Locchi: ”No ad Asl e azienda ospedaliera a Terni. Superare Province”. Scontro con Di Girolamo e Polli
Cosa ha detto l’ex sindaco di Perugia? E’ andato a ruota libera su riforma sanitaria e riordino territoriale, affermando, in sostanza, che sarebbe meglio un’unica Asl (a Perugia), un’unica azienda ospedaliera (quella di Perugia) e un’abolizione delle Province, da sostituire con delle unioni di Comuni. Locchi ha però fatto capire che se proprio non fosse possibile la soluzione da lui auspicata e le sedi Asl fossero due, la seconda dovrebbe spettare a Foligno che ha un bilancio superiore a quello di Terni.
Ecco i passaggi dell’intervista incriminati: “Un’unica azienda ospedaliera con all’interno l’università che fosse distribuita su due plessi, Perugia e Terni, con un unico direttore che si confronta con un unico preside di facoltà rappresenterebbe il modello più capace di evitare sovrapposizioni e per ricercare la massima integrazione e convenienza. Mentre per quanto riguarda i territori un’unica Asl potrebbe andare bene. Ma altrettanto le due avrebbero una massa critica che rientrano nei criteri indicati dal ministero della salute. Lo schema due più due (due Asl e due aziende ospedaliere) può avere un ruolo utile se serve a ridurre inevitabili elementi di frizione che in tutta Italia vicende simili hanno prodotto. Se nelle prossime settimane in consiglio regionale si scopre che una governance basata sul due più due crea più problemi di quanti ne risolve, va rivisto”. Nel caso le Asl fossero due: “Il bilancio della ex Asl 3 è superiore a quello dell’azienda territoriale di Terni. Non possiamo metterla solo sui numeri, ma non si possono negare che certe cose abbiano un senso”. Per quanto riguarda le province: “Ho sempre pensato che l’Italia potesse fare a meno delle province. L’Umbria potrebbe funzionare benissimo con la Regione, 4 o 5 significative Unioni dei Comuni e i Comuni. Sarebbe un elemento di rafforzamento dell’identità regionale, superando il dualismo Perugia-Terni che non produce benefici”.
La risposta di Di Girolamo e Polli è netta e durissima, come potrebbe esserlo solo tra esponenti di partiti diversi. Si tratta invece di tutti rappresentanti del Partito Democratico.
La lettera congiunta del sindaco di Terni e del presidente della Provincia di Terni:
“In questa estate rovente fra crisi economica sempre più profonda, consumi tornati a livello degli anni ’30, spread in salita, Borse in discesa, disoccupazione in aumento, incendi multipli, riforma endoregionale in corso non c’era l’esigenza di gettare benzina sul fuoco da parte di Renato Locchi che più che un capogruppo regionale sembra atteggiarsi da consigliere regionale del Comune di Perugia. Dal capogruppo (sic) del più grande partito dell’Umbria ci si attenderebbe equilibrio e responsabilità. La vicenda del riordino della Sanità va avanti da quasi un anno e dobbiamo dare atto alla Regione, nelle persone della Presidente Marini e dell’Assessore Tomassoni che forse mai nessuna riforma regionale ha visto una partecipazione così ampia e approfondita. Incontri nei territori, con le forze politiche, quelle sociali, i lavoratori, culminati poi nella deliberazione della Giunta Regionale del 30 luglio. Tre giorni dopo, prendendo a pretesto la lettera di tre consiglieri regionali Pd che sostengono una soluzione diversa, ovvero una unica Azienda Ospedaliera ed una unica ASL, Locchi riapre la partita aggiungendoci, come condimento, il “de profundis” per le Province che lo stesso governo ha deciso di mantenere attraverso un processo di riorganizzazione.
Al gioco allo sfascio non ci stiamo e ci sorprende molto questa presa di posizione, considerando che su questo argomento, oltre all’ampia partecipazione, si è pronunciata la “sua” Giunta ed il suo partito. Nel merito precisiamo che in nessuna parte del mondo avanzato esiste una Azienda Ospedaliera ad alta specialità, integrata con l’Università, che si articola su due presidi distanti fra loro 80 Km. e che l’unica Regione che ha provato a fare l’ASL unica regionale, le Marche, è dovuta precipitosamente tornare indietro ed articolare l’organizzazione sanitaria regionale in 5 aree vaste. E’ sorprendente che il capogruppo regionale non conosca i dati economici riferiti alle ASL ed alle Aziende Ospedaliere. Per quanto riguarda le ASL la delibera regionale n. 1733 del 20.12.2011 ripartisce il fondo regionale sanitario destinando 401.038.889 €. alla ASL di Terni e 275.477.313 € alla ASL di Foligno. Ed anche per quello che riguarda i costi ospedalieri il report regionale ci dice che l’Azienda Ospedaliera ad alta specialità di Terni non solo ha un costo unitario per indice di case-mix inferiore di 1.000 euro a quello della Azienda Ospedaliera di Perugia, ma addirittura inferiore anche ai presidi ospedalieri di Branca, Foligno, Spoleto, Narni-Amelia ed Orvieto. Dati che vengono confermati dalla nota tecnica elaborata dal Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi, Enrico Bondi, che ci dice che il costo per punto di ICM dell’Azienda ospedaliera di Perugia è di 5.179,39 euro a confronto di 4.249,34 euro di quella di Terni. Ma anche se dovessimo andare a guardare un altro elemento importante: il trend della mobilità sanitaria extraregionale attiva, vedremo che mentre l’Azienda Ospedaliera di Perugia in cinque anni passa da 22.394.979 euro a 21.293.112 euro di attivo, quella di Terni passa da 16.784.317 a 18.538.640. Se dovessimo guardare quindi al parametro qualità/costi non c’è dubbio che l’Azienda Ospedaliera incorporante dovrebbe essere quella di Terni. Sulla questione delle Province poi, dove Locchi rilancia l’idea dell’abolizione totale, cosa strana, visto che non sta più neanche nei provvedimenti del governo, ribadiamo quello che le nostre assemblee hanno deliberato: una sola Provincia mette a rischio la stessa esistenza dell’Umbria e comunque determina squilibri, conflitti e sovrapposizioni che peggiorerebbero il sistema istituzionale che va reso più moderno ed efficiente attraverso una riforma endoregionale che ridisegni un’Umbria più moderna e competitiva. Non ci interessano le polemiche, vogliamo guardare all’Umbria nel suo complesso e ad un futuro che rischierebbe di non esistere più se prevarrà la visione asfittica e monocentrica che Locchi sembra voler ventilare.
Continueremo ad essere aperti al confronto e a sostenere con lealtà, convinzione e fermezza il lavoro di riforma difficile e complesso, ma necessario e urgente, che la presidente Marini e la sua Giunta stanno portando avanti per disegnare un’Umbria plurale, aperta, dinamica e competitiva, che valorizzi la comunità e le eccellenze, sia amministrative che economiche e sociali”.