No Inceneritori Terni: ”Asm non vuole produrre Css. Al via sperimentazione porta a porta a Borgo Rivo”

“Apprendiamo con piacere che l’Asm, per bocca del suo presidente Carlo Ottone, è orientata ad una chiusura del ciclo dei rifiuti escludendo la produzione del Css (Combustibile solido secondario) dal residuo secco dell’indifferenziato”. Lo afferma il Comitato No Inceneritori Terni al termine dell’assemblea organizzata ieri a Borgo Rivo. Riprende quindi con una nota positiva la battaglia all’incenerimento dei rifiuti, soluzione ritenuta da ambientalisti, alcuni partiti e migliaia di cittadini, inquinante e inefficiente: emissione di polveri sottili e sostanze nocive e contemporaneamente tasse dei rifiuti elevate.

La questione Css (si tratta in sostanza di ciò che viene bruciato negli inceneritori) è stata sollevata dal Comitato fin dall’approvazione del Piano d’Ambito nell’agosto 2012 e recentemente era stata anche oggetto di una manifestazione in Consiglio comunale in cui si addebitava la responsabilità della previsione di produzione di Css all’Amministrazione, poiché ”mentre da una parte il sindaco annunciava la fine dell’incenerimento dei rifiuti, dall’altra grazie al Css questi rientravano dalla finestra e senza obbligo di contratti tra produttore e impianto di incenerimento, di fatto annullando le enunciazioni pubbliche”.

Sempre nell’assemblea di ieri si è costituito un tavolo cittadino aperto a tutti per la sperimentazione del porta a porta in una zona di Borgo Rivo che dovrà raggiungere massime percentuali di raccolta e che sia di esempio per tutta la città: “Abbiamo indicato aree complesse con edifici a più piani, proprio per poter dimostrare che con il controllo dal basso e la gestione partecipata è possibile raggiungere obbiettivi importanti”.

“Ora – conclude il Comitato No Inceneritori – aspettiamo la convocazione pubblica di questo tavolo per dare inizio alla sperimentazione. Ovviamente resta aperto, fin quando non sia definitivamente chiarito, il nodo Css contro il quale daremo battaglia non solo in Comune ma anche in Regione, dove ci si sta apprestando a ridefinire il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti”.

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