Parlamento Europeo approva Piano Ue siderurgia, Angelilli: ”Tutelare Ast”
Tra gli emendamenti dei due parlamentari: l’introduzione di una certificazione di qualità per i prodotti connessi all’acciaio che sia in grado di tutelare la produzione europea da prodotti non certificati, con l’adozione di politiche di recupero degli scarti della produzione dell’acciaio. E la promozione di misure per la riqualificazione, formazione attiva e apprendimento permanente dei lavoratori per tutelare e garantire le competenze necessarie alla competitività del settore.
Angelilli afferma: “L’UE è il secondo maggior produttore siderurgico al mondo, con una produzione che supera i 177 milioni di tonnellate di acciaio l’anno e costituisce l’11% della produzione globale. La crisi ha colpito duramente questo settore: a partire dal 2008 si stima che siano stati persi in Europa oltre 65mila posti di lavoro. Per queste ragioni, il ‘Piano Acciaio’ approvato oggi dall’aula di Strasburgo può e deve essere un momento di svolta per le imprese e per i lavoratori europei”.
“Ho seguito con grande attenzione l’iter del Piano – continua Angelilli – nella convinzione che il siderurgico sia decisamente un settore su cui puntare per lo sviluppo delle nostre economie e da tutelare nei confronti della concorrenza asimmetrica e aggressiva dei Paesi Terzi, che spesso non garantiscono nome minime a tutela dei lavoratori e dell’ambiente. Esprimo soddisfazione per l’approvazione di diversi emendamenti che, insieme ad Amalia Sartori, presidente della Commissione Industria del Parlamento europeo, ho presentato alla relazione finale: introduzione di una certificazione di qualità per i prodotti connessi all’acciaio che sia in grado di tutelare la produzione europea da prodotti non certificati, adozione di politiche di recupero degli scarti della produzione dell’acciaio; promozione di misure per la riqualificazione, formazione attiva e apprendimento permanente dei lavoratori per tutelare e garantire le competenze necessarie alla competitività del settore”.
“Il Piano si colloca all’interno di una strategia complessiva che punta a ridare centralità all’industria e al manifatturiero europei, che va sostenuta con forza. Sottolineo però che, oltre alla programmazione di lungo periodo, occorre partire da casi concreti e immediati: soluzione delle molteplici vertenze che interessano gli stabilimenti italiani e ridare un ruolo di primo piano a impianti strategici e di eccellenza come il sito di Terni”, conclude Angelilli.