Crisi, Confesercenti: ”In Umbria chiusi 200 negozi nei primi 2 mesi del 2013, un’ecatombe”
“Secondo le nostre proiezioni, nel primo trimestre le nuove aperture nel settore del commercio al dettaglio – prosegue la Confesercenti – saranno in tutto 65: si tratta di un risultato del 50% inferiore alle 120 circa che hanno aperto nei primi tre mesi del 2012, e rappresenta il dato peggiore degli ultimi 20 anni”.
L’emorragia di imprese del commercio sta causando una nuova emergenza: quella degli affitti. Secondo una ricerca condotta da Anama-Confesercenti, in Italia i negozi sfitti per ‘assenza di imprese’ sono ormai 500mila per una perdita annua di 25 miliardi di euro in canoni non percepiti. Secondo la Confesercenti, “per arginare la deriva, è necessario agire su due livelli: da un lato occorrono politiche nazionali volte alla diminuzione degli aggravi fiscali per cittadini e imprese. Dall’altro, è necessario intervenire sui problemi particolari del settore”.
Per quanto riguarda l’emergenza negozi sfitti, secondo la Confesercenti Umbria è necessario mettere mano al fenomeno “inventando un sistema” che coniughi le necessità di messa a reddito degli immobili commerciali con il bisogno delle imprese di utilizzare le strutture per creare impresa, e quindi occupazione e crescita economica. “La nostra proposta – è detto nel comunicato – è quella di istituire un tavolo tecnico, con le associazioni di imprese e delle proprietà immobiliari, per studiare un ‘canone revisionabile’, che sia remunerativo per il proprietario del negozio e sostenibile per il conduttore, con un impianto giuridico concordato”.
La Confesercenti Umbria rilancia infine l’iniziativa Liberaladomenica: una proposta di legge di iniziativa popolare “per riportare nell’alveo delle competenze regionali le normative su aperture e chiusure delle attività commerciali, e porre così un freno all’eccesso di liberalizzazioni. Il numero di firme necessario per il successo dell’iniziativa è di 50.000: sono più di 40mila quelle già raccolte in tutta Italia”.