Cani e gatti caricati su un furgone, rapiti e uccisi: una storia che non trova riscontri

In provincia di Terni una banda di criminali, muovendosi a bordo di un furgone, rapisce decine di cani e gatti che vengono poi uccisi e trasformati in pellame e carne alimentare. Questa orribile notizia, apparsa nei giorni scorsi su alcuni giornali umbri online e cartacei, ha scosso molti ternani amanti degli animali. Comprensibile il turbamento dei lettori: sembra sia in atto una clamorosa atrocità. Ad un’attenta analisi però questa storia presenta imprecisioni, zone d’ombra, affermazioni vaghe e non circostanziate che fanno sorgere dubbi sulla veridicità dell’intera vicenda. Così noi di Terni Oggi abbiamo analizzato le informazioni contenute negli articoli usciti nei giorni scorsi su Tuttoggi.info e sul Corriere dell’Umbria andando alla ricerca di riscontri.

Diciamo subito che dopo aver ascoltato responsabili Enpa, guardie zoofile, questura, caserme di Carabinieri, Asl, e persone ritenute informate, l’unico elemento della storia che rimane in piedi è un calo del numero di gatti che formano le colonie di randagi. Di tutto il  resto non c’è alcun riscontro. Non ci sono prove dell’esistenza del “furgone della vergogna”, non c’è alcuna certezza sull’esistenza di una banda (dell’Est Europa o Nord Africana) che compierebbe atti del genere, nessuno ha saputo indicare un testimone oculare di un rapimento di animali, non sono state presentate denunce a polizia e carabinieri, gli smarrimenti di cani segnalati all’anagrafe canina nei primi 3 mesi del 2012 sono in leggero aumento rispetto a quelli dell’anno precedente ma si sono verificati anche più ritrovamenti.

Dal primo gennaio al 28 marzo 2012 all’Asl4 sono arrivate 136 denunce di smarrimento (48 sono stati ritrovati). Nello stesso periodo nel 2011 sono stati invece 95 i cani persi (e 32 ritrovati). Si tratta di un leggero incremento di smarrimenti che ben difficilmente può essere attribuito ad una banda che fa razzìa di animali. Dai dati forniti dall’Asl si nota infatti come non si siano registrate impennate: ogni dieci giorni ci sono state tra le 8 e le 23 denunce di smarrimento, in un costante saliscendi. Lo stesso è accaduto nel 2011: tra le 4 e le 17 denunce ogni decade. Con una banda di rapitori in azione non ci sarebbe stata nemmeno una percentuale praticamente uguale di quattro zampe ritrovati rispetto all’anno precedente: nei primi 3 mesi del 2012 è stato ritrovato il 35% dei cani, contro il 34% registrato nello stesso periodo del 2011.

Non ci sono certezze nemmeno tra i volontari ed i responsabili di associazioni in difesa degli animali. Patrizia Fancelli, presidente Enpa di Terni, in merito al presunto furgone è stata chiara: “Avendo ricevuto delle segnalazioni, esorto i proprietari degli animali a fare attenzione. Non ho però certezze e non c’è nessuno che io conosca bene e di cui mi fidi che abbia visto questo furgone”. Quello che invece risulta senza dubbi alla presidente Enpa è la sparizione di molti gatti randagi: “le gattare segnalano come le colonie si assottiglino sempre più. Spariscono felini di cui non si trovano i cadaveri: non si tratta quindi di avvelenamento o di investimenti stradali”.

Una sparizione di gatti randagi confermata anche da Giuseppe Moscatelli, guardia zoofila. Per quanto riguarda la presunta banda spiega invece che “una decina di giorni fa è stato segnalato un furgone sospetto nella zona di Acquasparta. Senza accusare ogni conducente di furgone, vogliamo solo verificare se nelle zone in cui c’è la presenza di questo mezzo avvengono sparizioni di animali”. Si tratta quindi di uno scrupolo ma Moscatelli sottolinea che “attualmente nella provincia di Terni non abbiamo prove concrete che siano stati rubati animali. Sulla storia è poi stata fatta molta confusione perché voi giornalisti, a volte, per vendere più copie o attirare più lettori colorate un po’ troppo i  fatti. Intanto, le segnalazioni non riguardano una banda dell’Est Europa, ma due persone di origine Nord africana di età apparentemente compresa tra i 40 e i 50 anni”.

Moscatelli spiega che il  fenomeno del rapimento di cani esiste in tutta Italia. Sono decenni che molossoidi vengono sottratti ai legittimi padroni per essere impiegati in combattimenti clandestini ed altri animali di diversa taglia vengono spediti nei laboratori in Germania per essere vivisezionati. Ma ad oggi, a Terni, pur invitando a fare attenzione, Moscatelli ritiene che “non si possa parlare di una mattanza di cani. Il mio campanello di allarme è stato trasformato in una sirena di allarme, ingigantito e portato agli estremi. Il mio intento era di rivolgere un invito a controllare movimenti sospetti e a presentare denuncia alle forze dell’ordine qualora sparisse il cane per far partire le indagini. Inoltre, se c’è qualcosa di anomalo è bene segnalare prontamente”.

Insomma, occhi aperti ma nessun allarmismo: fortunatamente, ad oggi, possiamo affermare che la banda di rapitori degli amici a quattro zampe non esiste.

Stampa