. Bobby è stato l’abile ideatore della serata e manipolatore del nostro cattivo umore tagliandogli la testa con la sua frizzante simpatia e la sua presenza scenica che nel frangente insieme ad Adriano Bono ha toccato il suo culmine massimo.
Partecipi della serata anche GILLO MC, AURORA ALPINI e anche un giovanissimo cantante raggae milanese DA ENTA BLAKE che hanno cosi trasformato l’esibizione in un un’occasione unica per ascoltare musica di ottima fattura senza vincoli e grondante di improvvisazione.
Piccolo retroscena della serata: sono arrivato triste e me ne sono andato con un sorriso sparato a trentaquattro denti. Convinto e stracerto ad oltranza che per fronteggiare la tristezza e la crisi in questo paese che implode culturalmente, ci sarebbe bisogno di un leader arguto come Bobby Roots in luogo di Mario Monti.
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