Processo inceneritore Asm, operai morti: il pm Massini chiede un’integrazione della perizia
Un’udienza caratterizzata da un acceso scontro tra le parti in relazione alla richiesta presentata dal pm, Elisabetta Massini, di integrare la perizia sulla qualità ambientale dell’inceneritore effettuata nell’ambito delle indagini preliminari da tre esperti. In particolare il pm, attraverso nuove verifiche, vuole dissipare ogni incertezza dal punto di vista medico legale sul collegamento tra le malattie contratte degli operai e le condizioni di lavoro all’interno dell’impianto. Una richiesta data dal fatto che la perizia già effettuata dai tre esperti (un oncologo, un’igienista e un medico legale) non ha risolto i dubbi emersi.
Sulla richiesta del pm si sono opposti i legali della difesa che hanno ricordato al gup Panariello che già precedentemente il gip Santoloci, si era opposto di concedere ulteriori accertamenti sulla perizia in quanto le conoscenze acquisite fino ad allora, non permettevano di andare oltre. Comunque, almeno per quanto riguarda uno dei due operai morti, Giorgio Moretti, la perizia si baserebbe su un errore di interpretazione visto che fu ritenuto un fumatore accanito quando in realtà smise di fumare negli anni ’80. In base a questo errore, il legale della famiglia del capoturno, Dino Parroni, ha presentato una nuova perizia elaborata dal professor Francesco Di Costanzo, dove il nesso di causalità tra il carcinoma contratto e le condizioni di lavoro sono altamente probabili.
Sull’accettazione della richiesta del pm Massini, bisognerà attendere l’11 maggio prossimo, data nella quale il gup, Pierluigi Panariello, si è riservato la facoltà di decisione.