Monti taglia la provincia di Terni, Polli: ”Non siamo micro feudo, abbiamo conti in ordine”
Per il presidente della provincia, Feliciano Polli, “la Provincia di Terni si è caratterizzata in questi anni per aver costruito un dialogo e un rapporto con tutti i soggetti del territorio regionale e provinciale, dalla Regione ai Comuni, dalle categorie economiche e sociali alle scuole, fino alle Province limitrofe, in un sistema di relazioni istituzionali volte a realizzare progetti di sviluppo e politiche innovative. La Provincia non si è mai rinchiusa in un micro feudo ad uso e consumo dei suoi rappresentanti, ma ha messo in campo idee e progetti per lo sviluppo e la crescita, attuando una politica rigorosa per contenere i costi, migliorare l’efficienza e qualificare i servizi”. Per Polli l’ente ha sempre risparmiato: “Il blocco del turn over è stato applicato da questa amministrazione sin dal primo giorno del mio insediamento insieme ad un’attenzione costante e puntuale alla spesa e ai conti”.
“Ciò di cui ha bisogno oggi il paese – dice ancora il presidente della provincia di Terni – è un sistema istituzionale meno costoso, più efficiente e che sappia coordinare meglio i rapporti tra Comuni, Regioni, Province, uffici periferici dello stato, agenzie ed enti statali, semplificando e riducendo la spesa complessiva ed eliminando eventuali doppioni. Condivido pertanto in pieno l’impostazione dell’Upi nazionale sulla riforma delle Province per dare vita ad enti più grandi e più moderni, nell’ottica dell’area vasta, e che siano più efficienti e meno costosi. Se sarà questo il contenuto del decreto del governo Monti, che attendiamo di vedere, allora significherà che si è invertita la rotta e si è scelta finalmente la strada della serietà. In Umbria dobbiamo cogliere questa importante occasione per ridisegnare la struttura istituzionale della nostra regione. Tagliare semplicemente la Provincia di Terni – conclude Polli – senza mettere mano ad una riforma vera e necessaria equivarrebbe a creare un sistema instabile e sbilanciato. Si perderebbe l’opportunità di dare vita ad una regione più moderna, più equilibrata dal punto di vista istituzionale, più efficiente e meno costosa”.