Riordino province, altri 5 Comuni dicono ”no” a Terni: ”Proposta senza logica, fortemente contrari”

Ormai è un coro unanime: “no” a Terni. La lista dei Comuni umbri che bocciano l’ipotesi di lasciare la Provincia di Perugia per approdare in quella di Terni cresce di giorno in giorno. Oggi si registrano i rifiuti dei sindaci di Città della Pieve, Piegaro, Collazzone, Fratta Todina e Monte Castello di Vibio.

Per Riccardo Manganello, primo cittadino di Città della Pieve, “a Perugia abbiamo i nostri riferimenti istituzionali, economici, lavorativi e culturali. Tutto questo non si cancella con aleatorie e improbabili proposte estive che somigliano più a leggende metropolitane”.

Andrea Caporali, sindaco di Piegaro, sottolinea la distanza geografica e culturale con Terni e crede sia giunto il momento di far esprimere i diretti interessati: “Finora se ne è parlato solo attraverso i media senza far intervenire cittadini e amministrazioni comunali”.

Francesco Bennicelli, primo cittadino di Collazzone: “L’amministrazione comunale è fermamente contraria ad ogni ipotesi di passaggio del proprio territorio alla Provincia di Terni. Molto meglio una più forte e unica provincia umbra”.

Il sindaco di Fratta Todina, Maria Grazia Pintori: “Non credo abbia senso il passaggio con Terni. Siamo più vicini a Perugia e per i nostri cittadini sarebbe un cambiamento inopportuno, nessuno capirebbe”.

Roberto Cerquaglia, sindaco di Monte Castello di Vibio: “E’ un’ipotesi che non mi sembra avere una logica. Per motivi storici e geografici siamo legati a Perugia”.

Questi 5 Comuni vanno quindi ad aggiungersi a Marsciano, Spoleto, Todi, Gualdo Cattaneo, Preci, Vallo di Nera, Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Cerreto di Spoleto, Poggiodomo e Norcia che nei giorni passati avevano già rifiutato ogni apparentamento con la città dell’acciaio. I lavori per il riordino procedono quindi in un clima surreale: i rappresentanti istituzionali stabiliscono calendari e tabelle di marcia, incontri con Upi e Regioni, senza commentare la valanga di “no” che sono già arrivati sull’ipotesi del riequilibrio delle due province.

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