Italia Nostra e WWF: ”Ast segua raccomandazioni Confindustria: recuperi scorie, non ampli discarica”
I rappresentati delle due associazioni, Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi, in un comunicato scrivono: “Il documento europeo che Ast-Tk ha audacemente citato per riaffermare che le proprie scorie ‘devono essere smaltite in discarica’ è lo stesso Bref che abbiamo noi. E nel corposo volume, in cui c’è scritto tutto e il contrario di tutto, si include un’istruttiva tabella, pagina 442, dalla quale, a seguito del monitoraggio su 57 impianti d’Europa, emerge che, persino nel lontano 1996, il 17,7% delle scorie della produzione di acciaio inossidabile veniva riciclato, il 34,7% venduto e il 33,9% interrato o in discarica. Ma il BREF è un documento già vecchio. E’ sufficiente infatti leggere quel che la stessa Federacciai, non Italia Nostra o il WWF, scrive nel report del maggio 2012”.
Liberati e Rinaldi citano quindi alcuni passaggi del documento ‘La valorizzazione degli aggregati di origine siderurgica: la scoria da problema a risorsa’: si tratta di un’analisi del processo produttivo siderurgico durante gli anni 2008-2010 e, affermano i due rappresentanti delle associazioni, Tk-Ast è associata Federacciai quindi non può non conoscere tale studio.
A pagina 3 del documento si legge: “L’utilizzo di residui derivanti da processi industriali, aventi caratteristiche idonee per una loro valorizzazione e reimpiego nella realizzazione di nuovi prodotti e manufatti, è ormai una prassi seguita in Europa e in tutti i principali Paesi avanzati del mondo in risposta alla necessità e allo stimolo di realizzare un modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla riduzione del consumo di risorse naturali e sulla minimizzazione della produzione di rifiuti. I materiali che originano dai processi di produzione dell’acciaio, quali la loppa di altoforno, la scoria da convertitore, le scorie da forno elettrico, in possesso delle caratteristiche idonee, se opportunamente gestiti rappresentano oggi sempre più un’ottima risorsa sostitutiva o complementare dei prodotti derivanti dalle risorse naturali. Grazie alla messa a punto di processi produttivi controllati, attingendo alle migliori tecnologie di-sponibili e al più avanzato know-how presente sul mercato, è possibile ottenere dei prodotti conformi alle esigenze del mondo delle costruzioni edili e stradali, materiali che possono sostituire in parte o totalmente i prodotti tradizionali (…). L’utilizzo sostenibile di materiali simili a quelli naturali deve essere pertanto sempre più sostenuto e incentivato attraverso politiche adeguate e un’ampia collaborazione tra imprese, enti e istituzioni competenti finalizzata a risolvere le incertezze di natura normativa o tecnica che possono ancora ostacolare una piena valorizzazione di queste risorse”.
Non solo. Aggiungono Italia Nostra e WWF: “Quanto all’uso della scoria da produzione di acciaio inossidabile, l’utilizzo principale (pag. 39) ‘è per la realizzazione di conglomerati bituminosi (53%), mentre le restanti quantità sono destinate ai conglomerati cementizi (29%) e alla produzione di cemento (13%)’. E’ sufficientemente chiaro? Non è affatto verosimile, quindi, che tale genere di scorie ‘devono essere smaltite in discarica’. Perché Ast-Tk sostiene il contrario?”.
In conclusione Liberati e Rinaldi scrivono: “L’azienda abbandoni il proposito di estendere una discarica già fonte di gravi criticità, ma investa nella filiera del recupero, così come fanno altri e come suggerisce Confindustria. E gli Enti locali recedano da facili quanto improbabili autorizzazioni all’ampliamento”.