Provincia di Terni soppressa, Di Girolamo e Polli: ”Inaccettabile, gravi conseguenze”. Le reazioni

Il decreto del Governo Monti che sopprime, tra le altre, la Provincia di Terni “è inaccettabile”. Lo scrivono in una nota congiunta il presidente della Provincia Feliciano Polli e il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo. Anche il Pd di Terni e il presidente della Provincia di Perugia Vinicio Guasticchi protestano duramente contro il taglio che darebbe vita, in Umbria, alla provincia unica Terni-Perugia.

Di Girolamo e Polli. “Riteniamo che il decreto legge di riforma delle province approvato oggi dal CDM sia inaccettabile ed incoerente con le modifiche apportate in sede di conversione che mettevano in moto un percorso di riordino” scrivono Polli e Di Girolamo.

“Di fatto – continua la nota congiunta – non vengono accolte le proposte formulate dai Cal e dalle Regioni attraverso un intenso e partecipato percorso politico ed istituzionale e si formula un unico tipo di deroga rispondendo ad un criterio di tipo geo-morfologico e non a quello istituzionale ed amministrativo posto alla base della proposta di riordino approvata in Umbria”.

“Nella nostra Regione infatti – spiegano ancora Polli e Di Girolamo – si è pervenuti ad una proposta basata su due ambiti provinciali rispondenti ai criteri demografici e territoriali previsti dalla deliberazione del CDM del 20 luglio, validata anche dal pronunciamento di una parte consistente dei consigli comunali umbri, per evitare le conseguenze negative politiche,amministrative e socio-economiche della coincidenza della istituzione regionale con quella dell’unica provincia. A queste – prosegue la nota – si aggiungerebbe anche il danno della riorganizzazione degli uffici territoriali di governo che, secondo quanto riportato dalla nota ufficiale del CDM, porterà ad un dimezzamento degli stessi, facendo mancare importanti riferimenti istituzionali e di servizi ai cittadini, accompagnato anche dalla impossibilità di collocare la sede degli organi politici della futura provincia unica in una città diversa da quella capoluogo”.

Il presidente della Provincia e il sindaco annunciano: “Non intendiamo rassegnarci a questa decisione del governo e procederemo immediatamente ad attivare ogni forma di iniziativa politica a livello parlamentare e dei partiti necessaria a scongiurare questo esito, anche attraverso la proposizione di emendamenti che modifichino il testo in senso coerente con le delibere assunte da CAL e Regione. Facciamo perciò appello a tutte le forze politiche economiche e sociali del nostro territorio perchè si attivino con il massimo della determinazione e dell’impegno per conseguire un obiettivo fondamentale per il futuro del nostro territorio e dell’intera regione dell’Umbria”.

Pd di Terni. Sulla stessa linea il Partito Democratico di Terni che in una nota scrive: “La odierna delibera del Consiglio dei Ministri in tema di riordino e di riduzione degli enti provinciali suscita perplessità e sconcerto in alcuni suoi punti essenziali. Il Partito Democratico di Terni, convinto non da oggi della necessità di una revisione complessiva dell’architettura istituzionale dell’intero Paese, ha promosso dibattiti ed iniziative sul tema, prima fra tutte quella tenuta durante la Festa Democratica dello scorso settembre alla presenza del Ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi.

Ma alla luce della decisione presa dal CdM di oggi, che procede alla soppressione di circa la metà degli enti provinciali italiani, all’azzeramento delle Giunte provinciali di tutto il territorio e reintroduce il concetto della deroga per alcune province, il Partito Democratico di Terni ritiene imprescindibile un chiarimento per salvaguardare, non l’ente Provincia in quanto tale, ma la dignità democratica ed istituzionale del territorio ternano e dei suoi abitanti. Siamo sicuri che il PD nazionale prenderà chiaramente una posizione e si farà carico del disagio profondo della nostra città e di tutto il territorio, su cui grava quella che si profila essere una crisi istituzionale e rappresentativa.

Il Partito Democratico di Terni ritiene oggi irrinunciabile una mobilitazione di tutte le forze che abbiano a cuore l’Umbria e Terni città capoluogo, che siano consapevoli delle implicazioni di una scelta irragionevole del governo, che necessita di una profonda correzione in sede parlamentare affinché si eviti l’assurdità di una regione monoprovinciale, soprattutto qui dove i termini e le condizioni per un riequilibrio assennato e virtuoso ci sono tutte.

La città e questa regione mostrino maturità e consapevolezza, gli eletti umbri, parlamentari in testa senza distinzioni di partito o schieramento, facciano squadra e trovino le forme per cambiare i termini di una decisione che appare insostenibile, incomprensibile e dannosa per l’intera Umbria e per i suoi cittadini. E’ per questo che – conclude la nota del Pd di Terni – cercando le più ampie convergenze con le forze attive della città, dei suoi territori e dell’intera Regione, siamo pronti ad esperire tutte le strade. Fino in fondo”.

Guasticchi. Per il presidente della Provincia di Perugia, Vinicio Guasticchi, giudica il provvedimento del Governo Monti “la solita politica dei ‘pannicelli caldi’. Un decreto legge, quello sul riordino delle province che presenta in questa prima fase evidenti lacune procedurali ed incide su organi istituzionali interrompendone anzitempo la regolare durata amministrativa sancita dalla Costituzione e suffragata democraticamente dai cittadini. Mi auguro – ha aggiunto Guasticchi – che il Parlamento e la Corte Costituzionale chiamata ad esprimersi anche sul sistema di elezione delle province possano ristabilire un equilibrio democratico che altrimenti verrebbe a mancare. Ancora si continua a parlare – ha sottolineato ancora il Presidente della Provincia di Perugia – dei costi delle province e non dei 7 miliardi degli enti di secondo livello, sui quali invece si sorvola. Sulle province si va giù con l’accetta e non si pensa al destino dipendenti, non ci si preoccupa delle ripercussioni sulla vita dei cittadini in termini di servizi primari e di trovare situazioni alternative. Chi andrà a gestire le funzioni delle province?”

“Il decreto inoltre per quello che riguarda l’Umbria – ha continuato Guasticchi – non tiene conto minimamente della proposta elaborata dal Cal, approvata dal Consiglio regionale, e propone uno schema istituzionale con una provincia unica già bocciato in altre regioni e non rispettoso della storia e delle vocazioni economico-sociali dei nostri territori. Mi auguro a questo punto che tutti i parlamentari umbri si adoperino in sede di conversione in legge per definire quelle modifiche necessarie a ristabilire equità e rispetto degli equilibri istituzionali democratici. Per quanto ci riguarda, come Provincia di Perugia a seguito della richiesta da parte della Rsu attiveremo un confronto sul processo di riforma istituzionale con le rappresentanze sindacali e con i dipendenti dell’ente. Il tavolo verrà convocato la prossima settimana appena avremo la possibilità di discutere su elementi certi. Io sarò al loro fianco – ha concluso Guasticchi – in questa delicata fase della storia dell’istituzione cui apparteniamo e della quale convintamente sosteniamo il ruolo e la dignità”.

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