Melasecche: ”Villalago svenduta per pagare le folli spese correnti della Provincia”
Il comunicato di Melasecche:
“Certo quando la nobiltà decade anche i gioielli finiscono al banco dei pegni. Il paragone, scomodo ma chiaro, calza a pennello per la tristissima vicenda di Villalago. Fiorelli, socialista scomodo ma proprio per questo autentico, primo Presidente del Consiglio Regionale di un’Umbria che sognava un futuro da protagonista nel panorama del nascente regionalismo italiano, oggi si rivolterebbe letteralmente nella tomba. Non solo e non tanto per la svendita di quel gioiello ma per il silenzio che gli stessi socialisti, tutti, dispersi nella diaspora post craxiana, hanno riservato alla decisione di Polli e Piacenti D’Ubaldi.
Villalago non è solo un vecchio palazzo abbandonato da anni, non è solo un parco bellissimo con molti ettari di campagna intorno ed un panorama mozzafiato sul Lago di Piediluco, è soprattutto il simbolo di una cultura politica che vedeva gli Enti Locali protagonisti nel determinare il futuro di un territorio. Somiglia per tanti versi alla Foresteria della Terni che la giunta Di Girolamo ha tentato di svendere o alle ex Officine Bosco che sta svendendo. Si tratta di pezzi di storia e potenzialmente di futuro, prima ancora che particelle catastali.
Certo, per mantenere castelli e feudi, occorre che le sostanze di famiglia vengano amministrate con prudenza e saggezza. Tutto questo non è avvenuto e sull’onda dell’euforia un po’ ignorante della vacche grasse anche la Provincia ha speso e sperperato negli anni, ha assunto molti più dipendenti di quelli che occorrevano, forse per darsi l’immagine di un ente che contava. Sta di fatto che oggi quel luogo incantato va all’asta per pagare di fatto le follie delle spese correnti di questi lustri.
Il Comune, visto che l’immobile si trova in quel di Piediluco, avrebbe dovuto dire la sua ed intervenire per impedire che in un sol boccone venga acquistato da qualche privato in vena di business. Ricordo spettacoli emozionanti da Umbria Jazz alla lirica al teatro. Terni e Villalago erano al centro dell’attenzione non solo dell’Umbria ma al centro della scena culturale italiana ma non solo.
Oggi nella pochezza di questo presente ci vendiamo un pezzo alla volta, una collana, un bracciale, un anello di papà, tirando a campare, senza un’idea di futuro, nel silenzio acquiescente di coloro che fanno i capetti a Marmore e a Piediluco (a proposito la Scuola Elementare liberty che fine ingloriosa ha fatto?) ma anche di coloro che si dicevano socialisti e che qualche debito di riconoscenza dovrebbero pur avere nei confronti di Fiorelli che era non solo socialista e difensore di Terni ma in più, quando parlava da Presidente del Consiglio Regionale aveva la statura umana e politica per farsi ascoltare”.