Arriva anche in Italia la pillola dei 5 giorni dopo, da lunedì in vendita nelle farmacie
Ci sono voluti ben due anni e tre mesi all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per firmare un’approvazione che ha ricordato da vicino il lungo iter per il via libera alla Ru486. Quello però è un farmaco abortivo, mentre ellaOne è un anticoncezionale. Se quando viene preso la fecondazione è già avvenuta, non funziona. La stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha ribadito come la contraccezione di emergenza eviti il concepimento.
Per far sì che la pillola non venga presa a gravidanza già iniziata è stato disposto da Aifa, su suggerimento del Consiglio superiore di sanità, di fare un test prima dell’utilizzo. Secondo il produttore, Hra Pharma, può trattarsi sia di un esame del sangue che delle urine. Il secondo è molto più rapido perché si può fare con gli stick disponibili in farmacia. Si tratta comunque di un punto dibattuto, su cui potrebbero esserci scontri nei prossimi giorni. Il produttore chiarisce come vede questo punto: “Il farmaco richiede una ricetta medica non ripetibile. Prima della prescrizione il medico è tenuto a verificare l’assenza di una gravidanza preesistente attraverso l’esito negativo di un test a base di beta Hcg. Test che la donna può effettuare anche con un semplice stick sulle urine reperibile in farmacia”. Sulla stessa posizione, quella di privilegiare l’esame delle urine, sono anche i ginecologi della Smic (Società medica per la contraccezione), della Sic (Società della contraccezione) e della Sigo (Società di ginecologia e ostetricia).
Sempre Hra Pharma fa sapere che dagli studi fatti su 4.700 donne è emerso che il principio attivo non dà normalmente problemi, “con un profilo di sicurezza e tollerabilità sovrapponibile a quello della vecchia pillola anticoncezionale di emergenza già in commercio”. L’ulipristal acetato è stato approvato dall’Ema (l’ente regolatorio europeo per i farmaci) nel maggio 2009 e ad oggi è usato in 39 paesi, di cui 27 europei.
Il Movimento per la vita alcune settimane fa aveva presentato un ricorso al Tar contro la decisione dell’Aifa di registrare la pillola dei 5 giorni dopo. L’udienza si è svolta di recente, ma gli stessi ricorrenti hanno chiesto un rinvio per la decisione nel merito, rinunciando alla iniziale richiesta di sospensiva.
Fonte: la Repubblica