Fabro, gli ”schiavi” cinesi: oltre 12 ore di lavoro al giorno per 800 euro al mese, vivevano nel degrado
Cgil. Per la Cgil quanto venuto a galla è un “fatto gravissimo” che conferma “un problema vecchio, che si ripropone da tempo”. “Con realtà come queste – scrive in una nota – il sindacato fatica indubbiamente ad entrare in contatto, perché difficili da individuare e perché la comunità cinese è molto chiusa al suo interno”. Nonostante questo la Cgil ricorda che già nel 2007 aveva lanciato “un forte grido di allarme rispetto alla presenza, a Fabro, di aziende lager in cui lavoratori cinesi erano brutalmente sfruttati”.
Secondo la sigla sindacale, “la società civile e il sistema economico umbro non sono stati in grado di espellere questo problema”. “Nel territorio orvietano – spiega ancora il comunicato – hanno chiuso realtà produttive del settore tessile che avevano fatto della qualità l’elemento centrale su cui competere, lasciando spazio all’economia illegale e allo sfruttamento del lavoro, che appaiono ormai quasi gli unici mezzi con i quali una parte del sistema imprenditoriale, non solo cinese, punta a sopravvivere, se non addirittura ad arricchirsi nella crisi”. Per questo, la Cgil auspica “che fenomeni di questa gravità siano perseguiti duramente e che la nostra regione si liberi, una volta per tutte, di ogni sacca di illegalità e sfruttamento del lavoro”.