Scontri a Terni, sindaco Di Girolamo ferito, accusato manifestante con ombrello, video. Cronaca e aggiornamenti

Manganellate e ombrellate. A mandare all’ospedale un operaio sarebbero state le prime, a ferire il sindaco di Terni sarebbero state le seconde. E’ il bilancio di una lunga e convulsa giornata che ha visto un corteo dei lavoratori Ast finire al centro dell’attenzione di tutti i principali giornali e Tg d’Italia. In questo articolo tutta la cronaca, dall’inizio della manifestazione fino gli ultimi sviluppi che via via si susseguono. CLICCA QUI PER VEDERE TUTTI GLI ARTICOLI SULLA VICENDA

Manifestazione. Il corteo, in concomitanza a uno sciopero di quattro ore, era stato organizzato dai sindacati dopo che la multinazionale finlandese Outokumpu ha giudicato inaccettabili le offerte di acquisto per le acciaierie di Terni, senza fornire alcuna certezza sui tempi, e nessuna informazione sui piani industriali: in sostanza i lavoratori non possono contare su alcuna garanzia. Partiti dagli stabilimenti di viale Brin per raggiungere la prefettura, i manifestanti (lavoratori, sindacalisti ed esponenti delle istituzioni) hanno invece deciso un cambio di programma: hanno proseguito il cammino in direzione della stazione superando un primo cordone delle forze dell’ordine. L’intenzione, ha poi spiegato il sindaco, era quella di “occupare pacificamente i binari per dare risalto alla battaglia degli operai”. All’ingresso dello scalo sono stati però bloccati dagli agenti. Il confronto verbale tra manifestanti e forze dell’ordine, con la mediazione di rappresentati istituzionali e sindacali, è andato avanti per un po’ di minuti poi è partita qualche manganellata e qualche scontro. In quel frangente Di Girolamo è rimasto ferito alla testa. Anche un operaio ha riportato ferite mentre tre sindacalisti e l’assessore Malatesta hanno accusato di aver preso manganellate.

Ricostruzioni, polemiche e repliche. Il sindaco, con il sangue che gli scorreva su volto e camicia, ha subito parlato di “violenza incomprensibile” da parte delle forze dell’ordine. L’assessore Piermatti gli ha dato manforte affermando che “i lavoratori erano a mani alzate ma è partito l’ordine di manganellare, senza ragioni evidenti. Una cosa del genere non è mai successa, decine di volte la stazione è stata occupata pacificamente e poi lasciata libera”.

Mentre Di Girolamo veniva medicato in pronto soccorso (per la ferita alla testa sono stati necessari due punti di sutura) e ricoverato in osservazione, sono scoppiate furibonde polemiche. Su questura e forze dell’ordine è infatti piovuta una grandissima quantità di critiche e accuse da parte di rappresentanti istituzionali, politici e sindacalisti per la condotta giudicata “violenta” e “gravissima”. La questura dal canto suo ha replicato denunciando “il comportamento di pochi e violenti, partecipanti al corteo” e facendo sapere che anche 5 poliziotti e un carabiniere erano stati feriti. Era poi arrivata l’ipotesi dei sindacati di polizia secondo cui Di Girolamo, forse, era stato colpito da un ombrello e non da una manganellata. Un’ipotesi che aveva rinfocolato le polemiche ed a cui lo stesso sindaco aveva replicato in un’intervista al Tg1: “Ho ricevuto una manganellata da uno dei poliziotti schierati. Io ho visto arrivare la manganellata e mi sono voltato di spalle per non riceverla in volto. Non c’è stato nessun manico di ombrello”.

In serata il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, aveva telefonato al sindaco “per accertarsi del suo stato di salute e per esprimere dispiacere e rammarico per quanto accaduto” assicurando massima attenzione nella ricostruzione dei fatti. Poco più tardi anche il presidente del Consiglio, Enrico Letta, aveva parlato di “fatto grave che non dovrà più accadere” aggiungendo: “Non faremo sconti a nessuno”.

Fermato operaio con ombrello. Nel frattempo si era appreso che nelle mani del Pm della Procura di Terni c’era almeno un video che aveva ripreso chiaramente la scena del ferimento del sindaco. La svolta è arrivata intorno alle ore 22 quando la polizia ha fermato e identificato un manifestante accusandolo di aver colpito il sindaco con un ombrello. Secondo la polizia le responsabilità dell’uomo identificato e poi rilasciato, emergono con chiarezza dalle immagini. Il ministro Alfano ha subito commentato: “Sono sollevato nell’aver avuto conferma che ancora una volta la polizia ha svolto regolarmente il suo compito di tutela dell’ordine pubblico e dei cittadini”. Alfano si è detto soddisfatto “per la velocità con la quale si è fatta chiarezza sui fatti avvenuti a Terni. Il video ha permesso di ristabilire la verità”. Di tutt’altro parere Di Girolamo che ha continuato invece a sostenere la prima versione dei fatti: ”Non ho visto il video e chi lo ha fatto mi dice che è dubbio. Io comunque le manganellate le ho viste”. Per il sindaco il problema rimane comunque, a prescindere da chi sia l’aggressore: “E’ incontrovertibile che ci sia stata una gestione non adeguata dell’ordine pubblico. Un problema politico indipendentemente da chi mi ha colpito”.

Questa mattina è emerso che l’uomo identificato dalla polizia è un operaio narnese di 36 anni, incensurato, padre di famiglia, che attraverso il suo legale ha affermato: “Sono io quello che nel video brandisce l’ombrello, ma non è assolutamente certo che abbia colpito il sindaco”. L’uomo ha anche sottolineato di aver consegnato spontaneamente l’ombrello alla polizia.

Accertamenti continuano. Poco dopo il viceministro degli Interni, Filippo Bubbico, ha rilasciato una dichiarazione che sembra un po’ abbandonare le certezze precedentemente sostenute dalla polizia: “Per quanto attiene ai fatti, essi sono in fase di accertamento: immediatamente è stata disposta una ispezione interna, perché la tradizione democratica della polizia italiana, che ha gestito efficacemente realtà molto delicate, non può e non deve essere messa in discussione. Se e quando si verificano errori, vanno individuate chiaramente le responsabilità”. Insomma, il viceministro non fa alcun cenno alle ombrellate ma parla anzi di errori e responsabilità che, sembrano parole riferite alle forze dell’ordine.

Di Girolamo insiste: “Manganellata”. Sempre in mattina Di Girolamo, ospite della trasmissione Agorà di Rai3, è tornato a criticare la condotta delle forze dell’ordine: “Non doveva accadere quello che è accaduto. C’era un corteo pacifico da parte di lavoratori che manifestavano per il proprio lavoro e non si può pensare che le preoccupazioni che ci sono possano essere trattate come questioni di ordine pubblico. Non doveva accadere che la tensione salisse e si arrivasse a colluttazioni. Si poteva tranquillamente accompagnare il corteo e tutto sarebbe finito pacificamente come è sempre stato in 60 anni di lotte nella nostra città”. Intorno alle ore 12 il sindaco di Terni ha ribadito ancora una volta sui telegiornali Rai la propria convinzione: “Ho visto il video e credo che l’ombrello fosse troppo distante dal punto dove mi trovavo. Si vede invece un manganello flettere verso di me. Credo di essere stato colpito da un manganello, come ho sostenuto subito dopo il ferimento”.

Cgil: “Ferito non solo il sindaco”. La Cgil dell’Umbria scrive in una nota: “Vogliamo sottolineare, perché tutti o quasi sembrano esserselo dimenticato, che oltre al sindaco è stato ferito alla testa, riportando una brutto taglio, un lavoratore dell’Ast. E’ da ieri sera che l’attenzione mediatica rispetto ai fatti gravissimi di Terni è concentrata tutta sulla teoria, peraltro ancora da accertare (non esiste un fotogramma che testimoni il contatto), che a colpire il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, durante la carica della polizia davanti alla stazione ferroviaria, sia stato un ombrello e non il manganello di un agente di polizia”. Secondo il sindacato, “in questo modo si sta tentando di oscurare la gravità dei fatti accaduti. Più in generale, le immagini contenute in numerosi video e fotografie sono inequivocabili e testimoniano l’aggressione subita dai lavoratori. La Cgil chiede dunque – conclude la nota – che le responsabilità di chi ha deciso una simile gestione dell’ordine pubblico siano accertate realmente e che se ne traggano le dovute conseguenze”.

Operaio indagato. Intorno alle 13 si è appreso che la Procura di Terni ha iscritto nel registro degli indagati l’operaio 36enne fermato ieri sera. A suo carico viene ipotizzato il reato di lesioni. Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi che il sindaco sia stato colpito con un ombrello e non un manganello.

La ricostruzione dei fatti della Procura di Terni è quindi completamente differente da quella dello stesso Di Girolamo. In ambienti giudiziari si parla di “immagini chiarissime” relative al momento in cui il sindaco è stato colpito. E i manganelli in quel momento sarebbero lontani dal sindaco. Nel corso dell’indagine la polizia esaminato filmati girati dalle televisioni locali oltre a quelli della polizia scientifica.

Questura conferma: è stato ombrello. La questura di Terni conferma le indiscrezioni giudiziarie circolate tra ieri e oggi ufficializzato la posizione degli inquirenti secondo cui Di Girolamo è stato ferito da un operaio con un ombrello. “Nel pomeriggio e nella serata di ieri – scrive l’ufficio di gabinetto della questura – gli investigatori e gli uomini della Scientifica della Polizia di Stato hanno visionato numerosi filmati con le immagini di quanto accaduto ieri mattina, nel corso della manifestazione degli operai dell’Ast, dinanzi all’ingresso della stazione ferroviaria. Dalle riprese video, è emerso che il sindaco di Terni è stato colpito al capo con il manico di un ombrello da un manifestante. Il manifestante, un uomo di 37 anni privo di precedenti di polizia, è stato rintracciato la stessa sera dagli uomini della Squadra Mobile presso la sua abitazione di Narni. Accompagnato in questura, ha subito riferito di aver partecipato alla manifestazione e di aver fatto un uso improprio dell’ombrello, peraltro rinvenuto e sequestrato all’interno della sua autovettura”.

Prc: “Questore si dimetta”. Il Partito di Rifondazione Comunista chiede le dimissioni dei responsabili, a partire dal questore. In una nota scrive: “Le manganellate subite dal sindaco di Terni, sono colpi inferti alla nostra città ed alla dignità della sua storia, uguali a quelli subiti nel nostro Paese da lavoratori, pensionati, disabili, disoccupati e studenti. Violenze che, come dimostrano le falsità affermate dalla questura ternana, rispondono al preciso intento di criminalizzare il conflitto e inibire preventivamente le mobilitazioni, coerentemente con il mandato politico del Governo Letta-Alfano”.

Il Prc continua scrivendo: “Tutte le affermazioni propinate a piene mani in questi mesi per rassicurare i lavoratori (la necessità del quarto competitore europeo dell’acciaio, la presenza di tante offerte di acquisto, l’impegno del Governo a difesa del ciclo integrato dell’AST e del Tubificio) sono state ad una ad una smentite dai fatti. La sola risposta pervenuta è stata la proposta di violenza da parte di chi ha usato le forze dell’ordine per reprimere la protesta contro la condanna a morte dell’Ast e, con essa, della nostra città, sacrificate per rispondere a volontà contrarie agli interessi nazionali e dei lavoratori. I responsabili di questa vergogna devono dimettersi, a partire dal Questore di Terni”. Il Prc chiede infine che venga proclamato sciopero generale a Terni e in Umbria.

Avvocato dell’operaio indagato. L’avvocato Emilio Gubbiotti, legale dell’operaio indagato per lesioni, replica a stretto giro al comunicato della questura di Terni: “Definire improprio l’uso dell’ombrello da parte del mio assistito è volutamente generico e limitato, un fatto che anzi accerta come la situazione sia ancora confusa. Riconosce semplicemente – ha spiegato Gubbiotti – di avere preso un ombrello e di averlo brandito per aria. Se la questura è in possesso di un fotogramma che certifica chiaramente il contatto tra l’ombrello e la testa del sindaco lo tiri fuori e ce lo faccia vedere. Il fatto è ancora da chiarire”. Il legale precisa anche che è stato il suo assistito “a richiedere spontaneamente il sequestro dell’ombrello” e ricorda che lo stesso sindaco “ritiene assolutamente improbabile che da quella posizione possa essere stato colpito con quell’oggetto. E’ inoltre anomalo – ha concluso l’avvocato Gubbiotti – che, a 24 ore dai fatti, Di Girolamo non sia stato ancora ascoltato”.

Operaio con ombrello accusato di sette reati. L’operaio narnese che la polizia ritiene responsabile del ferimento del sindaco di Terni è accusato di sette reati, tutti contestati in concorso con persone ancora ignote. E’ quanto emerge da un provvedimento notificato al difensore dell’uomo. Oltre alle lesioni, l’operaio, che continua a ribadire di non avere colpito il sindaco, è accusato di riunione pubblica non autorizzata, violenza o minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, getto pericoloso di cose e interruzione di pubblico servizio. L’avvocato Gubbiotti ha spiegato che per dimostrare l’estraneità del suo assistito alle accuse verrà chiesto agli investigatori di sentire gli amministratori e i politici presenti ieri al momento degli scontri tra manifestanti e forze di polizia. Sarà poi sollecitata l’acquisizione di altri video oltre a quelli già visionati dalla questura. “Al momento – ha sottolineato ancora il legale – non è dimostrabile che il mio assistito abbia colpito il sindaco”.

Sindaco: “Ombrello troppo lontano”. “Ho visto le immagini, mi sembra che l’ombrello sia troppo distante mentre i manganelli colpiscono anche in quella direzione”. Il sindaco continua a ribadire la sua posizione, con una dichiarazione al Tgcom24 e aggiunge: “Il problema però non è questo, il problema è che non si possono gestire situazioni di quel tipo in un modo che poi porta a scontri, colluttazioni e incidenti. La gestione della vicenda è stata del tutto inappropriata. A Terni da 60 anni non si vivevano episodi come quelli di ieri. Siamo una città pacifica, educata e democratica, quindi sono sicuro che i lavoratori e i cittadini usciranno fuori da questo sentiero. Sia Letta che Alfano mi hanno telefonato per assicurarmi la massima tempestività ed incisività delle indagini per capire come sono avvenuti i fatti”.

Nuovo video Rai: ombrello distante. In un nuovo video del TgR Rai si vede il manifestante che agita l’ombrello trovarsi decisamente troppo distante dal primo cittadino per riuscire a raggiungerlo e ferirlo. Più vicino a lui sembra invece trovarsi un manganello di un agente delle forze dell’ordine.

IL VIDEO RAI:

I PRIMI VIDEO:

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