Riordino province, giunta regionale: ”E’ in gioco tutta l’Umbria”. Pdl: ”Non bastano parole”
La Giunta regionale ha inoltre ribadito la propria contrarietà all’idea di un Umbria monoprovinciale, che “ridurrebbe fortemente il carattere plurale della regione e che, in ragione della profonda diversità che questo Ente assumerà rispetto al passato, equivarrebbe a determinare una perfetta e anomala coincidenza tra il territorio e la popolazione di ambito regionale e quello della provincia unificata. Difficile se non impraticabile nell’ipotesi di una unica Provincia in Umbria anche la politica di decentramento regionale, su cui ancora ci sono molti aspetti da chiarire da parte dello stesso Governo. Attualmente, infatti, le Province in Umbria svolgono funzioni trasferite dalla Regione in materia di politiche ambientali, trasporti, urbanistica, scuola, formazione e lavoro, etc. Nel verificarsi dell’anomala condizione di coincidenza dei due ambiti, regionale e provinciale – afferma ancora la Giunta regionale – si svuoterebbe nei fatti il ruolo dell’istituzione provinciale, cosi come è conosciuta, venendo meno lo stesso decentramento”.
Per quanto attiene alla possibile perdita per Terni degli organi periferici di governo, Marini e Rossi hanno infine sottolineato “il rischio di un grave e progressivo indebolimento di tutto il sistema regionale, che rischierebbe un vero e proprio declassamento con effetti evidenti sui cittadini e le imprese umbre e multinazionali”.
A tali dichiarazioni hanno risposto in una nota congiunta i consiglieri regionali del Pdl Raffaele Nevi e Alfredo De Sio: “Apprendiamo che la Giunta regionale ha preso posizione sul riequilibrio territoriale per evitare che ci sia un solo capoluogo di provincia invece che due ed evitare la conseguente disgregazione dell’Umbria. Vedremo se questo verrà accettato dal Governo oppure no, ma intanto è utile che la sinistra si muova per fare quello che non è riuscita a fare in cinquanta anni”.
Per Nevi e De Sio, però, “non basta dirlo, ma occorre che tutti si impegnino concretamente, altrimenti sarà il Pd che ne risponderà ancora una volta alla opinione pubblica e noi non faremo sconti. Il decreto ci dà la possibilità di avere due città di rilevanza nazionale e tutta l’Umbria, non solo Terni, deve collaborare per raggiungere questo obbiettivo. Come al solito però – concludono i due consiglieri – c’é preoccupazione perché il centro sinistra è ancora una volta totalmente diviso e ancora una volta le divisioni potrebbero portare al fallimento dell’operazione”.