Cessione Ast, Outokumpu: ”Impegno a trovare miglior soluzione” ma incognita Tubificio. Sciopero e reazioni
Sempre secondo l’azienda finlandese “l’impianto integrato di Terni in combinazione con le attività commerciali nei principali Paesi europei, tra cui la Germania, il più grande mercato europeo dell’acciaio inossidabile, creeranno un attore sostenibile e competitivo sul mercato europeo dell’acciaio inossidabile”. Tutte queste considerazioni sono riportate nella nota italiana ma non sono contenute nello stesso documento in inglese pubblicato dalla multinazionale sul proprio sito. Già in precedenti occasioni Outokumpu aveva diffuso, in merito alla vicenda Ast, versioni differenti di comunicati stampa a seconda della lingua in cui erano stati redatti. Un’ambiguità ormai caratteristica del colosso finlandese.
Le prospettive dello stabilimento Ast e del Tubificio di Terni saranno al centro delle assemblee dei lavoratori di tutto il gruppo programmate, già prima del pronunciamento, per domani e dopodomani dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl e dalle Rsu. In occasione delle assemblee è stata indetta un’ora e mezzo di sciopero. Le assemblee si svolgeranno domani per il terzo turno di lavoro, dalle 22 alle 23,30, e venerdì per il primo turno, dalle 9,30 alle 11, e per il secondo turno e il turno unico, dalle 14 alle 15,30. Al termine delle assemblee le organizzazioni sindacali valuteranno se adottare ulteriori iniziative di mobilitazione dopo le ultime novità. Lunedì prossimo, nell’ambito della giornata di mobilitazione indetta dalla Confederazione europea dei sindacati, è comunque già previsto uno sciopero di tutte le sigle, con un presidio davanti al Tubificio.
Sindaco Di Girolamo. “Rispetto al quadro iniziale di partenza che annunciava uno smembramento e depotenziamento dello stabilimento siderurgico di Terni, la decisione di oggi della commissione Europea segna un primo punto, in quanto la commissione si accerterà che questa attività sia venduta, nella sua integrità, a un acquirente idoneo, a norma del regolamento Ue sulle concentrazioni, e che la redditività e la competitività dello stabilimento di Terni sia assicurata. La partita resta chiaramente aperta e bisognerà andare avanti negli sforzi finora messi in campo”, dichiara il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo in una nota.
“E’ stato grazie al lavoro congiunto – prosegue Di Girolamo – delle istituzione del Paese e delle forze sindacali che è stato scongiurato il trasferimento di linee produttive da Terni ad alto valore aggiunto e indispensabili alla produzione complessiva del sito ternano, anche per determinare una massima critica adeguata. Rimane ancora in gioco in particolare il destino del Tubificio. Nella lettera che mi è pervenuta oggi dall’Ad di Outokumpu viene confermato comunque l’impegno assunto con il Ministro di inserirlo nel pacchetto di vendita in presenza di una offerta globale e remunerativa. Si tratta ora di continuare ed accompagnare il percorso della cessione in modo da renderlo fruttuoso per il nostro territorio e per il Paese. E’ indispensabile la ricerca di un acquirente che abbia le caratteristiche necessarie a garantire allo stabilimento di Terni investimenti, competitività internazionale e ruolo di primo piano nelle politiche industriali del Paese e dell’Unione Europea”.
Presidente Marini. “La decisione della Commissione Europea di approvare l’acquisizione da parte di Outokumpu della ThyssenKrupp è una ulteriore tappa del percorso che porterà al definitivo passaggio di proprietà dell’industria umbra”: lo dice la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, che considera “positivo ed importante” il fatto che, ai fini della cessione, “sia stata reinserita la linea di produzione LBA2, a tutela dell’integrità del sito di Terni”.
“Per la Regione, ed il complesso delle istituzioni umbre – prosegue Marini in una nota – resta condizione imprescindibile che nel processo che porterà alla cessione delle acciaierie questa comprenda anche il Tubificio, quale parte integrante del sito di Terni. Come Regione riteniamo fondamentale ed importante che prosegua il lavoro del tavolo nazionale istituito dal Governo e dal ministero dello Sviluppo economico, al fine di chiedere formalmente al gruppo Outokumpu che la cessione avvenga effettivamente nel rispetto delle condizioni poste dalla Commissione Europea, a difesa dell’integrità del sito, e che il potenziale acquirente sia non solo un adeguato soggetto imprenditoriale del settore, ma offra le più ampie garanzie di mantenimento della stessa integrità dell’industria, della sua capacità produttiva e dei livelli occupazionali”.
Marini prende atto anche delle comunicazioni formalizzate in una lettera a lei indirizzata dal Ceo di Outokumpu, Mika Seitovirta, “nella quale esprime la disponibilità ad inserire, appunto, nella cessione anche il Tubificio”. Infine ribadisce “che proseguirà il lavoro istituzionale per seguire costantemente la vicenda del passaggio di proprietà delle acciaierie, con tutta l’attenzione necessaria al fatto che si tratta della più grande industria umbra, ma anche di una industria strategica per l’Italia”.
Vice presidente parlamento europeo Angelilli. “Attendiamo di conoscere nel dettaglio le valutazioni dell’Antitrust europeo, ma dalla lettura del comunicato stampa ufficiale della Commissione non possiamo che definire deludenti e preoccupanti le decisioni assunte, che prefigurano uno scenario pieno di incertezze e di insidie”: è quanto dichiara il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli in merito al parere sull’acquisizione di Inoxum-ThyssenKrupp da parte di Outokumpu, che costringe la multinazionale finlandese a cedere lo stabilimento Tk-Ast di Terni.
L’europarlamentare del Pdl chiede quindi al commissario europeo alla concorrenza Joaquin Almunia “di venire a riferire in aula a Strasburgo. Le decisioni odierne rischiano di compromettere il futuro delle acciaierie ternane in nome di regole sulla concorrenza vecchie di 50 anni che impongono un’ottusa intransigenza normativa all’interno del mercato europeo e allo stesso tempo spalancano le porte alle merci extra-comunitarie”.
Secondo l’eurodeputata “é sconcertante che non sia stato preso in nessuna considerazione il documento approvato lunedì scorso all’unanimità dalla Commissione Industria del Parlamento europeo. Questa situazione è insostenibile: non si può pensare di affrontare la crisi e rilanciare l’industria europea con provvedimenti e strumenti giuridici e normativi autolesionisti, che minano le prospettive industriali europee e non garantiscono i livelli occupazionali”.
Idv Terni. “L’acciaio ternano è un’eccellenza mondiale. L’Unione europea deve salvaguardare le proprie ricchezze e non svenderle al primo squalo in cerca di affari compiacendo i sindacati tedeschi e la loro potente Cancelliera”: commenta così Federico Di Bartolo, coordinatore provinciale dell’Idv di Terni. “E’ già assurdo – sottolinea Di Bartolo – che per salvaguardare la libera concorrenza, Outokumpu debba essere costretta a cedere una parte del proprio gruppo, come se svendere la Terni consentisse la nascita di un nuovo competitor. Questa è una panzana che costa alla nostra città e a tutta l’Europa la perdita di un bene prezioso. E poi perché proprio Terni e non qualche altra costola meno strategica, nella fattispecie alcuni stabilimenti tedeschi? Lascia infine desolati – conclude Di Bartolo – l’inconsistenza del Governo italiano, che si pavoneggia del consenso dei mercati spremendo le nostre tasche e al momento di farsi valere si fa regolarmente mettere sotto. Ribadiamo il motto degli operai ternani: ‘Non si tocca neanche un bullone’. E’ esattamente quello che la nostra regione deve urlare ad alta voce contro questo assurdo provvedimento”.
Deputati Sereni e Trappolino (Pd). Per i deputati del Pd Marina Sereni e Carlo Emanuele Trappolino “la decisione della Commissione Europea sulla proposta di acquisizione di Inoxum da parte del gruppo finlandese Outokumpu conferma la necessità di trovare un acquirente di dimensione internazionale e livello adeguato per lo stabilimento Ast di Terni”.
“Come aveva sottolineato nei giorni scorsi il Parlamento Europeo – ricordano i due parlamentari umbri in una nota – la vicenda rende urgente l’opportunità di ripensare le regole europee della concorrenza per settori strategici e globali come quello della siderurgia. Tuttavia ora occorre concentrare ogni sforzo per mantenere l’integrità del sito produttivo ternano e non possiamo che accogliere positivamente il comunicato dell’amministratore delegato di Outokumpu in cui si ribadiscono gli impegni presi di fronte al Governo italiano nelle scorse settimane e la disponibilità a considerare anche l’inclusione del Tubificio nell’ipotesi che questo venga richiesto dai soggetti interessati all’acquisto. Per questo crediamo indispensabile che il ministro per lo Sviluppo economico, che ha sin qui seguito la vicenda dell’Ast di Terni con attenzione e in piena sintonia con le istituzioni e le forze sociali umbre, convochi al più presto il gruppo finlandese per concretizzare gli impegni assunti nei precedenti incontri”.
Consigliere regionale Nevi (Pdl). “La notizia della cessione dello stabilimento ternano nel suo insieme, da parte di Outokumpu, è certamente una buona notizia, alla quale si aggiunge l’annuncio da parte finlandese a includere nel pacchetto anche il Tubificio. Abbiamo scongiurato lo spezzatino lavorando ancora una volta tutti insieme a tutti i livelli ma la partita oggi è all’inizio e sarà finita solo quando sarà completata la cessione ad un nuovo gruppo industriale”: lo dice il capogruppo Pdl in Regione, Raffaele Nevi, in una nota. “Per ora – aggiunge – mi sento di ringraziare il commissario Tajani che si è fatto carico delle nostre preoccupazioni e ha seguito il caso passo passo con la consueta serietà e attenzione per la nostra acciaieria. Sono certo che continuerà a seguirci anche nei prossimi mesi”.
Parlamentare europeo Rinaldi (Idv). “Un anno fa avevamo una soluzione forte e industrialmente coerente. Oggi la decisione della Commissione l’ha pregiudicata e ha aperto scenari incerti”. Commenta così il capodelegazione Idv al Parlamento europeo, Niccolò Rinaldi. “Di fatto Bruxelles si preoccupa dell’integrità del sito di Terni ma al tempo stesso ha fatto saltare l’acquisizione da parte dell’Outokumpu adducendo regole di concorrenza che hanno un senso per altri settori e in altri tempi in periodi di vacche grasse e non di crisi come oggi. La Commissione europea dovrà ora spiegarci – prosegue Rinaldi – come vede adesso il futuro di Terni, ancora in bilico tra spacchettamento o cessione ad un acquirente ancora tutto da identificare. Se ci sono ragioni di ottimismo ne saremmo contenti ma sarà bene che qualcuno le spieghi ai lavoratori”.
“Dispiace – conclude il capodelegazione Idv – che i nostri ripetuti allarmi presso Commissione Ue e governo italiano non siano stati ascoltati, al punto che ci chiediamo quale sia il reale peso in Europa del nostro esecutivo. Se questa decisione comporterà la perdita di posti di lavoro sapremo evidentemente di chi è la responsabilità”.