Comune di Terni chiede 30 milioni di euro a Cassa depositi e prestiti, Paci: ”Pagheremo fornitori a maggio”
“Solo il 15 maggio conosceremo il reale importo del prestito – ha spiegato il vicesindaco e assessore al Bilancio Libero Paci nel corso di una conferenza stampa – che è proporzionale alle richieste che arriveranno da tutte le amministrazioni, ma contiamo già di poter pagare i fornitori dal mese di maggio”. L’erogazione del prestito avverrà infatti in due tranche: la prima è prevista entro giugno prossimo, la seconda entro febbraio. Il prestito, che ha un tasso di interesse del 3,3%, sarà restituibile in 30 anni.
In totale, al momento, i debiti contratti fino al 2013 dal Comune di Terni, riferiti alla parte corrente e per i quali sono presenti problemi di liquidità, ammontano a 37 milioni e mezzo di euro. “Grazie allo sblocco dei debiti, ai pagamenti riferiti a investimenti e infrastrutture e al gettito dell’Imu 2013 – ha detto Paci – contiamo di immettere, tra giugno e luglio, liquidità nel territorio per circa 30 milioni di euro. Si tratta di un fatto di grande importanza, che potrà avere effetti positivi sull’economia della città. Gli arretrati non verranno azzerati del tutto ma fortemente ridimensionati”.
Per quanto riguarda gli investimenti fatti da Palazzo Spada, Paci ha ricordato che da gennaio ad aprile sono state pagate fatture per 12 milioni di euro relativi a lavori svolti nel 2012, mentre ci sono ulteriori 10 milioni di euro già finanziati per altre opere. “Anche se su questo fronte il Comune è virtuoso – ha continuato – dovremo però chiedere maggiori margini al ministero dell’Economia rispetto al Patto di stabilità, troppo rigido”.
Infine, Paci ha annunciato che l’orientamento del Comune è quello di non ritoccare le aliquote Imu già deliberate lo scorso anno e di mantenere invariata la tariffa di smaltimento dei rifiuti: “Stiamo compiendo degli sforzi per fornire risposte concrete alle famiglie, ma sarà necessario un ulteriore ridimensionamento della spesa corrente che avranno delle ricadute sui livelli dei servizi ma non di quelli fondamentali”.