Morte dell’operario Ast Ippoliti: rinvio a giudizio per due dirigenti Thyssen, accusa di omicidio colposo
Il 9 maggio prossimo dovranno comparire davanti al giudice monocratico l’ingegner Antonio Bufalini, legalmente datore di lavoro dell’operaio all’epoca dei fatti, e l’ingegner Costantino Di Pietro, responsabile del reparto Pix1.
Al momento dell’incidente – secondo quanto ricostruito dalle indagini – l’operaio Ippoliti stava lavorando al macchinario di laminazione a caldo Lac 2 quando la sua gamba destra rimase incastrata nel rullo. Dopo il ricovero al policlinico Umberto I di Roma il giovane, originario di Porchiano del Monte, morì il 19 giugno a causa della gravità delle ferite riportate. In base all’accusa, sostenuta dal pm Barbara Mazzullo, all’interno del reparto non sarebbero state predisposte le necessarie misure di protezione dell’impianto, e non sarebbe stata svolta la relativa formazione in tema di sicurezza dei lavoratori.
Antonio Bufalini era assistito dagli avvocati Attilio Biancifiori ed Ezio Audisio, mentre Costantino Di Pietro dagli avvocati Carlo Amati e Andrea Garaventa. Tutti i legali avevano chiesto il non luogo a procedere nei confronti dei propri assistiti. La famiglia del giovane, invece, non si è costituita parte civile in quanto già risarcita del danno.