Nobel per la Fisica 2013: Electrosys di Orvieto ha contribuito a scoprire ”particella di Dio”

La grandiosa scoperta del bosone di Higgs e il conseguente Nobel per la Fisica 2013 passa anche per Orvieto. Dietro il massimo riconoscimento scientifico attribuito quest’anno al fisico britannico Peter Ware Higgs, e al fisico belga François Englert per la scoperta del meccanismo che permette di spiegare la massa di particelle elementari, c’è infatti anche il lavoro di un’azienda orvietana oltre che di scienziati umbri.

Ci sono le competenze messe in campo dal pool di scienziati umbri dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Perugia diretto dal dottor Pasquale Lubrano e del Dipartimento di Fisica dell’Università di Perugia e c’è il lavoro di un’azienda orvietana d’eccellenza , attiva da anni nella progettazione e costruzione di apparecchiature elettroniche destinate al mercato delle telecomunicazioni: la Electrosys srl, con sede a Sferracavallo di Orvieto.

Higgs e Englert avevano teorizzato nel 1964 l’esistenza del bosone (oggi noto col nome di “bosone di Higgs” o “particella di Dio”) ma solo nel 2012, anche con agli esperimenti Atlas e Cms e grazie ad importanti apporti industriali come quello fornito dalla Electrosys, l’imponente macchina sperimentale LHC (Large Hadron Collider) del CERN di Ginevra ha potuto dimostrarne sperimentalmente l’esistenza.

La Electrosys spiega che sotto la nuova guida da qualche anno assunta dal dottor Luis M.C. Monteiro “ha allargato gli orizzonti aziendali a nuovi ambiti operativi agganciando anche il mercato scientifico e rafforzando la presenza a livello internazionale. In questa ottica l’azienda ha iniziato ad acquisire commesse per apparati a radiofrequenza non più solo nel mercato delle telecomunicazioni ma in importanti settori scientifici specialmente nel settore della fisica delle alte energie”.

LHC che oggi ha permesso di dimostrare l’esistenza del bosone di Higgs alla ripresa delle attività, stimata per la fine del 2014 lavorerà ancora a maggiori livelli d’energia (14 Tev) anche grazie all’azienda orvietana che ha prodotti 8 amplificatori per il nuovo acceleratore di particelle.

Per Monteiro “è motivo di orgoglio per l’azienda e le sue maestranze contribuire con il nostro lavoro al raggiungimento di questo obiettivo. Un motivo in più per continuare ad impegnarci in ambito scientifico con le nostre risorse umane e le nostre professionali. In questa direzione va anche l’imminente visita di un’ importante delegazione dell’INFN, guidata dal vicepresidente dell’Istituto, la dottoressa Speranza Falciano, e del professor Maurizio Biasini, addetto scientifico alla Missione Permanente italiana alle Organizzazioni internazionali di Ginevra. Attendiamo anche la presenza del dottor Eric Montesinos, del Cern, che con una squadra di tecnici farà la verifica finale dell’ultimo amplificatore prodotto per l’acceleratore del centro di ricerca internazionale”.

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