Nascondevano preziosi reperti archeologici, due coniugi pensionati denunciati
Gli oggetti sono stati scoperti all’interno dell’appartamento, posti sopra una mensola del soggiorno e in una vetrina, nel corso di attività investigativa riguardante un altro procedimento (l’uomo è infatti già risultato inquisito in passato). Grazie alla collaborazione della Sovrintendenza ai beni archeologici di Perugia i carabinieri hanno allora ottenuto elementi tali hanno chiesto e ottenuto dal sostituto procuratore Elisabetta Massini un decreto di perquisizione per recuperare i reperti.
Sono stati così sequestrati vasi Kantharos, Skyphos e un vaso Olpe e un piatto in ceramica, tutti in bucchero e risalenti presumibilmente all’ottavo secolo avanti Cristo. Inoltre sono stati recuperati anche dieci vasetti miniaturistici per uso rituale, tre frammenti di testina femminile e un piede, tutti in ceramica e databili nel III secolo avanti Cristo. I due coniugi si sono difesi riferendo ai carabinieri di aver comprato gli oggetti molti anni fa in un mercatino di Porta Portese a Roma.
Secondo la sovrintendente Maria Cristina De Angelis – presente oggi alla conferenza stampa – il vasellame è “molto interessante in quanto autentico e di pregevole fattura” e farebbe parte di “un corredo conservato in un’unica tomba”. Difficile, secondo gli esperti, stabilire l’area di provenienza, anche se è verosimile che sia nel centro Italia. Reperti analoghi a quelli rinvenuti sono esposti presso il museo archeologico di Terni. Dopo una prima perizia tecnica il materiale è ora in custodia presso la Sovrintendenza.