Inchiesta Provincia, Polli: ”Mantengo riserbo”. Nevi: ”Non accetto morale da Pd, cittadini considerati sudditi”
“La vicenda è singolare, comunque preferisco mantenere il massimo riserbo. Mi sono fatto un’opinione ma mantengo il rigore che sto tenendo dall’inizio di questa storia, non rilascio dichiarazioni, altro non aggiungerò se non a tempo debito e nelle sedi giuste”. Questo l’unico commento del presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, riportato dal Giornale dell’Umbria, sull’indagine che lo vede coinvolto insieme ad altre 20 persone. Ad amministratori, dirigenti e funzionari accusati a vario titolo, la Procura contesta presunte assunzioni irregolari, uso improprio del telefono di lavoro e mobbing (qui l’articolo).
Nel frattempo continua il dibattito politico sulla vicenda. Il consigliere regionale del Pdl Raffaele Nevi replica al Partito Democratico di Terni che in un comunicato aveva espresso solidarietà agli amministratori indagati e giudicato le sue dichiarazioni come un tentativo “di introdurre nella campagna elettorale elementi estranei, velenosi e populisti pensando di salvarsi da una sconfitta certa” (qui l’articolo). Oggi in una nota Nevi replica: “Neanche il tempo di prendersela con il sottoscritto che ha osato sottolineare lo scandalo della sinistra in Provincia di Terni e subito il Pd si trova di fronte un’altra inchiesta che riguarda la ex presidente Lorenzetti che sta addirittura investendo le cronache nazionali”.
“Ora – scrive Nevi – diranno che continuiamo a speculare ma ciò non impedirà di continuare a metter in luce che loro non possono fare la morale e che (al di là di quello che farà la magistratura che ci interessa fino ad un certo punto) rimane un modo di amministrare la cosa pubblica che è sempre, scientificamente, mirato a favorire gli amici considerando i cittadini alla stregua di sudditi che per avvicinarsi alla Pubblica amministrazione devono avere una tessera altrimenti non avranno risposte e saranno considerati cittadini di serie B”.
“Dopo l’attacco del Pd, che evidentemente non gradisce che questi fatti siano amplificati, mi convinco sempre di più – afferma ancora l’esponente del Pdl – che senza una forte denuncia pubblica di questo modo di gestire la pubblica amministrazione in Umbria la gente non capisca bene qual è la differenza tra noi e loro. E quindi il Pd di Terni stia tranquillo – conclude Nevi – non mi farò intimidire e continuerò a battermi affinché l’Umbria diventi una regione moderna, efficiente e con servizi di qualità e non una macchina per costruire il consenso di chi la gestisce”.
Un duro commento arriva anche dall’esponente dell’Udc di Terni, Michele Rossi: “Ciò che sembra emergere dalla vicenda Provincia, particolarmente grave, è un sistema di potere padronale che gestisce assunzioni, umiliando il merito e la preparazione, e che poi isola, pressa e minaccia chi non vuol adeguarsi e si ribella. Tutto questo fa perdere definitivamente nell’opinione pubblica credibilità e fiducia verso l’Ente Provincia, uscito tecnicamente salvo ma in verità sconfitto dal dibattito sulla sua soppressione per inutilità. Anche se meno gravi, rispetto ad altre contestazioni – continua Rossi – aver voluto e poi usufruito di apposite schede telefoniche per collegamenti internet a spese dell’ente (per essere sui social network, costoro erano sempre presenti su Facebook, sempre pronti a commentare, a controbattere e a far propaganda politica) , anche se non dovesse rappresentare un significativo danno erariale, ci dice la verità sulla possibile naturale tendenza ad approfittarsene di taluni soggetti; tutto questo è meschino ed intollerabile e va condannato, prima ancora che dalla magistratura, dalla politica stessa. In questo senso – conclude l’esponente Udc – sono pazzeschi i comunicati di solidarietà a firma Partito Democratico”.