Casa di appuntamenti in pieno centro chiusa dalla polizia. Maitresse dominicana arrestata
A mettere nei guai la maitresse è stata una sua connazionale, 32enne, giunta in Italia da un mese ed impiegata come prostituta. Ieri pomeriggio la giovane ha infatti richiesto l’intervento della polizia perché era venuta a diverbio con la sua padrona di casa. Nella telefonata ha specificato che quest’ultima la stava buttando fuori da un appartamento di Via Mancini.
Insieme con la dominicana c’era anche la sua amica e coinquilina, una colombiana 31enne, nonché Y.P.M. residente a Terni in Via Farini, che è poi risultata essere la locataria dell’appartamento.
Dalle prime dichiarazioni rese dalla giovane donna, che peraltro non si esprimeva in lingua italiana, gli agenti hanno compreso che lei e la sua amica erano prostitute, che esercitavano la loro “attività” in quell’appartamento e che pagavano alla locataria la somma di 50 euro ciascuna al giorno, esclusa la domenica, giornata dedicata al loro riposo.
Quel pomeriggio la locataria aveva deciso di cacciarla dall’abitazione per un dubbio sull’affidabilità della giovane inquilina, che temeva potesse rivelare ad altri le modalità di tale rapporto di “subaffitto”, pubblicizzando così che nell’abitazione si esercitasse lo sfruttamento della prostituzione.
Gli agenti hanno infatti constatato che l’ambientazione dell’appartamento, nel cui interno c’erano due camere da letto, era quella tipica delle cosiddette “case di appuntamento”: luci soffuse di colore rosso, candele accese nelle stanze e numerose confezioni di profilattici e strumenti erotici.
Le tre donne sono state accompagnate in questura e, con l’aiuto di un interprete, si è potuto accertare i dettagli della vicenda.
La donna dominicana che aveva richiesto l’intervento della polizia si trovava a Terni da circa un mese ed era stata indirizzata da una sua “collega” all’abitazione di Via Farini. Lì, ospitata da Y.P.M., aveva esercitato la prostituzione, rispondendo alle telefonate dei clienti e consegnando alla titolare dell’appartamento il 50% dei proventi della sua attività.
Il convivente della locataria, T.F.A. cittadino dominicano 28enne, pregiudicato, aveva pubblicato su riviste di annunci e in internet il numero di telefono della giovane, facilitando così l’adescamento dei clienti.
In seguito la stessa Y.P.M. le aveva messo a disposizione l’appartamento di Via Mancini, a condizione che lo avesse occupato con un’altra prostituta. A quel punto la donna aveva telefonato alla sua amica colombiana, che era da poco domiciliata a Pavia e che, in precedenza, le aveva chiesto di farle sapere se avesse trovato un posto per poter lavorare insieme, proponendole di raggiungerla. La colombiana aveva accettato e, quindi, avevano iniziato a prostituirsi nell’appartamento dopo aver provveduto in modo autonomo alla pubblicazione degli annunci su un periodico locale e su un sito Internet.
Al termine degli accertamenti, Y.P.M. è stata arrestata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, mentre il suo convivente è stato denunciato in stato di libertà per aver concorso con lei nel reato. Sono stati inoltre sequestrati tutti e due gli appartamenti di via Mancini e via Farini. In quest’ultimo sono stati rinvenuti, sui letti matrimoniali, anche due pc portatili che si pensa possano essere stati utilizzati dalle donne per collegamenti hot-line e per contattare clienti e fissare appuntamenti. I computer saranno quindi oggetto di approfondimenti investigativi.
La posizione delle due giovani prostitute è ora al vaglio dell’Ufficio Immigrazione della questura mentre proseguono le coordinate dal sostituto procuratore Elisabetta Massini.