Confindustria: ”Entro 3 mesi un master plan condiviso con tutti per rilanciare Terni”
CESARETTI L’incontro prevedeva interventi programmati cui sono seguiti interventi da parte di imprenditori, di rappresentanti dei sindacati dei lavoratori delle associazioni di categoria delle imprese e delle istituzioni locali. In apertura ha preso la parola il presidente regionale dell’associazione di categoria, Ernesto Cesaretti, secondo il quale “da Terni parte un nuovo protagonismo dei corpi intermedi, a servizio dell’interesse generale della comunità”. “Le specificità locali – ha aggiunto – non sono tali da far considerare Terni ed il suo futuro come una componente separata della vicenda regionale nel suo complesso. Al contrario, siamo convinti che qui si apra un laboratorio che deve coinvolgere l’intera regione, ed i suoi risultati saranno in larga parte estendibili al resto dell’Umbria”.
NERI Il presidente della sezione di Terni di Confindustria Umbria, Stefano Neri, ha affermato: “Questa nostra iniziativa trae spunto dalla delibera del Consiglio regionale che ha individuato quest’area come bisognosa di interventi di carattere straordinario. Basta quindi con le polemiche. Nel momento in cui il Consiglio regionale decide di attivarsi, Confindustria Umbria è chiamata a cooperare per poter utilizzare al meglio gli strumenti che si riescono a porre in atto. Quello a cui teniamo è di far valere le istanze di chi fa impresa. Ora è il momento di organizzare le idee e metterci a lavorare in modo professionale. Con il nostro incontro abbiamo voluto mettere a disposizione del territorio gli spunti, frutto dei gruppi di lavoro di Confindustria Umbria degli ultimi mesi”.
Tra i vari argomenti al centro dell’incontro l’industria manifatturiera e il suo futuro, l’innovazione, l’internazionalizzazione, la valorizzazione del capitale umano, delle competenze e dei talenti. Si è quindi parlato di un master plan da redigere entro tre mesi. Le conclusioni sono state affidate ai sindaci di Narni, Francesco De Rebotti, e di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e all’assessore regionale al Commercio, all’Urbanistica e alle Riforme, Fabio Paparelli.
IL WORKSHOP
CHIMICA Sono seguiti gli interventi programmati frutto delle riflessioni avvenute all’interno di Confindustria Umbria nei mesi recenti. Giuseppe Cioffi, presidente della Sezione Chimica di Confindustria Umbria e Rodolfo Rosa di Bayer hanno tracciato lo stato dell’industria chimica e sottolineato che “la nostra Associazione ha lavorato alacremente per identificare all’interno del sistema Ternano i fattori e i catalizzatori più adatti allo sviluppo. Il risultato di tale sforzo può essere sintetizzato con una formula: che unisce innovazione, istruzione e imprenditorialità come fattori di sviluppo. Noi pensiamo invece, che sia necessario ripartire da dove veniamo e quindi essere consapevoli che il territorio è l’unica vera risorsa sostenibile: esso non è un spazio su cui parcheggiare le attività produttive e i flussi (buoni o cattivi) da esse derivanti, ma un vero asset competitivo, che, accanto al lavoro e al capitale, contribuisce in modo sostanziale alla produzione di valore economico”.
MECCANICA Massimo Calderini, presidente della Sezione Meccanica di Confindustria Umbria, ha trattato i temi legati all’industria metalmeccanica che in Umbria ha un peso fondamentale: conta infatti oltre 800 società di capitali, che fatturano quasi 5 miliardi, ed occupano 17.000 persone. La Ast di Terni incide per il 38% in termini di fatturato. Il settore crea, da solo, circa il 50% del Pil generato dal manifatturiero regionale. La meccanica incide inoltre per il 50% sul totale delle esportazioni umbre anche se nel primo semestre 2014 si sono ridotte del 4,3% rispetto all’analogo periodo del 2013 (932 milioni). In Umbria la meccanica ha registrato nel corso del 2014 un andamento meno negativo ma con fatturati, ordini ed occupazione in calo.
“Questi numeri – ha evidenziato Calderini – sicuramente non rappresentano una situazione del nostro territorio positiva e che senza azioni correttive incisive difficilmente riuscirà ad invertire il trend in corso. Sicuramente sono auspicabili e necessari sforzi straordinari e contingenti, pubblici e privati, per rilanciare il nostro territorio. La prima leva per rilanciare il manifatturiero è quindi lo sviluppo delle eccellenze già presenti ed in maniera particolare lo sfruttamento delle multinazionali presenti. Esse possono essere degli incubatori tecnologici, delle sorgenti di moderna cultura gestionale, dei centri di formazione, delle opportunità di networking internazionale: sta agli stakeholders locali presidiare affinché questo sfruttamento delle multinazionali sia possibile e realizzato. A tal proposito un rilancio del progetto Welcome, che ha l’obiettivo di avviare un dialogo costruttivo di scambio reciproco con le multinazionali, lanciato dal Presidente Neri all’inizio del suo mandato può essere il primo passo in tale coinvolgimento”.
Calderini si è soffermato anche sulla necessità di una crescita dimensionale delle imprese locali, sul sostegno alle start up, sullo sviluppo delle attitudini imprenditoriali e sull’industria della conoscenza legata a Università e centro di ricerca, per concludere poi con Industria 4.0 “nella quale Internet si unisce alle macchine intelligenti, ai sistemi di produzione ed ai processi per creare un network sofisticato. Uno degli esempi spesso riportati di Industria 4.0 è quello delle cosiddette stampanti 3D che permette di creare prodotti su misura ad un costo marginale relativamente basso. Tale settore nato con l’uso di materiale plastico per la prototipazione ora si è mosso verso l’uso di materiali metallici speciali e sta acquisendo una importanza anche nella produzione di piccole serie”.
STAMPA 3D La stampa in 3D, definita anche manifattura additiva, è stato il tema centrale dell’intervento di Ivan Stammelluti di Ambrosetti. “Il numero di annunci di lavoro in cui sono richieste competenze di stampa 3D – ha sottolineato – è aumentato del 1.834% in 4 anni e del 103% nel confronto tra agosto 2013 e agosto 2014. In Italia sei aree raccolgono le caratteristiche per la formazione di un centro di eccellenza della manifattura additiva e l’area di Terni e Narni con i suoi requisiti è una di queste e può diventare un distretto ricco di competenze nella creazione di materiali, nella progettazione e nell’ottimizzazione dei processi legati alla manifattura additiva per fertilizzare e rendere più competitive tutte le aziende di prodotti finiti in metallo. Questo a patto che si agisca con velocità e con spirito di squadra”.
CRITICITA’ E OPPORTUNITA’ Terni 2020 è stato il titolo dell’intervento di Federico Zacaglioni, amministratore delegato di Skyrobotic, che ha individuato criticità e opportunità del territorio e avanzato proposte legate all’internazionalizzazione, alla l’innovazione, alla competitività, all’inclusività, alle start up e alla manifattura additiva. “Ci siamo sforzati – ha detto – di restare nel concreto ed elaborato una visione d’insieme del territorio creando una ‘casetta degli attrezzi’ concreta su cui elaborare una riflessione. Abbiamo individuato alcune criticità (produzioni a basso valore aggiunto, scarso trasferimento tecnologico, carente attrattività del territorio, scarsa cooperazione, poca propensione all’internazionalizzazione e indisponibilità di strumenti finanziari) ma anche alcune opportunità (presenza sul territorio di competenze e produzioni integrabili, competenze manifatturiere diffuse, opportunità di interlocuzione con centri di ricerca internazionali)”.
Tra le proposte presentare quella per la creazione di un Business & trade center che dia assistenza alle Pmi nell’internazionalizzazione ma che sia anche una piattaforma di convergenza dove poter trovare i migliori professionisti, consulenti e provider di servizi evoluti; la creazione di un fondo per le start up manifatturiere anche ad alto contenuto innovativo, lo sviluppo della manifattura additiva e il recupero di alcune aree industriali (ex Basell e nera Montoro) in modo che diventino un luogo attrezzato in cui creare e sostenere imprese manifatturiere innovative.
Dopo le relazioni programmate, si è aperta la seconda fase del workshop cui sono intervenuti:
– Il rettore dell’Università degli Studi di Perugia Franco Moriconi che ha ribadito l’impegno a di portare a Terni una cattedra di metallurgia. “Il mio impegno – ha sostenuto – è quello di continuare a frequentare Terni in prima persona perché Terni è fondamentale per l’Università di Perugia;
– Massimo Piacenti, amministratore delegato del gruppo All Food;
– Paolo Ricci, presidente della Sezione Energia Confindustria Umbria, che si è soffermato con particolare attenzione sull’importanza del nucleo di centrali idroelettriche presenti in Umbria;
– Karena Cancilleri – vice presidente Beaulieu International Group
– Carlo Ottone, presidente di Asm
– Attilio Romanelli, segretario generale della Camera del Lavoro di Terni
– Sergio Cardinali, segretario generale Filctem-Cgil Terni chimica
– Celestino Tasso, coordinatore Cisl Terni
– Mauro Agostini direttore di Sviluppumbria
– Salvatore Santucci, presidente di Gepafin
– Adriana Galgano, deputato
– Gianluca Bellavigna, presidente Consulta Provinciale Cna Terni
– Ivano Emili, presidente di Casartigiani Umbria
– Mauro Franceschini, vice presidente Confartigianato Imprese Terni
– Giuseppe Flamini, presidente Camera di Commercio di Terni
CONCLUSIONI
DE REBOTTI “Credo che il risultato più importante di questa giornata – ha sostenuto De Rebotti – sia l’aver individuato un terreno comune su cui ragionare. La convinzione che da una situazione così difficile si esca insieme è la conquista più grande. Sono particolarmente contento di aver sentito l’entusiasmo delle imprese che ha rappresentato una iniezione di fiducia”.
DI GIROLAMO “L’incontro contiene molti aspetti positivi. Abbiamo affrontato questioni concrete – ha detto Di Girolamo – e avanzato proposte alla cui realizzazione dobbiamo cooperare , ciascuno per la sua parte, affinché possano essere realizzate. L’altro elemento positivo è dato dal fatto che siamo riusciti a parlare di industria manifatturiera in maniera corretta e propositiva. Abbiamo bisogno di una nuova industrializzazione che metta al centro l’innovazione e la nuova economia. In questa sede sono state tratteggiate alcune linee da sviluppare anche grazie al capitale delle nostre competenze. Da qui l’importanza della formazione e della ricerca e di un maggior protagonismo dell’Università”.
PAPARELLI “Terni – ha concluso Paparelli – può contare su una industria manifatturiera di base molto radicata che dobbiamo impegnarci a rinnovare e rilanciare. Per fare questo c’è bisogno di un patto rinnovato sulle scelte di fondo per lo sviluppo di politiche industriali dedicate a questa parte dell’Umbria”.