Brucia rifiuti pericolosi: imprenditore edile ternano denunciato dal Nos. Rischia maximulta
Gli agenti del Nos hanno imposto la cessazione dell’attività illecita, denunciando il titolare per violazioni in materia di smaltimento dei rifiuti. Ora il responsabile rischia la pena dell’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da 2.600 euro a 26 mila euro, nonché l’applicazione della recente normativa in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche derivante da reati ambientali. La nuova legge prevede, al di là dell’applicazione delle consuete sanzioni penali, anche l’irrogazione di pesanti sanzioni amministrative pecuniarie a carico dell’azienda, per quella che viene definita “colpa da organizzazione”.
“Quella dello smaltimento illecito dei rifiuti con metodo ‘fai da te’ è purtroppo una pratica abbastanza diffusa anche nella nostra provincia – rileva Mario Borghi, coordinatore del Nos Ambiente – ed è attuata solitamente attraverso l’abbandono in zone periferiche, attraverso il tombamento (sotterramento), ovvero attraverso l’incenerimento a terra. Quest’ultima forma di smaltimento in particolare, e soprattutto, mette a repentaglio, oltre all’ambiente, anche la salute di chi la metta in pratica e di chi si trova nelle vicinanze, vista la caratteristica dei rifiuti bruciati e le esalazioni che possono sprigionarsi”. L’operazione rientra nell’attività incessante del Nos, nell’ambito di ispezioni e verifiche mirate al rispetto delle norme in materia ambientale, seppur svolta tra le innumerevoli difficoltà dovute alla travagliata situazione della Provincia di Terni in via di accorpamento.
Dall’inizio dell’anno è stato realizzato dalla polizia provinciale un continuo presidio territoriale attraverso 204 controlli, suddivisi in oltre 100 sopralluoghi, a carico di ditte ed impianti autorizzati al trattamento dei rifiuti, soggetti trasportatori e produttori di rifiuti, impianti che producono emissioni in atmosfera ed aziende con scarichi di reflui industriali. Le verifiche sono state focalizzate anche nelle aree industriali ed artigianali dei centri minori ed hanno comportato indagini svolte sia sul campo che d’ufficio, sulla documentazione acquisita durante le ispezioni per lo più in aziende soggette ad autorizzazione. In particolare, nel periodo estivo sono stati effettuati in maniera sistematica controlli specifici sulla tutela delle acque, verificando le modalità di prelievo sia a livello superficiale che sotterraneo quali derivazioni, attingimenti e pozzi, nonché esaminati scarichi industriali.
Dalle attività ispettive sono emerse alcune irregolarità di carattere amministrativo e penale in conseguenza delle quali sono state contestate sanzioni amministrative per un importo di oltre 45 mila euro, ed inviate all’autorità giudiziaria, presso la procura della repubblica di Terni ed Orvieto, 17 comunicazioni di notizia di reato per reati ambientali insieme alla denuncia di altrettanti imprenditori. In merito all’operato, spiega una nota della Provincia, “tutta l’attività di vigilanza svolta è stata effettuata anche con intenti preventivi e, nei casi di riscontro di irregolarità, con l’obiettivo di arrivare alla soluzione dei problemi e non soltanto con finalità meramente sanzionatorie”.