Crescimbeni: ”A Terni c’è una compagnopoli: corruzione, favoritismi, arroganze”
All’incontro sono intervenuti, anche i consiglieri comunali uscenti ed ora candidati della lista “I Love Terni – Valori e Competenze” Enrico Melasecche, Cinzia Fabrizi e Giovanni Cicioni, ognuno dei quali ha toccato uno specifico settore di competenze su cui vige ormai da molti anni “un controllo egemonico del Pd”. A chiudere i lavori è stato Claudio Lattanzi, giornalista d’inchiesta autore del libro “La Zarina”.
PAOLO CRESCIMBENI Il candidato a sindaco Crescimbeni ha detto: “A Terni c’è una razza padrona che soffoca, chiude i circuiti e blocca qualsiasi operazione dall’esterno e anche lo sviluppo della città. E non si tratta solo di una questione etica, ma di un danno oggettivo per tutta la comunità. Siamo di fronte ad una vera e propria ‘compagnopoli’ ed è la prima cosa che dovrà sparire con la nuova amministrazione. La questione morale è il problema dei problemi, ma tutto questo deve finire, come l’inquinamento dell’acqua e dell’aria, deve finire anche questo inquinamento delle coscienze, di manovre fatte al buio, corruzione, mala politica, arroganze, sopraffazioni e favoritismi che privano di risultati ogni grande progetto per il rilancio di Terni”.
ENRICO MELASECCHE Particolarmente duro l’intervento di Enrico Melasecche: “La politica è incentrata sul monopolio assoluto di alcuni centri di potere che dispensano favori e clientelismo in un clima di irregolarità e illiceità”. Il candidato di “I Love Terni” ha parlato di un “monopolio totale del Pd che tocca molti servizi, dal turismo, alla cultura, alla sanità” e di “meccanismi di potere che obbligano i giovani ad andare via da Terni o essere disoccupati”. Citando alcuni estratti del libro di Rodotà, Melasecche ha ricalcato come “contro malaffare e illegalità servono regole severe e rigore morale”. Ma troppi aspetti ormai, secondo Melasecche “sono inseriti in un sistema di corruzione e guastati da meccanismi subdoli creati ad arte per governare ogni ambito della città”.
Tante le situazioni citate da Melasecche: “Quanti esposti inviati alla procura della Corte dei conti per i 500 mila euro assegnati a ditte precise per lavori dichiarati di ‘somma urgenza’, ma che tali non erano e assegnati senza gara pubblica. Quanti appalti assegnati a ditte in cui esistono parentele con rappresentanti del Pd. Come non parlare, poi, del trasporto dei disabili, gestito contabilizzando centinaia di migliaia di chilometri mai percorsi dai pulmini e poi fatturati al Comune. Parliamo poi dello scempio fatto a Villa Palma o della questione Edilstart per la concessione del terreno di Maratta o dei contributi vergognosi assegnati dallo Stato a Radio Città Aperta (Radio Galileo) grazie alla firma apposta in Senato da Di Girolamo (su cui la Corte dei Conti sta indagando) o di concorsi vinti da chi era preventivamente designato, parenti stretti di consiglieri comunali della sinistra. Vogliamo parlare poi dei candidati nella lista Di Girolamo? Ce ne sono due in particolare che non sarebbero mai entrati nelle nostre liste. Un imprenditore prossimo al fallimento che ha licenziato i suoi dipendenti e un rinviato a giudizio per fatti gravissimi di cui ha parlato tutta la città. Su tutte queste decisioni lo stesso Di Girolamo ha colpe gravi, indice dell’etica di chi ha governato la città in questi 15 anni”.
CINZIA FABRIZI Cinzia Fabrizi ha parlato del welfare e, soprattutto, del ruolo della cooperativa Actl: “Nell’ambito dell’organizzazione dei servizi pubblici socio-sanitari e welfare sociale ci troviamo di fronte ad una e una sola cooperativa che agisce in regime di assoluto monopolio e gestisce da sempre tutti questi servizi: assistenza disabili, anziani, minori, servizio scolastico e domiciliare. Inoltre è sempre la stessa cooperativa a gestire anche i servizi della cultura, quelli legati al turismo come la Cascata delle Marmore, i servizi di personale ausiliario nelle scuole comunali. In pratica, è permesso ad un sola realtà di lavorare in tutta una serie di settori che comportano erogazione di denaro pubblico. Questa è una situazione che crea un’assenza di concorrenza fra soggetti diversi e blocca anche la libertà di cittadini che non possono scegliere qual è il soggetto a cui rivolgersi. Noi invece proponiamo un sistema diverso, basato su voucher, cioè dei buoni prepagati che diano la possibilità ai soggetti di scegliere a quale soggetto rivolgersi e di quale servizio usufruire. Un passaggio fondamentale che tutela la libertà delle persone bisognose e la libertà di iniziativa, di far nascere nuovi soggetti e la libertà di chi lavora nel sociale o altri ambiti in questo settore, visto che oggi chi vuole lavorare in questi servizi può rivolgersi esclusivamente ad un solo soggetto che può assumere chi vuole senza liste di collocamento o selezione pubblica. Servono, invece, selezioni trasparenti che diano la possibilità a tutti di entrare”.
GIOVANNI CICIONI Giovanni Cicioni nel suo intervento si è occupato di sanità: “Anche la sanità fa parte di un sistema Terni controllato e gestito in toto da una classe politica. Basti pensare che tra azienda ospedaliera e sanitaria si contano quasi tremila dipendenti: più di quelli dell’acciaieria e questo significa avere un controllo capillare sul territorio. Un sistema che fa parte di un ancora più ampio sistema umbro, dal quale Terni prende solo le briciole e prosegue nel suo ruolo di realtà subalterna al contesto perugino. E tante sono le dimostrazioni di questa lottizzazione pervasiva del Pd che rappresenta un problema per una corretta gestione della sanità. Dalle figure apicali del sistema sanitario assunte solo per criterio di appartenenza politica, fino alla qualità del servizio erogato: se la prima scelta non è sulla base di esplicite capacità, ma sulla base di esplicite appartenenze questo non garantisce un livello accettabile di servizi sanitari. Un sistema di potere che nella sanità trova uno dei suoi aspetti più odiosi”.
CLAUDIO LATTANZI Il giornalista Claudio Lattanzi, che con il suo libro “I padrini dell’Umbria” è stato per mesi in vetta alle classifiche regionali di vendita (e recentemente ha pubblicato “La zarina”, una biografia non autorizzata su Maria Rita Lorenzetti), ha chiuso l’incontro affermando: “Il sistema Umbria caratterizzato dal controllo egemonico del Pd ha tentato di chiudere il cerchio con due operazioni che sono poi saltate. La prima è quella che puntava al controllo politico dell’università attraverso l’elezione del nuovo rettore, il secondo è la scalata alla Banca di Spoleto. Quanti progetti distrutti dal decennio Raffaelli e dal quinquennio Di Girolamo. Dal centro multimediale, ai fallimenti nel settore universitario e sanitario: tutte operazioni fallite alla ricerca di creare una prospettiva diversa a Terni dalla chimica e l’acciaio”.