Crisi Sangemini: per ripianare il debito la società punta alla produzione di 70 milioni di bottiglie

Continuano gli incontri tra vertici della società, istituzioni e sindacati per cercare soluzioni alla crisi del gruppo Sangemini. L’ultimo in ordine di tempo si è svolto ieri nella sede di Confindustria Terni, a cui hanno partecipato il management del gruppo formato dal direttore commerciale e risorse umane, Stefano Gualdi, dal direttore generale Guerra e dal direttore dello stabilimento Pagliacci, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Riommi, i segretari delle sigle sindacali di Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil, le Rsu, il sindaco di San Gemini Grimani e i rappresentati di Sviluppumbria e Gapafin.

Nell’incontro il management del gruppo ha reso note le prossime mosse per poter risollevare le sorti aziendali e arrivare alla scadenza del concordato con un quadro decisamente migliore. L’obiettivo nei prossimi 4 mesi è arrivare ad una produzione di  70 milioni di bottiglie di acque minerali. Un livello di produzione che garantirebbe la ncessaria liquidità per mettere i conti in ordine, riuscire a pagare le spettanze e i fornitori.

Un importante e arduo obiettivo che comprende una profonda riorganizzazione del lavoro. Per sindacati e istituzioni la priorità è, ovviamente, evitare il fallimento nel gruppo e mantenere invariati gli attuali livelli occupazionali, compresa la salvaguardia del posto degli operai della divisione Fruit da quattro anni in cassa integrazione. Il sindaco di San Gemini Leonardo Grimani, però, non nasconde i timori e dichiara al Corriere dell’Umbria: “Avverto una forte difficoltà e la preoccupazione è massima. C’è la volontà di mettere in campo tutte le azioni possibili per dare un futuro a quest’azienda, garantendo la salvaguardia di tutti i posti di lavoro sia della Sangemini, sia della Sangemini Fruit, con la consapevolezza che ci sarà uno scenario difficile che va gestito avendo una visione unitaria del sito”.

Le parti si rivedranno per discutere sulla riorganizzazione del lavoro il prossimo 2 maggio, mentre il giorno dopo ci sarà un confronto tra Rsu, sindacati e lavoratori su come affrontare il nuovo piano appreso nell’incontro.

Stampa