Collescipoli abbandonato, Astrolabio: ”Nessuna iniziativa del Comune di Terni, bando sparito”
In un comunicato Astrolabio scrive: “Il Consiglio di intercorso della Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, sede di Terni nella giornata del 22 ottobre 2012 ha espresso parere favorevole sul possibile trasferimento della sede da palazzo Catucci (Collescipoli) all’ex monastero di San Valentino (Terni). La notizia non era inaspettata in quanto due anni prima il magnifico Rettore di concerto con il Comune di Terni aveva deciso di trasferire a Pentima l’intero corso al fine di ridurre i costi fissi. La nostra associazione alla notizia di trasferimento all’ex monastero di San Valentino è rimasta letteralmente basita, in quanto mancavano pochi mesi alla consegna dei restauri del chiostro di Santa Cecilia, quindi il corso di Economia poteva usufruire di vasti spazi restaurati con criteri moderni ed un indubbio risparmio di locazioni. Questa scelta contrariamente all’ubicazione di Pentima non ha portato ad alcun risparmio economico per l’Università e per il Comune, visto che rimane inutilizzato un enorme investimento”.
La risposta del Comune è arrivata, con l’annunciazione dell’emanazione di un bando pubblico per l’assegnazione dei palazzi del borgo inutilizzati che però è rimasta lettera morta: “Il Comune di Terni subito dopo la proposta dei ‘pentastellati’, ha annunciato un bando pubblico per l’assegnazione dei palazzi iniziativa meritoria anche se in forte ritardo. Sono passati mesi e del bando non c’è traccia, anzi il problema delle manutenzioni è esploso, ne è un esempio palazzo Catucci (progettato nel 500 da Sebastiano Cipriani) che ad ogni acquazzone ha le finestre che, non avendo avuto manutenzione da oltre 12 anni, fanno penetrare acqua all’interno. Gli abitanti del borgo di Collescipoli sono letteralmente frastornati, non comprendono perché, anziché attivare un ‘piano Marshall’ (dopo la nefasta decisione di chiudere il corso di Economia), non hanno visto nessuna iniziativa per rivitalizzare il borgo. Le pavimentazioni sono ferme agli anni 90 (mancano oltre metà borgo) con le asfaltature colorate a pezzi, gli interventi sulle mura sono iniziati all’inizio del 2000 ed ancora manca d’intervenire nella parte più degradata, in definitiva mancano tutte le politiche per un’azione di riqualificazione del borgo”.
“Questa fotografia desolante – conclude l’associazione – è quella di un borgo magnifico abbandonato dall’amministrazione comunale e che, viceversa, ha rapito i 6 mila spettatori di Jazzit Fest ed ora, anche la stampa statunitense”.