A soli 40 minuti da Courmayeur, subito dopo il tunnel fra Italia e Francia, il divertimento continua sull’altra faccia del Bianco, in quel luna park dello snowboard e del freeride che, grazie ai giovani in arrivo da tutta Europa proprio per le acrobazie in neve fresca, è forse oggi la stazione turistica più cosmopolita di Francia.
Sono così tanti i ragazzi approdati a Chamonix per studiare, fare la stagione e divertirsi sulle piste e nei numerosi locali che, girando per le strade, è più facile sentire parlare l’inglese che la lingua di Victor Hugo. Italiani, anglosassoni, scandinavi, ma anche boarder in arrivo dal Québec, dal Sudamerica, dall’Australia, persino dal Giappone (che ha già, all’Ufficio Turistico locale, un desk dedicato). Gli stranieri sono oggi il 53 per cento dei visitatori. La stessa hôtellerie non è più appannaggio solo dei savoiardi: sono molti gli expat che aprono bar, alberghi e ristoranti, con quello stile unico che nasce dall’incontro felice di più culture. Stile giovane, internazionale, possibilmente attento all’ambiente, spesso griffato, ma mai ostentatamente de luxe o esclusivo. Anche se in centro non mancano i vari Chanel, Swarovski, Moncler, la cittadina è l’anti show-off per eccellenza. Perfino nei ristoranti stellati le disposizioni sono chiare: il servizio deve essere professionale, ma semplice. Del resto questo febbraio una camera doppia a Chamonix costerà in media, a persona e per notte, 120 euro. Cento in meno dell’Engadina, meno ancora della già abbordabile gemella d’oltreconfine Courmayeur.
Quanto alle piste, il fatto che, il 9 e 10 febbraio 2013, qui si svolga la Coppa del mondo di telemark, con un centinaio di sfidanti da 14 paesi, dice tutto: la tecnica a tallone libero d’origine scandinava, che ha dato origine allo sci, è una delle nuove passioni vintage degli sportivi di palato fino. Un’altra è il fondo, celebrato a Les Houches, il 24 febbraio 2013, con la Run and Skate, celebre 12 km in notturna (per informazioni: www.runandskate.fr). Gli appassionati di freeride, invece, aspettano il Salewa Climb to Ski Camp, dal22 al 24 aprile 2013. E’ possibile candidarsi via Facebook per partecipare a una tre giorni di full immersion tra le nevi di Chamonix in compagnia di grandi atleti internazionali come Glen Plake (guru della specialità), BjörnHeregger, Martin McFly Winkler, Eva Walkner e Luca Pandolfi, snowboarder professionista del Team internazionale Jones (climbtoski2013.salewa.it, entro il 3 marzo 2013).
Il resto, a Chamonix, è movida. In avenue Michel Croz si concentrano gli indirizzi più gettonati. Come Chambre Neuf (av. Michel Croz 272, tel: 0033 450530031) per molti il migliore après ski della città. Ambiente caldo, legno e luci soffuse, punta sui concerti dal vivo, già dalle 4 del pomeriggio, e sul bancone con tante birre nordiche artigianali. Proprio di fronte c’è il Moö (av. Michel Croz 239, tel: 0033 450553342), inaugurato il 22 dicembre, con l’apertura della stagione invernale. Il nome è l’acronimo di Morten, Oscar e Örian, i tre giovani proprietari, svedesi e norvegesi, che da anni abitano o frequentano Chamonix (uno di loro ha gestito per undici anni proprio lo Chambre Neuf). Preso d’assalto alle 17.30 per l’aperitivo (da prendere direttamente in tuta da neve), il Moö propone anche piatti scandinavi di carne, con musica funky e soul: alla consolle e sul palco, dj e band sempre nuove. Francesi, anglosassoni e sudamericani si incontrano pure al bar di fianco, Élévation 1904 (av. Michel Croz 239, tel: 0033 450530052), con la musica eclettica, dj di fama internazionale e il megaschermo per le partite di rugby. A pochi passi, un indirizzo tipico e confortevole per la notte è il Mercure Chamonix Centre, con camere e spazi comuni sempre luminosi, arredi essenziali in legno chiaro e tinte naturali.
L’altra strada degli aperitivi e del dopocena è la storica rue des Moulins, dove, fra i tanti barettini, il Bistrot Gourmand, al civico 109, si distingue per la buona selezione di vini (tel: 0033 981.09.5497, aperto dalle 17 alle 2), come pure Les Caves du Pèle (rue des Moulins 74, tel: 0033 450218080), bar à vin che offre tapas e champagne con musica jazz, pianisti e dj. Lo stile è da salotto di una maison d’hôte, dove rilassarsi su bianchi divani Chesterfield. Il ristorante Le Cap-Horn, della stessa proprietà, è appena qualche gradino sopra (rue des Moulins 80, tel: 0033 450218080). Aperto circa un anno fa da Wim Robberse, originario di Amsterdam, e dalla moglie Laurence Claret-Tournier, esponente di una famiglia illustre di albergatori chamoniards, è un posto atipico, su più livelli, dove foto di barche a vela e oggetti marini si mescolano a decorazioni in legno alpino. Il mix mare-montagna si ritrova anche nella carta del menu: al ceviche marinato con pepe verde e cipolle rosse si alternano la raclette, con i migliori formaggi francesi e svizzeri, e il magret de canard laccato con salsa di soia al miele. In un angolo minimalista, infine, lo chef giapponese del sushi bar Cap Blanc serve sushi e maki (anche da asporto).
Poco più avanti, Arpin 1817 (rue des Moulins 138) è la prima, elegante boutique dell’omonimo opificio che, da circa 200 anni, fabbrica tessuti di lana celebri nel mondo, fra cui il mitico Drap de Bonneval. Vi si trovano abiti, accessori per la casa, stoffe, plaid, coperte, scarpe e borse. Tutti in lana pregiatissima di soli montoni locali St. Bernard o Chamonix. Sull’arco alpino, del resto, Arpin 1817 ha vestito gli ambienti di alberghi rinomati. Non lontano dalla chiesa e dall’ufficio turistico si fa tappa da Boardriders (rue Joseph Vallot 31, tel: 0033 450542667) il primo store montano di Quiksilver, noto marchio di abbigliamento tecnico sportivo: più che un negozio, un luogo di ritrovo per appassionati, con le ultime novità. Dopo le discese, il suo angolo bar è sempre pieno di ragazzi che degustano cioccolate calde navigando in internet grazie al wi-fi gratuito tra caschi, sci e tavole coloratissime. Gli stessi che si trovano daLegend’ Chx(avenue de l’Aiguille du Midi 218, tel: 0033 450902225) unico store della regione dedicato totalmente agli snowboarder: abbigliamento e tavole sgargianti, attacchi e caschi.
Sulla stessa via, da Prestige et Passion si trovano lampade, cuscini, paralumi, coperte di lapin o cachemire, porcellane da tè. Tutto di gusto, per arredare lo chalet. Di fronte si prenota un tavolo al Bistrot, per assaggiare le specialità bio di Mickaël Bourdillat, una stella Michelin. Spiccano il foie gras de canard con crema di zucca e caramello speziato e il filetto di manzo della Savoia al tartufo. L’Impossible è il miglior indirizzo per la cena (chemin du Cry 9, tel: 0033 450532036). È il regno di Donatella e Auro Bucci, a lungo gestori de La Clotze di Courmayeur, che da tre anni hanno traslocato in Savoia per “vivere in un ambiente internazionale e vivace”. La cucina è naturale e biologica d’alta classe, con prodotti di primissima qualità: pane e grissini sono fatti in casa con lievito madre e farine bio, il pesce è selvaggio, molti piatti escludono glutine o latticini. Si cena a lume di candela al primo piano di una baita col camino sempre acceso, tra quadri d’arte contemporanea e con la musica avvolgente selezionata dalla figlia Marta, la stessa che serve a tavola e cura la cantina di oltre 400 etichette italiane e francesi. Da ordinare zuppa di ceci e funghi porcini, raviolo di pesce bianco, crema di topinambur, capesante gratinate al miele e tartufo nero, filetto di rombo con riso rosso della Camargue, cipolle marinate e insalata di cavolo.
Punta tutto sulla materia prima anche Le Café de l’Arve (impasse des Anemones 60, tel: 0033 450535857), premiato nel 2011 con un Bib gourmand dalla guida Michelin. Merito dello chef Julien Binet e di una carta che, nel rispetto delle stagioni e dei profumi e sapori della Savoia, del Valais e della Val d’Aosta, cambia ogni 15 giorni. La specialità sono i dessert, da ordinare a inizio pasto. Gli amanti del dolce non possono poi perdersi Aux Petits Gourmands (rue du Dr. Paccard 168, tel: 0033 450530159), che da dicembre sfoggia un nuovo décor e propone una nuova linea di cioccolatini, 4810, come l’altezza in metri del Monte Bianco, di cui riproducono la sagoma. Sulla stessa via, Snell Sports offre tutto l’abbigliamento tecnico di montagna per donna, uomo e bambino, dagli occhiali alle ciaspole. Si attraversa la strada ed ecco un altro tempio serale per giovani sportivi: The Pub, con birre speciali e un’atmosfera very british. Il locale più branché è invece Le White Hub (place du Mont-Blanc 1). La nuova discoteca, aperta la scorsa estate sotto l’Hotel Alpina, sfoggia un look total white illuminato da luci fluo, e le sue serate a tema sono sempre affollate fino all’alba.
Si curiosa fra gli oggetti e i mobili dello Chalet de Jules, nello stile montagnard chic di gran moda quassù. Poco più avanti, La Maison Carrier (route du Bouchet 38, tel: 0033 450530003) restaurant de pays, è un omaggio alle architetture montane e alla cucina delle nonne. Rivisitata con maestria. Nella baita, in tante stanze tutto legno, tra vecchie credenze e quadri di paesaggi, si ordina il boudin noir, una sorta di salsiccia dalla consistenza morbida e liscia, con contorno di patate e pere, la zuppa di legumi e castagne, la terrina di foies de volailles, confettura di cipolle e champignon di bosco all’aceto. Il buffet è un trionfo di torte, frutta, biscotti e dolci al cucchiaio.
Nella frazione di Les Houches, a La Ferme à Payot, Pascal propone l’Après-ski della fattoria, una festa di caprini freschi, stagionati e semistagionati, marmellate e dolci fatti in casa. Con vista sull’ovile. Per chi cerca un po’ di tranquillità c’è infine, a nord di Chamonix, il villaggio di Argentière. Per il pranzo, il Bistrot du Dahu ha un eccellente menu del territorio (rue Chalet Straton 325, tel: 0033 450555996). Ci si scatena sulla neve sotto l’Aiguille des Grands Montets, la mecca del freeride, uno dei comprensori più apprezzati al mondo, con una vetta culminante a 3300 metri, spazi protetti e piste non battute. Fonte: Dove Viaggi