Operaio morto nel 2008 lavorando all’Ast: rinvio a giudizio per il collega e assoluzione per il datore

Cinque anni fa, a seguito di un terribile incidente avvenuto all’interno dell’acciaieria di Terni, perse la vita l’operaio di 59 anni, originario di Napoli, Umberto Aloe, che stava eseguendo lavori per conto di un’altra ditta. Per quella morte sul lavoro il giudice dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio un collega di Aloe ed ha assolto il datore di lavoro.

Il 13 aprile del 2008 Aloe insieme ad altri 20 operai era al lavoro nel reparto di lavorazione a freddo dell’acciaieria: ironia della sorte, stavano realizzando alcune opere per la sicurezza, più precisamente un tunnel di emergenza. Intorno alle 9 di mattina Umberto si trovava vicino al braccio meccanico di un escavatore. All’improvviso l’operatore del mezzo ha chiuso il braccio meccanico, colpendo Aloe. Umberto è stato immediatamente soccorso, trasportato al pronto soccorso e operato, ma le ferite riportate alla testa, al torace e ad una gamba erano troppo gravi: è morto dopo 6 ore.

A distanza di 5 anni, l’operaio rumeno che guidò l’escavatrice è stato rinviato a giudizio dal gup di Terni Pierluigi Panariello, per il datore di lavoro ha invece stabilito il non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste” nei confronti del datore di lavoro dell’operaio. Gli avvocati Carlo Viola e Claudia Rulli Bonaca, difensori dell’amministratore unico della ditta interessata, esprimono soddifazione per la decisione del giudice, dalla quale emerge “l’assoluta inconsistenza del quadro accusatorio posto a carico” dell’imprenditore. “E’ una vicenda su cui dover riflettere – aggiungono gli avvocati – poiché la problematica degli infortuni sul lavoro è di strettissima attualità e la rigida interpretazione delle normative vigenti in materia potrebbe dare anche adito a conseguenze inique e devastanti. Come in questo caso. Destinato a risolversi in un nonnulla”.

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