Canile nel carcere di Sabbione, assessore Ricci: ”Nessun ritardo del Comune, i finanziamenti del Ministero insufficienti”
In merito alla vicenda arriva la risposta di Palazzo Spada, con le parole di Silvano Ricci, assessore ai Lavori pubblici: “Sulla vicenda del canile all’interno della casa circondariale non c’è stato alcun ritardo da parte del comune di Terni. Il finanziamento è stato ritirato dal Ministero per il semplice fatto che era insufficiente a realizzare la struttura progettata che richiedeva un cofinanziamento del comune di Terni per altri 400 mila euro, una cifra che non è a disposizione dell’Ente e che non può essere assunta, per i noti tagli, neanche tramite mutuo. I numerosi tentativi di ridimensionare il progetto, inoltre, hanno portato a snaturare la struttura stessa che a quel punto non avrebbe più risposto ai canoni richiesti dal Ministero. Il Comune di Terni ha puntualmente garantito la sua capacità progettuale e tecnica, fermo restando che già ingenti risorse vengono spese per assicurare l’assistenza nei canili comunali”.
Secondo quanto riportato dal comunicato stampa di Palazzo Spada, l’assessore ripercorre l’intera vicenda che avrebbe dovuto portare alla realizzazione del canile: “La procedura nasce con il progetto Arco del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nell’anno 2005 che finanzia nel 2007 con 444.475 euro la realizzazione nella Casa circondariale di Terni, di una struttura composta da canile sanitario Asl, clinica veterinaria ( con ambulatori, sale operatorie, degenza, area aperta al pubblico), pensione per cani, canile pubblico e tutti i servizi annessi. Nel 2009 viene coinvolta l’amministrazione comunale, inserita in un gruppo di lavoro così composto: Arci-Ora d’aria, Asl 4, casa circondariale, ordine dei veterinari, ufficio di esecuzione penale esterna di Spoleto. Viene prodotto un accordo di programma per la progettazione. I limiti dell’opera in termini economici sono ribaditi nella somma a disposizione. L’amministrazione comunale di Terni si impegna a versare il mantenimento economico dei cani eventualmente trasferiti nella struttura in oggetto”.
“Nel 2010 – prosegue l’assessore – viene completato il progetto esecutivo, conforme agli indirizzi del finanziamento originario, la struttura sanitaria progettata dalla Asl è completa di sale chirurgia, ambulatori, degenze per cani e gatti, area aperta al pubblico; i box semiautomatizzati sono divisi per finalità, sanitari, ordinari, didattici ed a fini pensione; gli accessi sono separati tra pubblico, detenuti e personale sanitario, oltre che di un innovativo sistema di gestione dei reflui. Il costo complessivo però, anche gravato dalla concomitante pubblicazione del nuovo prezzario regionale 2010, è circa il doppio del finanziamento disponibile. Riunito il gruppo di progettazione, al fine di operare le necessarie riduzioni e per inserire le valutazioni fonometriche che nel frattempo erano variate, si è operata una nuova progettazione dell’opera, gravata da peculiarità realizzative, come l’uso obbligato di manodopera detenuta nella fase di costruzione. La riprogettazione totale dell’opera si conclude a fine 2011 ed ha prodotto un risultato che, se economicamente risultava meno distante dall’ammontare del finanziamento, determinava uno scostamento rilevante in termini funzionali, rispetto agli indirizzi originari che ne avevano determinato il finanziamento. Presentato il progetto ed evidenziato il limite prestazionale di tale soluzione (ridottissima capienza, attività di pensione sostanzialmente azzerata, servizi innovativi esclusi dall’opera, clinica veterinaria fortemente ridotta per spazi e servizi, riduzione del sistema accessi e conseguente limite funzionale) si è venuti ad apprendere che parte del finanziamento, già decisamente carente, sarebbe stato necessario a soddisfare i primi oneri gestionali della struttura”.
“Nel 2012 – conclude Ricci – una ulteriore riduzione dimensionale, gravante anche sulle aree esterne e perimetrate destinate all’opera, veniva prodotta previa riprogettazione di alcuni elementi, con oggettiva dequalificazione di vari elementi funzionali, in tale modo l’opera, preventivava un costo complessivo da quadro economico compatibile con il finanziamento originario, sebbene il risultato tecnico e funzionale fosse molto inferiore a quello da cui erano originate le premesse di progetto e di finanziamento”.